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12 Dicembre 2025 - 07:10
Tajani e Cirio
A Cologno Monzese, si sa, non servono più i messaggi in codice. Pier Silvio Berlusconi non parla, profetizza. E mentre il partito fondato dal padre continua a oscillare tra passato e presente, il secondogenito del Cavaliere illumina la scena con la sua ultima visione: Forza Italia deve cambiare volto, idee, pelle. Subito. Il resto – per lui – è quasi folklore politico.
La scintilla scocca durante una cena natalizia con i giornalisti Mediaset. Atmosfera rilassata, bicchieri che tintinnano, e Pier Silvio che, come uno che si è già portato avanti con lo spirito delle feste, dispensa carezze e frustate con la stessa eleganza. Prima l’endorsement alla premier – «È la miglior premier d’Europa» – poi il ringraziamento a Antonio Tajani e alla sua “tenuta del partito”. Tutto molto bello, tutto molto istituzionale.

Piersilvio Berlusconi
Poi però arriva il lampo. La visione.
La frase che a Roma giurano abbia fatto sobbalzare più di un parlamentare azzurro: «Servono facce nuove, idee nuove, un programma rinnovato». Traduzione: grazie Antonio, davvero, però il futuro non può aspettare i tempi della tua agenda diplomatica.
E qui il cerchio, guarda caso, si chiude.
Perché mentre Tajani, da Mumbai, tenta la via zen – «Sono d’accordo sul rinnovamento, stiamo già portando ragazzi giovanissimi, il partito è aperto, la classe dirigente è eletta…» – a migliaia di chilometri di distanza un altro azzurro si muove. Con tempismo sospetto. Con perfetta sintonia cosmica.
Alberto Cirio, il presidente del Piemonte, quello di cui da mesi a Cologno si parla come “una delle facce nuove”.
E dov’era ieri Alberto Cirio?
In pellegrinaggio a Lourdes?
In ritiro spirituale in Val di Susa?
A meditare sul destino del liberalismo europeo?
No.
Era da Paolo Del Debbio, in prima serata su Rete 4.
Casa Mediaset.
Altarino berlusconiano.
Uno non crede alle coincidenze. E infatti non deve farlo.
Perché, mentre Pier Silvio sussurra (si fa per dire) che Forza Italia ha bisogno di un nuovo look, e mentre a Roma il nome di Roberto Occhiuto circola come possibile nuova star azzurra in vista del 17 dicembre, da qualche settimana i radar della famiglia Berlusconi puntano sempre più spesso verso Torino.
E Cirio? Cirio, zitto zitto, ieri ha fatto ciò che si fa quando si vuole far sapere a chi comanda che si è pronti.
È andato in tv, a casa loro.
Ha bussato educatamente alle telecamere e ha detto: «Io ci sono». Senza dirlo. Ma dicendolo.
Pier Silvio, nella sua visione, vede un partito che ha bisogno di ossigeno.
Cirio, nel suo apparire, fa sapere che quell’ossigeno lui potrebbe portarlo.
E Tajani?
Tajani fa il pompiere. Dal Forum Italia-India ribadisce che tutto va bene, che il rinnovamento è già in atto, che i giovani ci sono, che lui ascolta, che lui accoglie, che lui guida. Ma la realtà – quella che Pier Silvio annusa come l’odore del palinsesto nuovo – è che a Forza Italia serve più di un restyling: serve una reincarnazione politica.
E infatti, dai corridoi Mediaset filtrano parole pesate al milligrammo: attenzione, positività.
Traduzione del dialetto di Cologno: Cirio, continua così.
D’altra parte, il messaggio della famiglia è chiarissimo: la gratitudine non basta più. E quel famoso “quid”, quello evocato come una barzelletta estiva, adesso sembra un avvertimento educato ma fermo: o il partito cambia, o qualcun altro lo cambierà.
Se poi questo “qualcun altro” abbia ieri calcato lo studio di Rete 4… beh, sarà pure una coincidenza.
Oppure no.
Pier Silvio, di certo, avrà sorriso: la sua visione sta prendendo forma.
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