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Scuola di Tonengo smontata a sorpresa: genitori all’oscuro? Il Comune assicura: “è tutto sotto controllo”

Dal 7 gennaio le elementari traslocano a Caluso per la demolizione Pnrr. I genitori denunciano comunicazioni tardive e incertezza sulla logistica. Il sindaco Formia replica: “Il diritto allo studio è garantito, ora spiegheremo tutto”

Scuola di Tonengo

Scuola di Tonengo smontata a sorpresa: genitori all’oscuro? Il Comune assicura: “è tutto sotto controllo”

La scuola elementare di Tonengo di Mazzè chiude e dal 7 gennaio i bambini faranno lezione alle scuole medie di Caluso. Il punto, però, non è solo il trasferimento in sé — legato a un progetto di sostituzione edilizia finanziato dal Pnrr, noto da tempo — ma il modo e i tempi con cui la notizia è arrivata alle famiglie.

A pochi giorni dalla pausa natalizia delle lezioni, oggi, venerdì 12 dicembre, genitori e insegnanti si sono trovati davanti a scatoloni, materiale impacchettato e una certezza: da gennaio tutto cambia. Senza, però, avere ancora risposte complete su trasporto, pre e post scuola, mensa e orari.

Le famiglie coinvolte sono circa una sessantina, un numero non enorme ma sufficiente a rendere evidente il disagio organizzativo. «Che la scuola dovesse essere demolita lo sapevamo», racconta un genitore, «ma la comunicazione è arrivata troppo tardi. A ridosso del cambiamento, così è impossibile organizzarsi». Un altro aggiunge: «Non è il fatto in sé, è il metodo. Se si sapeva da mesi, perché dirlo solo ora con le vacanze di Natale alle porte?».

Già, perché il prossimo 19 dicembre chiude la scuola per le festività natalizie e il 7 gennaio alunni, insegnanti e personale scolastico si ritroveranno per riprendere le attività non più a Tonengo ma a Caluso. In che modo? Per ora non si sa.

Il malumore nasce soprattutto dall’impressione di un rimpallo di responsabilità tra amministrazione comunale e dirigenza scolastica. «Le maestre non sanno nulla della logistica», spiegano i genitori, «e ci dicono che dovrebbe occuparsene il Comune. Ma quando siamo andati in Comune non abbiamo trovato risposte». Una sensazione condivisa: la decisione era nell’aria, ma le informazioni operative no.

La protesta spontanea di alcuni genitori davanti al municipio di questa mattina non ha prodotto chiarimenti immediati. «Siamo andati a chiedere spiegazioni, ma nessuno ci ha dato risposte concrete», racconta una madre. «Tra meno di una settimana chiude la scuola e noi non sappiamo ancora come funzionerà tutto». Da qui la rabbia, definita senza mezzi termini: “siamo super incazzati”.

Dal Comune, però, arriva una versione diversa. Il sindaco di Mazzè, Marco Formia, respinge l’accusa di mancata volontà comunicativa e ricostruisce il percorso. «I genitori sanno che la scuola andava cambiata», spiega. «Il problema è nato dai ritardi nelle consegne legate al progetto di sostituzione edilizia: demolizione della scuola, questioni logistiche e tempi che si sono chiariti solo ora».

Secondo Formia, l’amministrazione e la direzione scolastica stavano lavorando sulle ultime criticità operative, proprio quelle che più preoccupano le famiglie. Ma, sul nodo più delicato, quello dei servizi, il sindaco assicura continuità. «Il diritto allo studio è garantito costituzionalmente», sottolinea. «Ai bambini spiegheremo tutto quello che succederà ora che abbiamo avuto le conferme definitive». Il trasporto subirà solo una variazione minima: «Ci sarà una differenza di circa dieci minuti sugli orari, ma senza alcun cambiamento economico per le famiglie».

Quanto alla mensa, non verrà utilizzata quella delle scuole medie di Caluso. «Per questioni contrattuali e di contaminazioni useremo lo stesso servizio mensa di ora», spiega Formia. «Il pasto verrà spostato e consumato in un’aula adibita a refettorio». Restano da definire alcuni dettagli su pre e post scuola, con l’ipotesi — ancora in valutazione — di utilizzare spazi della scuola materna. Come già fatto in passato.

L’incontro chiarificatore con le famiglie è fissato per l’inizio della prossima settimana. «Spiegheremo tutto in modo dettagliato», promette il sindaco. «Seguirà una comunicazione disciplinare completa." 

Ma ciò che è più importante sottolineare è che non c’è stata una mancata comunicazione per volontà di non informare: "Perché avremmo dovuto tardare? Se avessimo avuto le informazioni prima, le avremmo date subito alle famiglie", spiega Formia, dispiaciuto per questo misunderstanding.

Due letture, dunque, della stessa vicenda. Da un lato i genitori, che non contestano la necessità del trasferimento ma denunciano tempi e modalità; dall’altro l’amministrazione, che rivendica la complessità del passaggio e sostiene di aver atteso le ultime conferme per non creare ulteriore confusione.

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