A San Mauro Torinese il verde urbano torna al centro dell’agenda amministrativa, questa volta con un segnale concreto: l’11 dicembre sono iniziate le 30 nuove piantumazioni previste sul territorio comunale. Un intervento che s′inserisce nel solco del rinnovo del patrimonio arboreo cittadino e che, almeno nelle intenzioni, punta a rendere la città più verde e ordinata.
Le nuove piante sono state collocate in alcune aree simboliche e molto frequentate, tra via XXV Aprile, via Costituzione, via del Porto e piazza Nassiriya, con specie selezionate per la loro resistenza e capacità di adattamento al contesto urbano. Liquidambar, Acero e Pyrus – il pero ornamentale da fiore – sono varietà considerate più adatte a reggere stress ambientali, sbalzi climatici e condizioni non sempre ideali, soprattutto lungo le strade cittadine.
Alla messa a dimora delle prime piante erano presenti la sindaca Guazzora, l’assessora all’ambiente Miatton e gli studenti della classe 1A della scuola Pellico, coinvolti in un momento dal valore educativo, che lega il tema della sostenibilità alla formazione delle nuove generazioni. Un’immagine positiva, che racconta un’idea di città attenta all’ambiente e alla partecipazione.

Ma il contesto in cui arrivano queste nuove piantumazioni è tutt’altro che neutro. Il 2025, sul fronte del verde pubblico, è stato un anno complesso e controverso. Dopo la risoluzione del contratto con la precedente società incaricata per la manutenzione – avvenuta nel 2024 per gravi inadempienze – anche la nuova ditta subentrata quest’anno ha operato con ritardi, intervenendo solo dopo ripetuti solleciti e numerose segnalazioni dei cittadini. Tagli dell’erba tardivi, potature non puntuali e una percezione diffusa di scarsa cura hanno alimentato malumori e critiche.
È vero che gli sfalci e gli interventi sono poi arrivati, ma il problema resta strutturale: la manutenzione del verde non è gestita direttamente dal Comune, bensì affidata a una società esterna, e l’efficacia di questo modello dipende tutta dalla capacità di controllo, vigilanza e – soprattutto – dalle risorse disponibili.
Ed è qui che si apre il nodo politico più delicato. La stessa maggioranza che oggi rivendica l’importanza di investire sul verde urbano, in aula ha più volte ammesso le difficoltà di bilancio e la scarsità di fondi destinati alle manutenzioni ordinarie. Una contraddizione che pesa come un’ombra anche su queste nuove piantumazioni: piantare alberi è un atto positivo, ma mantenerli vivi, sani e sicuri nel tempo è la vera sfida.
Lo dimostrano anche i precedenti recenti. A luglio scorso, una tromba d’aria ha abbattuto diversi alberi in città, riportando al centro il tema della stabilità, delle potature preventive e del monitoraggio del patrimonio arboreo. E basta spostarsi di pochi chilometri, a Settimo Torinese, per ricordare il caso del parco Berlinguer, dove diverse piante messe a dimora sono morte poco dopo, trasformando un intervento nato con buone intenzioni in un boomerang amministrativo.
Per questo, al di là delle fotografie e dei post sui social del Comune, il giudizio su queste nuove piantumazioni resta sospeso. La scelta delle specie appare ragionata e lungimirante, l’intervento va nella direzione giusta e risponde a un’esigenza reale di cura dello spazio pubblico. Ma senza una manutenzione costante, programmata e adeguatamente finanziata, il rischio è che anche questi alberi diventino, nel giro di pochi mesi o anni, l’ennesimo simbolo di promesse difficili da mantenere.
In una città che chiede più verde, più decoro e più sicurezza, la piantumazione è solo il primo passo. Il resto – come spesso accade – si misurerà nel tempo.