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12 Dicembre 2025 - 13:40
Vino piemontese, conti solidi ma meno bottiglie: nel 2025 produzione in calo fino al 10%
Nel 2025 la produzione di vino in Piemonte registra una frenata, ma senza intaccare il peso economico della regione nel panorama nazionale. I volumi superano i 2,15 milioni di ettolitri, di cui 2 milioni Dop, pari al 93% del totale, con un calo compreso tra il 7% e il 10% rispetto al 2024. Una flessione legata soprattutto all’andamento climatico, che ha inciso sulle rese, ma non sulla qualità delle uve.
I dati emergono da “L’Annata Vitivinicola in Piemonte 2025”, la pubblicazione annuale curata da Vignaioli Piemontesi e Regione Piemonte, che incrocia indicatori climatici, analisi tecniche e valutazioni economiche. Una primavera piovosa, seguita da un’estate calda e precoce, ha ridotto la quantità prodotta, ma ha consentito di ottenere uve di buona qualità, confermando la tenuta del sistema produttivo regionale.
Sul fronte dei mercati esteri, il 2025 segna una contrazione contenuta: le esportazioni calano del 2,8% a volume e del 2% a valore. Numeri che non scalfiscono la posizione del Piemonte, che con un valore economico di 1.180 milioni di euro (dato 2024) su un totale nazionale di 9.062 milioni, si conferma seconda regione italiana per fatturato vitivinicolo.
L’andamento dell’export dei vini rossi Dop è però articolato. Crescono Svezia e Canada, mentre si registrano flessioni moderate in Stati Uniti, Germania, Regno Unito e Svizzera. Un quadro che, letto nel medio periodo, racconta una dinamica diversa: l’analisi degli ultimi cinque anni evidenzia «una traiettoria positiva e ben distribuita sui mercati internazionali, con incrementi significativi sia nei Paesi consolidati sia in quelli emergenti».
Tra i mercati che hanno mostrato le performance più rilevanti spiccano la Spagna con un +202%, la Francia con +86% e l’Australia con +62%. Ancora più marcata la crescita in alcune aree extraeuropee: Emirati Arabi Uniti (+196%), Corea del Sud (+165%) e Brasile (+76%). Proprio il Brasile viene indicato come una piazza destinata a diventare ancora più interessante, anche in vista della prevista riduzione dei dazi legata all’accordo Mercosur.
Il quadro che emerge dall’annata 2025 è dunque duplice: da un lato meno vino per effetto del clima, dall’altro una struttura economica solida, capace di reggere l’urto delle variazioni produttive e di continuare a posizionare il Piemonte tra i protagonisti del vino italiano nel mondo. Una resilienza che passa dalla forza delle Dop, dalla qualità riconosciuta e da una presenza internazionale sempre più diversificata.

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