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Università, Libera e Avviso Pubblico fanno rete a Torino: un programma stabile di studio e formazione contro mafie e corruzione

L’Ateneo aprirà i suoi spazi il 21 marzo 2026 per la Giornata della memoria delle vittime innocenti

Università, Libera e Avviso Pubblico fanno rete a Torino: un programma stabile di studio e formazione contro mafie e corruzione

Università, Libera e Avviso Pubblico fanno rete a Torino: un programma stabile di studio e formazione contro mafie e corruzione

L’Università di Torino sceglie di strutturare il proprio impegno contro mafie e fenomeni corruttivi attraverso una collaborazione stabile con Libera e Avviso Pubblico, due realtà che da oltre vent’anni operano sul fronte dell’antimafia sociale e istituzionale. Non un’iniziativa episodica, ma un percorso di lavoro condiviso che intreccia formazione, ricerca e responsabilità pubblica, con l’obiettivo di affrontare fenomeni complessi con strumenti altrettanto articolati.

Il primo incontro operativo, dedicato alla progettazione, ha avviato un programma che attraverserà le diverse missioni dell’Ateneo: dall’attività didattica alla produzione scientifica, fino alla valorizzazione delle conoscenze e al ruolo civico dell’università come ente pubblico. Un’impostazione che mira a coniugare pluralità di saperi e multidisciplinarietà dell’analisi con la natura sistemica dei fenomeni mafiosi, sempre più intrecciati con economia, amministrazioni e territori.

Un momento simbolico e concreto di questa collaborazione sarà la Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, che il 21 marzo 2026 celebrerà la sua trentesima edizione. In quell’occasione l’Università di Torino aprirà alcuni dei propri spazi per ospitare iniziative, incontri e seminari di approfondimento, rafforzando il legame tra mondo accademico, associazioni e società civile.

Cristina Prandi

La rettrice Cristina Prandi ha chiarito il senso dell’impegno assunto dall’Ateneo, sottolineando come l’azione universitaria non possa limitarsi all’analisi teorica o alla formazione degli studenti. «Come Università abbiamo scelto di guardare a questi temi a partire dalle nostre missioni e dal nostro essere Ente Pubblico. L’azione formativa e di ricerca è anche una responsabilità che riguarda chi è chiamato, pro tempore, a rappresentare queste istituzioni», ha spiegato.

Sulla stessa linea il prorettore Gianluca Cuniberti, che ha richiamato il valore delle competenze scientifiche messe in campo dall’università: «Su temi così rilevanti l’Università può offrire competenze multidisciplinari fondamentali per analizzare fenomeni tanto pervasivi quanto complessi. La collaborazione strutturata con realtà associative come Libera e Avviso Pubblico e con le istituzioni diventa una strada non solo fertile, ma necessaria e non più rimandabile».

Al tavolo di avvio del progetto erano presenti anche il professor Rocco Sciarrone, delegato dell’Ateneo per le attività su mafie, antimafia ed educazione alla legalità, don Luigi Ciotti e Francesca Rispoli per Libera, Roberto Montà e Renato Pittalis per Avviso Pubblico. Un confronto che segna l’inizio di un lavoro di lungo periodo, pensato per incidere non solo sulla conoscenza dei fenomeni criminali, ma anche sulla capacità delle istituzioni e dei territori di riconoscerli e contrastarli.

In un contesto in cui le mafie tendono a mimetizzarsi sempre più nei circuiti legali, la scelta di Torino va nella direzione di un’antimafia che non si esaurisce nella memoria, ma si traduce in studio, formazione e impegno pubblico continuativo. Un terreno sul quale l’università rivendica un ruolo attivo, non neutrale.

Don Ciotti

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