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Il Piemonte accelera sulla risposta alla crisi climatica: il 17 dicembre si riunisce per la prima volta l’Osservatorio regionale

Un tavolo tecnico per coordinare azioni locali, prevenzione e tutela della montagna tra Arpa e istituzioni territoriali

Il Piemonte accelera sulla risposta alla crisi climatica: il 17 dicembre si riunisce per la prima volta l’Osservatorio regionale

Il Piemonte accelera sulla risposta alla crisi climatica: il 17 dicembre si riunisce per la prima volta l’Osservatorio regionale

Il Piemonte prova a dotarsi di una cabina di regia stabile per affrontare i cambiamenti climatici. La prima riunione dell’Osservatorio regionale, atteso da tempo e considerato uno strumento strategico per unire analisi scientifica e risposte operative, è stata fissata per il 17 dicembre. Ad annunciarlo è l’assessore allo Sviluppo e promozione della montagna Marco Gallo, intervenuto al convegno “Ghiacciai e crisi climatica: la montagna che cambia”, organizzato da Legambiente al Museo Nazionale della Montagna di Torino.

L’assessore parla di un percorso che vuole mettere attorno allo stesso tavolo enti tecnici, istituzioni e attori territoriali: una rete chiamata a elaborare strategie locali capaci di affrontare una crisi globale. «Ho molta fiducia nel lavoro di questo tavolo – ha dichiarato Gallo – perché credo sia fondamentale coordinarci e lavorare insieme per individuare le azioni concrete che possono fronteggiare gli effetti del cambiamento climatico sul nostro territorio».

In prima fila ci sarà Arpa Piemonte, protagonista nella raccolta dei dati, nella modellistica atmosferica e nella previsione dei fenomeni estremi che negli ultimi anni hanno segnato il paesaggio alpino e colpito le comunità montane. Il direttore generale Secondo Barbero sottolinea che il terreno decisivo è quello della prevenzione: «La conoscenza è fondamentale. Prevedere l’evoluzione parossistica di un fenomeno può significare salvare vite umane». Una constatazione che richiama le alluvioni improvvise, le colate detritiche e le instabilità dei versanti che scandiscono ormai la cronaca climatica regionale.

Per Gallo, la montagna piemontese è un ecosistema fragile che necessita di politiche mirate e continuative. «Va protetta – afferma – con interventi che riguardino le comunità che la abitano, il territorio e il suo equilibrio idrogeologico». Un approccio che si intreccia con la necessità di sostenere chi vive e lavora nelle zone alpine, dove la combinazione tra innalzamento delle temperature, scioglimento dei ghiacciai e riduzione della risorsa idrica modifica radicalmente le condizioni ambientali.

La nascita dell’Osservatorio arriva in un momento in cui il Piemonte è chiamato a riconfigurare le proprie strategie di adattamento climatico: dal consumo di suolo alla gestione delle risorse idriche, dalle foreste alle infrastrutture montane. L’incontro del 17 dicembre servirà a delineare una prima agenda condivisa, stabilendo priorità e strumenti operativi.

L’obiettivo, per la Regione, è duplice: da un lato migliorare la capacità di reazione a fenomeni improvvisi o estremi, dall’altro costruire una programmazione sostenibile che tenga insieme ambiente, sviluppo locale e sicurezza delle comunità.

Un compito complesso, che richiede continuità istituzionale e cooperazione scientifica. Ma anche un nuovo passo verso un Piemonte più consapevole del proprio futuro climatico.

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