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Quaranta nuovi agenti in strada: la Regione rafforza la Polizia Locale mentre la sicurezza resta sotto pressione

Concluso a Novara il 98° corso regionale: formazione avanzata, territori scoperti e Comuni chiamati a fare di più

Quaranta nuovi agenti in strada: la Regione rafforza la Polizia Locale mentre la sicurezza resta sotto pressione

Quaranta nuovi agenti in strada: la Regione rafforza la Polizia Locale mentre la sicurezza resta sotto pressione (immagine di repertorio)

Quaranta nuovi agenti di Polizia Locale sono pronti a entrare in servizio in Piemonte. Un numero che, da solo, non ribalta gli equilibri della sicurezza regionale, ma che segna comunque un passaggio concreto in una fase in cui la domanda di presidio del territorio cresce più velocemente delle risposte istituzionali. La cerimonia conclusiva del 98° Corso Regionale di Formazione per Agenti di Polizia Locale, ospitata nel Castello Visconteo Sforzesco di Novara, ha chiuso un percorso durato mesi e ha consegnato ai Comuni 40 nuovi operatori formati secondo standard che la Regione rivendica come tra i più avanzati a livello nazionale.

I nuovi agenti provengono da 19 Comuni piemontesi, grandi e piccoli, dalla cintura torinese alle province più periferiche: Alessandria, Asti, Borgomanero, Borgosesia, Cannobio, Carmagnola, Chivasso, Domodossola, Giaveno, Gignese, None, Novara, San Maurizio Canavese, San Mauro Torinese, Settimo Torinese, Trecate, Trino Vercellese, Varallo Sesia e Vercelli. Un mosaico che racconta una verità nota: la Polizia Locale è sempre più chiamata a colmare vuoti, soprattutto nei centri medio-piccoli, dove la presenza delle forze statali è ridotta e il carico di competenze si è allargato ben oltre le funzioni tradizionali.

Il corso ha previsto 360 ore di formazione teorico-pratica, articolate su un programma che affronta i pilastri dell’attività quotidiana: Codice della Strada, Codice Penale, infortunistica stradale, normativa sul commercio, sicurezza operativa, tecniche di segnalazione manuale e, soprattutto, il metodo di prossimità, pensato per rafforzare il rapporto diretto con i cittadini. Non più solo multe e viabilità, ma gestione dei conflitti, presidio urbano, prevenzione e contatto quotidiano con comunità sempre più complesse.

Alla cerimonia erano presenti l’assessore regionale alla Sicurezza e Polizia Locale Enrico Bussalino, il sindaco di Novara Alessandro Canelli, il comandante della Polizia Locale di Novara Paolo Cortese e il prefetto Francesco Garsia. Un parterre istituzionale che ha ribadito un concetto chiave: senza formazione, la sicurezza di prossimità resta uno slogan.

«I 40 nuovi agenti che entrano in servizio sono il risultato concreto di un investimento sulla sicurezza di prossimità e sulla presenza qualificata sui territori», ha dichiarato Bussalino, rivendicando la scelta regionale di puntare sulla preparazione. «Puntare sulla formazione significa rafforzare la professionalità della Polizia Locale, garantire servizi più efficienti e consolidare il rapporto di fiducia con i cittadini». L’assessore ha poi assicurato che la Regione continuerà a sostenere i Comuni attraverso bandi dedicati per migliorare mezzi, dotazioni ed equipaggiamenti, un tema tutt’altro che secondario in molti municipi dove le pattuglie lavorano con risorse limitate.

Il sindaco di Novara Alessandro Canelli ha messo l’accento su un altro nodo: il cambiamento profondo del ruolo della Polizia Locale. «Negli ultimi anni questo lavoro è radicalmente cambiato. Gli agenti hanno acquisito numerosi nuovi compiti che richiedono serietà, professionalità e sacrificio», ha spiegato, ricordando che oggi alla Polizia Locale viene chiesto di garantire sicurezza, ordine pubblico e rispetto delle regole in contesti urbani sempre più fragili. Parole che suonano come un riconoscimento, ma anche come un avvertimento: le responsabilità crescono più rapidamente degli organici.

La consegna delle placche di servizio e il tradizionale lancio del cappello hanno chiuso una giornata simbolica, ma il ritorno alla realtà sarà immediato. Quaranta nuovi agenti non bastano a risolvere carenze strutturali, turni scoperti e territori vasti da controllare. Restano aperte le questioni del ricambio generazionale, della tenuta degli organici e dell’equilibrio tra compiti affidati e risorse disponibili.

La Regione rivendica il modello formativo; i Comuni attendono rinforzi; i cittadini chiedono più presenza e risposte rapide. In mezzo, la Polizia Locale, sempre più chiamata a essere primo presidio di legalità. Questi quaranta agenti rappresentano un passo avanti. Ma la partita della sicurezza, in Piemonte, è tutt’altro che chiusa.

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