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Dalle ZTL scolastiche impietose alla multa a Telethon: dov'è finito il buonsenso a Chivasso?

Tra sanzioni che cambiano importo e una multa ai volontari di Telethon, in città il problema non è la legalità, ma l’assenza di proporzione

Dalle ZTL scolastiche impietose alla multa a Telethon: dov'è finito il buonsenso a Chivasso?

Dalle ZTL scolastiche impietose alla multa a Telethon: dov'è finito il buonsenso a Chivasso?

A Chivasso la legge è uguale per tutti. Il buon senso no.

Non è una battuta, è un dato che emerge osservando come l’amministrazione gestisce situazioni diverse con lo stesso metro rigido, senza mai fermarsi a valutare il contesto. Episodi distinti, certo. Ma legati da una stessa impostazione.

Da mesi la città convive con la ZTL scolastica, un provvedimento che ha inciso profondamente sulla quotidianità di residenti e automobilisti. L’obiettivo dichiarato — la sicurezza davanti alle scuole — è difficilmente contestabile. A creare attrito è il modo in cui quella scelta è stata tradotta in pratica. Telecamere attive, verbali automatici, sanzioni puntuali. Il problema non è l’accertamento, ma ciò che accade dopo.

Chi riceve una multa scopre che l’importo indicato non coincide quasi mai con quello da pagare. Sul verbale compare una cifra, sui canali digitali un’altra. Spese generiche, costi di notifica, ricalcoli affidati a sistemi esterni: tutto previsto, tutto poco leggibile. Il cittadino si trova davanti a un’alternativa secca: pagare subito senza capire fino in fondo, oppure fermarsi a chiedere spiegazioni rischiando di perdere lo sconto. Un meccanismo che scoraggia il chiarimento e spinge alla rinuncia.

Dentro questo schema finiscono soprattutto situazioni ordinarie. Genitori che devono entrare nella ZTL perché i figli abitano lì. Persone che assistono parenti con gravi problemi di salute e non possono semplicemente “evitare la zona”. Casi concreti che difficilmente trovano spazio nei regolamenti, ma che rappresentano la realtà quotidiana di una città. Qui la norma viene applicata in modo uniforme, ma senza distinzione, come se ogni violazione fosse identica all’altra.

Poi, venerdì 12 dicembre, arriva l’episodio che rende tutto più evidente.

Telethon. La maratona benefica che da trentacinque anni attraversa Chivasso, al di là delle giunte e delle stagioni politiche. I volontari montano i gazebo in via Torino con qualche ora di anticipo rispetto all’orario indicato nel permesso. Stand ancora vuoti, delimitati dal nastro, nessuna attività in corso. Solo preparativi.

La Polizia Locale rileva l’irregolarità e sanziona l’associazione con una multa di circa 150 euro.

Qui non si discute la legittimità dell’accertamento. Il punto è un altro. Di fronte a un contesto evidente — volontariato, evento solidale, anticipo minimo e senza impatto — non viene esercitata alcuna valutazione discrezionale. La regola viene applicata in modo meccanico, senza interrogarsi sull’effetto del gesto.

Il messaggio che passa è chiaro: la norma prevale sempre, anche quando basterebbe un minimo di elasticità per evitare una stonatura.

Il quadro che ne emerge è coerente. Da una parte cittadini chiamati a fidarsi di importi che cambiano e procedure che non spiegano. Dall’altra volontari sanzionati per un anticipo di poche ore. In mezzo, un’amministrazione che fatica a dimostrare capacità di governo delle situazioni.

Perché amministrare non significa solo far rispettare le regole. Significa anche saperle applicare con proporzione, distinguere tra abuso e contesto, tra furbizia e necessità. Rinunciare a questa responsabilità non rende più giusti, rende semplicemente più distanti.

A Chivasso il rigore sembra colpire sempre nello stesso verso: verso chi non ha strumenti, tempo o convenienza per contestare. Mai verso i propri meccanismi opachi, mai verso una burocrazia che chiede obbedienza ma offre poche spiegazioni.

Il punto, allora, non è la ZTL. Non è Telethon. Non è nemmeno la multa.

È una domanda politica che resta sospesa: un Comune governa limitandosi ad applicare regole o assumendosi il compito di risolvere problemi?

Sulla vicenda è intervenuta, nel pomeriggio, con una nota stampa anche la consigliera comunale di Forza Italia Clara Marta.

"A Natale tutti più buoni. Tranne a Chivasso - inforca Marta -.  A Natale puoi fare quello che non puoi fare mai”, recita una vecchia canzone. E c’è anche chi dice che a Natale siamo tutti più buoni. Forse non dappertutto allo stesso modo. Dal punto di vista normativo, nulla da eccepire: le regole esistono e vanno rispettate. Il punto, però, non è la legalità, ma l’uso del buon senso e la definizione delle priorità. Perché mentre si colpisce con grande rigidità chi lavora, chi espone una bancarella o chi organizza iniziative solidali, resta aperta una domanda che molti cittadini si pongono: quanto è sicura oggi la nostra città?".

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