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13 Dicembre 2025 - 14:28
C’è un filo che unisce Agliè e il Giappone, la Venaria Reale e l’Oriente di fine Ottocento, la curiosità di un principe di casa Savoia e l’arte raffinata dei maestri nipponici. È un filo sottile, ma teso nel tempo, e questa mattina è tornato a risplendere tra le mura del Castello di Agliè, dove è stato inaugurato il nuovo allestimento “Ricordi di viaggio”, che riporta finalmente al pubblico un tesoro nascosto: ventuno dipinti giapponesi e una rinnovata Sala Nuova al piano terra della residenza.
Il progetto, promosso dalla Direzione regionale Musei Piemonte, ha il sapore di un ritorno e insieme di una scoperta. Le opere, diciannove su carta e due su seta, sono state restaurate dalla Fondazione Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”, grazie al sostegno della Fondazione Crt nell’ambito del bando Cantieri Diffusi, erogato tramite Art Bonus, e con il contributo del Ministero della Cultura. Dopo anni di studio, interventi delicatissimi e un lungo lavoro di ricerca, i dipinti tornano oggi a vivere nel percorso di visita, accompagnati da ventotto vasi giapponesi in ceramica blu e bianca, anch’essi restaurati e riallestiti in dialogo con le pitture.
Gli organizzatori lo hanno definito un “viaggio dentro un viaggio”. Le ventuno opere, infatti, non sono semplicemente una collezione d’arte orientale, ma il frutto diretto delle esplorazioni di Tomaso di Savoia-Genova, duca e ammiraglio, che tra il 1879 e il 1881 comandò la corvetta Vettor Pisani in un lungo itinerario attraverso i mari dell’Estremo Oriente. È durante quella traversata che il duca acquistò i dipinti in Giappone, affascinato dall’equilibrio grafico, dalla composizione e dall’intensità narrativa di artisti che univano la grazia dell’acquerello alla filosofia del gesto.
Già documentate nell’inventario del 1908, le opere erano rimaste per decenni lontane dagli occhi del pubblico, nascoste negli archivi o segnate dal tempo. Ora, grazie al restauro, ne riaffiora la vivacità dei colori, la leggerezza dei tratti e soprattutto l’atmosfera sospesa che le attraversa: scene di vita quotidiana, paesaggi, figure di donne e guerrieri, animali simbolici, fiori, ventagli, ponti e acque che si rincorrono come in un racconto.
Il nuovo allestimento al piano terra del castello non è solo un’esposizione, ma un racconto visivo costruito per accompagnare il visitatore nel dialogo tra Oriente e Occidente. Diciannove dipinti su carta, montati su papier peint occidentali nel formato dei tradizionali rotoli da appendere, e due kakemono su seta di raffinata esecuzione compongono un insieme di straordinaria eleganza, unendo la cura del restauro al rigore filologico della ricollocazione museale.
La Sala Nuova, concepita come spazio di connessione tra il percorso storico del castello e la dimensione più intima del viaggio, è stata pensata per restituire non solo la bellezza degli oggetti, ma anche la loro storia: quella di un tempo in cui la diplomazia passava anche attraverso l’arte e la curiosità per l’altro. In questo senso, “Ricordi di viaggio” diventa un progetto culturale che riunisce la memoria sabauda con la sensibilità internazionale di un’epoca in cui i mari erano ancora la via del mondo.
Il restauro, eseguito dai laboratori della Venaria Reale, ha permesso di recuperare pigmenti e carte originali compromessi dall’umidità e dal tempo, con interventi calibrati e reversibili, nel rispetto della tecnica giapponese. Ogni dipinto è stato sottoposto a una fase di analisi diagnostica, documentazione fotografica e pulitura meccanica e chimica, restituendo leggibilità e profondità alle superfici. Il risultato è un percorso che illumina non solo l’arte, ma anche il dialogo culturale che l’ha generata.
Per la Fondazione Crt, il progetto rappresenta una delle tappe più significative del programma Cantieri Diffusi, volto a sostenere il restauro di beni diffusi sul territorio e a favorire l’accesso del pubblico a collezioni storiche spesso dimenticate. L’intervento su Agliè ne è l’esempio più compiuto: un’operazione che unisce tutela, valorizzazione e identità.

La direttrice dei Musei piemontesi ha sottolineato come “questo allestimento renda visibile un frammento del rapporto tra i Savoia e il mondo, e racconti la dimensione culturale di un Piemonte aperto, curioso e attento ai linguaggi globali fin dal XIX secolo”.
Oggi, nel salone che accoglie le opere, il visitatore entra in uno spazio rarefatto dove le carte di riso dialogano con gli stucchi barocchi, i kakemono si misurano con la luce delle finestre e il castello stesso sembra respirare un’aria diversa, più ampia, più contemporanea. È il fascino del contrasto: la solidità sabauda che abbraccia la delicatezza orientale, l’austerità occidentale che accoglie il gesto fluido di un pennello giapponese.
Il Castello di Agliè, già set di film e serie televisive, si arricchisce così di una nuova identità museale: non più soltanto residenza di corte, ma luogo di incontri culturali e di memoria artistica. “Ricordi di viaggio” è il titolo perfetto per questa restituzione: parla di un itinerario reale e simbolico, ma anche del cammino della bellezza attraverso il tempo, fino al momento in cui torna a farsi visione, di nuovo condivisa.
Chi visiterà la mostra potrà così sfiorare con lo sguardo un frammento di mondo che da secoli affascina l’Europa e scoprire come, in un castello piemontese, la traccia di un viaggio tra i mari possa ancora raccontare il futuro.
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