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07 Dicembre 2025 - 14:19
✨ Investimenti che fanno bene al Piemonte: arrivano oltre 23 milioni per sostenere ricerca, idee e innovazione nelle nostre università
Sono numeri importanti quelli che emergono dal terzo bando del Fondo italiano per la scienza, eppure non bastano a spegnere le domande sul futuro della ricerca piemontese. Il Piemonte porta a casa oltre 23 milioni di euro, distribuiti tra università e centri scientifici che hanno saputo imporsi in un concorso nazionale estremamente competitivo. Il Ministero dell’Università e della Ricerca ha infatti valutato più di cinquemila proposte e ne ha selezionate 326, destinando un totale di oltre 432 milioni al sostegno della ricerca di base più innovativa.
Secondo i dati ufficiali, alle istituzioni piemontesi arrivano 23.135.127,46 euro, che finanziano diciotto progetti collocati nei tre grandi macrosettori previsti dal bando: Life Sciences, Physical Sciences and Engineering e Social Sciences and Humanities. È un flusso economico cruciale per un territorio che da anni rivendica un ruolo da protagonista nei sistemi di ricerca nazionali, ma che spesso si trova a competere con realtà dotate di infrastrutture più estese e investimenti strutturali più solidi.
Nel dettaglio, il settore Life Sciences assorbe 8.609.123,66 euro: una fetta significativa, di cui 4.883.743,66 euro destinati all’Università di Torino, 2.452.980 euro alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro di Candiolo e 1.272.400 euro all’Università del Piemonte Orientale. Una distribuzione che conferma l’importanza cresciuta negli anni della ricerca biomedica regionale, anche grazie alla capacità dei centri piemontesi di attrarre progetti competitivi.
Ancora più consistente risulta il finanziamento al comparto Physical Sciences and Engineering, dove maturano 7.347.504,80 euro. In questo campo, il peso del Politecnico di Torino è evidente: all’ateneo di corso Duca degli Abruzzi vengono assegnati 4.963.188 euro, mentre l’Università di Torino ottiene 2.384.316,80 euro. È un altro tassello che consolida la centralità torinese nel panorama dell’ingegneria e delle scienze fisiche, una tradizione storica che continua a generare progettualità vincenti.
Il terzo macrosettore, quello delle Social Sciences and Humanities, riceve 7.178.499 euro. Anche qui l’Università di Torino conquista la quota maggiore, pari a 4.841.317,46 euro, mentre al Politecnico di Torino spettano 2.337.181,54 euro. Un risultato che mette in evidenza come le scienze sociali e umanistiche stiano acquisendo un peso crescente nelle politiche di finanziamento nazionale, grazie alla capacità di proporre studi che dialogano con le trasformazioni sociali contemporanee.
La distribuzione delle risorse segue inoltre la divisione in categorie di carriera: 15.194.650,34 euro finanziano tredici progetti nella sezione Starting Grant, dedicata ai ricercatori emergenti; 2.614.080 euro sostengono due progetti della categoria Consolidator Grant; 5.326.397,12 euro vanno infine a tre progetti presentati da studiosi affermati, gli Advanced Grant. Uno schema che fotografa un territorio dotato di energie giovani, ma anche della capacità di mantenere in Piemonte figure di alto profilo scientifico.
Nelle parole della ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, emerge l’orgoglio istituzionale per un risultato significativo, accompagnato da un messaggio politico chiaro. La ministra ha dichiarato: «La ricerca è un motore potente di crescita e sviluppo. Congratulazioni ai ricercatori del Piemonte che si sono aggiudicati il bando Fis3: il Paese è al vostro fianco, perché siete voi a dare energia all'innovazione. State trasformando idee ambiziose in progetti capaci di aprire nuove strade per il futuro. Le vostre intuizioni sono il cuore dell'innovazione». Un riconoscimento che celebra l’impegno dei ricercatori, senza però nascondere la necessità di rafforzare un sistema che vive anche di strutture, infrastrutture e investimenti continui.

ANNA MARIA BERNINI - MINISTRO UNIVERSITA'
La fotografia che emerge dal FIS3 è quella di un Piemonte competitivo, articolato, capace di produrre eccellenza nei tre grandi settori disciplinari, ma consapevole che il finanziamento della ricerca non può esaurirsi nei bandi occasionali. I risultati premiano la qualità dei team scientifici, ma interrogano la politica sulle strategie a lungo termine: perché un sistema della ricerca davvero solido non può dipendere unicamente dalla capacità dei singoli gruppi di vincere bandi, pur fondamentali. Servono continuità, programmazione, sostegno agli atenei e ai centri che ogni giorno fanno crescere un capitale intellettuale spesso sottovalutato.
Il FIS3 assegna risorse importanti e riconosce il valore delle idee più promettenti. Ma il dibattito sul futuro della ricerca piemontese resta aperto: questi 23 milioni rappresentano un’iniezione vitale, certo; ma bastano a costruire una strategia stabile e competitiva rispetto ai poli europei? È qui che si giocherà la prossima partita, quella che determinerà non solo il numero di progetti finanziati, ma il ruolo che le università e i centri di ricerca del territorio sapranno conquistare nei prossimi anni.
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