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Cronaca

Massimo Giletti aggredito da un ex dei servizi segreti: pugno in pieno volto dopo la domanda sulla scomparsa di Emanuela Orlandi

La reazione violenta scatta quando il giornalista chiede spiegazioni sul pedinamento dello zio della ragazza

Massimo Giletti aggredito da un ex dei servizi segreti

Massimo Giletti aggredito da un ex dei servizi segreti

Un pugno secco, brutale, sferrato come risposta a una domanda che tocca una delle vicende più oscure d’Italia. È l’anteprima del servizio che andrà in onda lunedì 8 dicembre su Rai3, all’interno di Lo stato delle cose, e che mostra il giornalista torinese Massimo Giletti aggredito da un ex appartenente ai servizi segreti mentre indaga sulla scomparsa di Emanuela Orlandi.

La scena, già diventata un caso prima della messa in onda, è netta: Giletti chiede spiegazioni sull’avvertimento ricevuto da Mario Meneguzzi, zio di Emanuela, durante un presunto pedinamento. La domanda, ripetuta più volte, è quella che accende la miccia: «Perché avete avvisato Mario Meneguzzi che lo stavate pedinando?». L’uomo, un ex agente dei servizi, improvvisamente alza il braccio e colpisce il giornalista con un pugno violento.

Giletti reagisce, incredulo: «Ma sta scherzando? Ma le pare il modo di colpire con un pugno? Si rende conto di quello che fa?». Il video mostra la concitazione del momento, la tensione di un confronto che sfugge di mano, la violenza che irrompe in un’inchiesta televisiva destinata a riaprire piste e domande mai sopite.

Secondo quanto anticipato dalla trasmissione, la domanda di Giletti è rivolta all’ex collega di Giulio Gangi, anche lui ex agente dei servizi, oggi deceduto. Ed è proprio il nome di Gangi a riaccendere i riflettori sulla pista familiare nel caso Orlandi, un filone che Giletti ha spesso approfondito e che ora torna con forza grazie a nuovi documenti.

Il giornalista, infatti, spiega in un’anticipazione che sarà trasmessa integralmente durante la puntata: «Grazie a un documento riservato dei servizi segreti abbiamo scoperto che Mario Meneguzzi, lo zio di Emanuela, era seguito dai servizi e anche dalla polizia di Stato. Ma come mai, qual era la ragione di questo pedinamento? Ma soprattutto, c'è un grosso mistero: Meneguzzi venne avvisato da un uomo, tale Giulio Gangi, che gravitava nei servizi segreti. Perché c'era questa volontà di avvisare? Ho provato a chiederlo a chi era all'epoca il capo di Gangi, ma la reazione è stata violenta».

Il servizio, che promette di far discutere, si inserisce nell’ennesimo tentativo di fare luce su una scomparsa che da oltre quarant’anni oscura la storia italiana, mentre la reazione dell’ex agente mostra quanto certe domande, ancora oggi, riescano a toccare nervi scoperti.

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