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Caso Shahin, il Tribunale sospende il no all’asilo e la politica si spacca

Stop al diniego della protezione internazionale per l’imam di Torino, mentre destra e sindacati leggono in modo opposto la decisione dei giudici

Caso Shahin, il Tribunale sospende il no all’asilo e la politica si spacca

Caso Shahin, il Tribunale sospende il no all’asilo e la politica si spacca

La vicenda dell’imam Mohamed Shahin, da giorni al centro del dibattito politico e giudiziario nazionale, si arricchisce di un nuovo passaggio decisivo. Nel pomeriggio di oggi il Tribunale di Caltanissetta ha disposto la sospensione del diniego alla domanda di protezione internazionale presentata dall’imam di Torino, congelando di fatto il rifiuto dell’asilo politico deciso in precedenza dalla Commissione territoriale di Siracusa.

La decisione arriva a poche ore di distanza dalla cessazione del trattenimento nel Cpr di Caltanissetta, stabilita dalla Corte d’Appello di Torino, e contribuisce a ridisegnare un quadro che resta aperto e fortemente controverso. Shahin è assistito dagli avvocati Fairus Ahmed Jama e Gian Luca Vitale, che seguono sia il fronte della protezione internazionale sia quello legato al decreto di espulsione firmato dal Ministero dell’Interno.

Con la sospensione del diniego, il tribunale siciliano ha ritenuto necessario un ulteriore approfondimento sulla richiesta di asilo, impedendo per ora che il procedimento produca effetti definitivi. Non si tratta di un riconoscimento automatico della protezione, ma di una misura cautelare che rimette in discussione la valutazione iniziale della commissione e mantiene aperto il percorso giudiziario.

Le reazioni politiche: Forza Italia e Fratelli d’Italia all’attacco

Sul fronte politico, la decisione dei giudici ha provocato reazioni durissime nel centrodestra. Forza Italia, con il senatore Roberto Rosso e il segretario cittadino torinese Marco Fontana, parla di “sconcerto” per la liberazione dell’imam e avverte del rischio di “un messaggio pericoloso”, soprattutto in un contesto internazionale segnato da attentati e tensioni. Gli esponenti azzurri ribadiscono che, a loro giudizio, la pericolosità delle dichiarazioni di Shahin non sarebbe cancellata da alcuna decisione giudiziaria.

Ancora più netta la presa di posizione di Fratelli d’Italia. Il capogruppo alla Camera Galeazzo Bignami accusa apertamente una parte della magistratura di politicizzazione, definendo la decisione “uno schiaffo allo Stato” e sostenendo che vanifichi il lavoro delle forze dell’ordine e del Viminale. Sulla stessa linea il presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri, che parla di scelta “assurda e irresponsabile” e rilancia la necessità di una riforma della giustizia per contrastare le correnti politicizzate.

Galeazzo Bignami

La lettura opposta della Cgil

Di segno diametralmente opposto la posizione della Cgil di Torino, che definisce la liberazione di Shahin “una vittoria per la comunità torinese e per lo Stato di diritto”. Per il sindacato, l’imam è libero “perché non è pericoloso” e perché, come ricordato anche dalla Procura, le frasi contestate rientrerebbero nella libertà di espressione tutelata dall’articolo 21 della Costituzione. La Cgil ringrazia il collegio difensivo e sottolinea come l’impegno di Shahin sia sempre stato, a loro giudizio, coerente con i valori dello Stato italiano.

Una vicenda tutt’altro che chiusa

Tra sospensione del diniego di asilo, decreto di espulsione ancora formalmente in vigore e giudizi politici sempre più polarizzati, il caso Shahin resta aperto su più livelli: giudiziario, istituzionale e simbolico. Da un lato la magistratura richiama le garanzie dello Stato di diritto e la necessità di valutazioni puntuali; dall’altro una parte della politica insiste sulla centralità della sicurezza nazionale e sulla linea dura contro ogni forma ritenuta di estremismo.

Nei prossimi mesi saranno i tribunali a chiarire se l’imam potrà ottenere una forma di protezione stabile o se il percorso dell’espulsione tornerà al centro. Intanto, la vicenda continua a riflettere una frattura profonda nel Paese tra diritti, sicurezza e fiducia nelle istituzioni.

L'imam

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