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28 Ottobre 2025 - 18:24
“Bog é nen”, la storia del Piemonte in scena tra musica, poesia e memoria
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Data di inizio 09.11.2025 - 00:00
Data di fine 09.11.2025 - 00:00
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Un viaggio nella memoria collettiva del Piemonte, raccontato con il linguaggio vivo della musica, della poesia e della parola. È questo lo spirito di “Bog é nen”, lo spettacolo ideato e interpretato da Davide Motto, Dario Pasero, Diego Vasserot e Aldo Marietti, che debutterà domenica 9 novembre alle ore 16 al PalaEventi di Tonengo di Mazzè nella sua prima rappresentazione assoluta.
Il titolo, in piemontese, significa letteralmente “Non c’è Dio”, ma è anche un’espressione popolare che evoca disincanto e ironia, riflettendo il tono del racconto: appassionato, critico, a tratti anticonformista, ma sempre profondamente legato all’anima della regione. “Bog é nen” ripercorre oltre tre secoli di storia piemontese, dall’assedio di Torino del 1706 fino ai giorni nostri, passando per i grandi snodi del passato: le guerre settecentesche, la Rivoluzione francese e l’epopea napoleonica, la perdita della capitale dopo il Risorgimento, la Belle Époque, le due guerre mondiali, la ricostruzione del dopoguerra e le sfide del presente.
A tenere insieme le diverse epoche non è una semplice cronologia di eventi, ma un intreccio di narrazione storica, poesia e musica — tre linguaggi diversi che, in scena, si rincorrono e si sovrappongono. La Storia con la “S” maiuscola, fatta di battaglie e protagonisti, si fonde con quella “minore”, del popolo, dei gesti quotidiani, di chi ha costruito la vita collettiva di un territorio.
L’idea, spiegano gli autori, è quella di proporre un racconto “semplice ma non banale”, capace di parlare a tutti: una lezione di storia che diventa esperienza teatrale, in cui la musica e la poesia non sono solo accompagnamento, ma strumenti di lettura e interpretazione della realtà.
Sul palco, Davide Motto, attore, regista e voce recitante, guiderà il pubblico tra racconti e canzoni, alternando momenti di riflessione e leggerezza. Con lui Dario Pasero, narratore e studioso di lingua e letteratura piemontese, che porterà la sua conoscenza profonda della cultura regionale e delle sue radici poetiche. A completare l’ensemble, i musicisti Diego Vasserot e Aldo Marietti, diplomati al Conservatorio di Torino e già noti per la loro versatilità: in scena si alterneranno su più di quindici strumenti — dal pianoforte agli strumenti a corda, a fiato e a percussione — per creare un tessuto sonoro che accompagna e commenta le parole.
Il gruppo non è nuovo a esperimenti di questo tipo. Motto, Vasserot e Marietti avevano già collaborato in passato in uno spettacolo dedicato al grande Gipo Farassino, figura simbolo della cultura torinese popolare e d’autore. “Bog é nen” rappresenta un passo ulteriore in questa direzione: una fusione tra ricerca storica e linguaggio teatrale, pensata per restituire al pubblico un Piemonte vivo, contraddittorio e pieno di sfumature.
Lo spettacolo, della durata di circa 80 minuti, è suddiviso in due parti con un breve intermezzo musicale, ma senza intervallo, per mantenere la continuità del racconto. Il tono sarà vario, alternando momenti lirici e ironici, frammenti poetici e brani musicali che rievocano le epoche storiche trattate, dalla tradizione popolare al repertorio d’autore.
Con “Bog é nen”, gli autori intendono rompere la barriera tra il pubblico e la storia, facendo risuonare nella sala non solo i nomi dei grandi protagonisti ma anche le voci anonime di chi ha abitato il Piemonte nel tempo: contadini, operai, soldati, artisti, emigranti. Una coralità di storie che, messe insieme, compongono il volto di una regione che ha sempre saputo reinventarsi.
La prima di Tonengo di Mazzè segna l’avvio di un percorso che, nelle intenzioni degli organizzatori, toccherà altre località del Canavese e del Piemonte nel 2026, con l’obiettivo di portare il teatro e la cultura storica nei centri più piccoli, là dove la memoria collettiva resta più viva.
“Bog é nen” è, in definitiva, un omaggio al Piemonte — ai suoi luoghi, alla sua lingua, alla sua tenacia — raccontato attraverso la forza della parola e la musica dal vivo. Un modo diverso per ripercorrere tre secoli di storia, con lo sguardo lucido di chi sa che, per capire il presente, bisogna prima imparare ad ascoltare le voci del passato.

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