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Piemonte in prima linea nella cooperazione con la Svizzera: sedici progetti Interreg in graduatoria e nove già finanziati

Dalla ferrovia del Sempione ai percorsi escursionistici nel Vco, la Regione rivendica un ruolo centrale nei programmi europei transfrontalieri

Piemonte in prima linea nella cooperazione con la Svizzera: sedici progetti Interreg in graduatoria e nove già finanziati

Piemonte in prima linea nella cooperazione con la Svizzera: sedici progetti Interreg in graduatoria e nove già finanziati

Il Piemonte consolida il proprio peso nelle politiche europee di cooperazione transfrontaliera con la Svizzera e lo fa attraverso numeri che, questa volta, parlano da soli. Nell’ultima finestra del Programma Interreg Italia-Svizzera, la Regione porta in graduatoria sedici progetti, di cui nove già approvati e finanziati al primo passaggio. Un risultato che emerge dalla riunione del Comitato di Sorveglianza svoltasi il 10 e 11 dicembre a Malles Venosta e che colloca il Piemonte tra i territori più attivi e strutturati sul fronte della progettazione europea.

A sottolinearlo è Alberto Preioni, sottosegretario alla Presidenza della Regione Piemonte, che rivendica la capacità degli enti locali piemontesi di costruire proposte credibili e competitive in un contesto fortemente selettivo. Su 74 candidature complessive, i progetti ammessi in graduatoria sono stati 57, e quasi un terzo di quelli piemontesi ha già superato il primo vaglio. Un dato che, nelle parole del sottosegretario, certifica la qualità della progettazione territoriale e la solidità delle reti costruite oltre confine.

Il cuore di molti interventi batte nelle aree alpine e prealpine, dove la cooperazione con la Svizzera non è un esercizio astratto ma una necessità quotidiana. Nel Verbano Cusio Ossola, uno dei progetti più significativi è Simplon 2050, iniziativa Interreg che punta a rilanciare la tratta ferroviaria del Nord Piemonte attraverso un lavoro congiunto tra partner italiani e svizzeri. L’obiettivo è ambizioso: armonizzare le politiche di sviluppo nelle zone di confine intervenendo su uno degli assi più delicati, quello della governance. Per due anni sono previsti tavoli congiunti, analisi tecniche ed economiche e valutazioni sulle criticità infrastrutturali, con particolare attenzione alla galleria elicoidale di Varzo e alla strada del Sempione, nodi strategici per i collegamenti ferroviari e su gomma. Il percorso dovrebbe portare a un accordo condiviso da presentare ai tavoli nazionali di Roma e Berna.

Accanto alle grandi infrastrutture, c’è poi il lavoro sulla valorizzazione del territorio e del patrimonio culturale. È il caso del progetto Via Stockalper, che mira al completamento del percorso escursionistico tra Iselle e Paglino di Trasquera, con un intervento anche nel comune di Crevoladossola, per rendere finalmente fruibile l’intero tracciato storico e rafforzarne la promozione turistica. Un esempio di come Interreg possa tradursi in ricadute concrete per le comunità locali, intrecciando turismo lento, ambiente e memoria storica.

Nel complesso, il quadro restituisce l’immagine di una cooperazione che va oltre la retorica europea. Come sottolinea Preioni, per chi vive nelle valli i progetti Interreg non sono “teoria”, ma strumenti che incidono su servizi sociali, turismo, ambiente e cultura, contribuendo a contrastare lo spopolamento e a costruire prospettive di sviluppo per la montagna. È su questo terreno, fatto di cantieri progettuali e relazioni stabili oltre confine, che il Piemonte prova a giocare la sua partita europea, trasformando i programmi comunitari in leve concrete per il futuro dei territori di confine.

Finalmente pronto “Piemonte”, il nuovo grattacielo della Regione | Regione  Piemonte | Piemonteinforma | Regione Piemonte
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