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Cronaca

Si lancia sulle auto per fingere incidente: il “falso pedone” ha truffato decine di automobilisti

Dopo mesi di appostamenti la polizia locale lo blocca in flagranza, recuperati i soldi appena sottratti e aperto l’ennesimo fronte giudiziario

Si lancia sulle auto

Si lancia sulle auto per fingere incidente: il “falso pedone” fermato di nuovo dopo mesi di truffe agli automobilisti

Con i pantaloni strappati, una spugnetta intrisa per simulare il sangue e una sicurezza scenica affinata nel tempo, il copione era sempre lo stesso. Cambiavano le strade, i volti delle vittime, le somme richieste, ma non la messinscena. Martedì scorso, però, la rappresentazione si è interrotta bruscamente: una pattuglia in borghese della polizia locale ha fermato in flagranza il cosiddetto “falso pedone”, restituendo all’automobilista i 140 euro appena estorti.

Il protagonista della vicenda è Filippo Cardullo, 60 anni, che si presenta come giostraio ma che, secondo gli inquirenti, da tempo avrebbe costruito una vera e propria attività illegale basata sulla truffa del falso investimento. Una tecnica semplice e, proprio per questo, efficace: fingersi investito sulle strisce, accusare l’automobilista di distrazione, mostrare segni evidenti di una presunta caduta e chiedere un risarcimento immediato in contanti, facendo leva sulla paura e sulla volontà di chiudere subito l’accaduto senza coinvolgere le forze dell’ordine.

Negli ultimi sei mesi, Cardullo era già stato arrestato tre volte per fatti analoghi, tornando però in libertà con la misura dell’obbligo di firma. Un dettaglio che pesa ora nel nuovo procedimento e che riaccende il dibattito sulla recidiva e sull’efficacia delle misure cautelari in casi di questo tipo.

L’ultimo episodio si è consumato dopo una lunga attività investigativa. Gli agenti del Reparto operativo speciale della polizia locale lo tenevano sotto osservazione da mesi, raccogliendo circa trenta denunce e lanciando anche un appello pubblico ad altre possibili vittime, soprattutto nelle zone di Crocetta e San Donato, considerate le più battute. Individuato in corso Bolzano, Cardullo è stato seguito a distanza fino a corso Vittorio Emanuele II, dove ha messo in scena l’ennesimo raggiro.

Secondo quanto ricostruito dagli agenti, si sarebbe toccato il ginocchio come a preparare la finta ferita, per poi sferrare un calcio al cofano di un’utilitaria in transito. Subito dopo, la corsa verso il semaforo e il confronto con il conducente, accompagnato da frasi come «Mi hai investito sulle strisce. Guarda, mi hai anche rotto i pantaloni che avevo comprato ieri». Convinto l’automobilista, ha incassato il denaro, ma pochi istanti dopo si è trovato davanti gli agenti, che hanno sequestrato la spugnetta usata per simulare il sangue e restituito la somma alla vittima. L’automobilista ha confermato l’accaduto e sportato querela.

Processato per direttissima, il giudice ha convalidato l’arresto, disponendo però nuovamente la scarcerazione con obbligo di firma. La pm Eleonora Sciorella ha nel frattempo chiesto il giudizio immediato, con un processo che prenderà il via il 3 marzo. Secondo l’accusa, tra il 19 agosto 2022 e il 26 ottobre 2023, Cardullo avrebbe messo a segno 36 raggiri ai danni di altrettanti automobilisti, tra cui anche un’avvocata, ed è imputato in altri tre procedimenti per fatti analoghi. Resta ferma, come previsto dalla legge, la presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva.

Le vittime hanno profili molto diversi: giovani poco più che ventenni e anziani oltre i settant’anni. Le somme richieste variavano, nella maggior parte dei casi, tra 50 e 250 euro, sempre in contanti, con un vero e proprio tariffario calibrato sulla reazione e sulla disponibilità dell’automobilista.

Sul fronte della difesa, l’avvocato Alessandro Melano ha annunciato l’intenzione di inviare «una lettera di scuse all’automobilista e cercare in tutti i modi di risarcire il danno morale», un impegno che, secondo il legale, potrebbe essere esteso anche alle altre persone offese, pur ammettendo le difficoltà pratiche.

Il caso mette in luce una truffa tanto semplice quanto insidiosa, capace di colpire sull’emotività immediata e sul timore di conseguenze legali. L’intervento della polizia locale dimostra come denunciare e chiedere l’intervento delle forze dell’ordine resti l’unico modo per spezzare un copione che, per troppo tempo, ha funzionato.

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