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Cronaca
04 Dicembre 2025 - 09:41
La casa della “signora che piange” occupata dai No Tav: nasce un presidio permanente a San Giuliano
La miccia è tornata ad accendersi a San Giuliano di Susa, dove i militanti No Tav hanno occupato la casa della donna diventata simbolo della protesta dopo la foto — ormai virale — che la ritraeva in lacrime il giorno dell’esproprio. L’immagine, circolata sui social nelle ultime settimane, aveva infiammato un movimento che da oltre trent’anni vive di mobilitazioni, presidi e assemblee. Ora quella stessa abitazione è stata trasformata in un presidio permanente, una scelta che punta a riaffermare, nelle parole dei militanti, la volontà di “riprenderci spazio e dignità”.
Gli attivisti spiegano che la casa non sarà soltanto un luogo-simbolo, ma diventerà una base stabile per iniziative, turni di sorveglianza e attività politiche. Per i No Tav l’esproprio dell’abitazione dell’anziana — da loro definita “l’ennesima ferita inflitta al territorio” — rappresenta il punto di rottura che ha richiesto una risposta immediata e determinata. In un comunicato diffuso all’indomani dell’occupazione, i militanti hanno ribadito che “qui nessuno sarà lasciato solo” e che la comunità della valle “non accetterà l’ennesima violenza su un territorio che da decenni porta sulle spalle il peso di decisioni imposte”.
L’azione arriva infatti in un momento di forte mobilitazione. Sono già previste nuove iniziative di protesta al cantiere di San Didero e in zona Mulini, con presidi, passeggiate popolari e assemblee che coinvolgeranno attivisti arrivati non solo dalla Val di Susa, ma anche da altre regioni. L’obiettivo è mantenere alta l’attenzione sulla fase dei lavori e sul tema degli espropri, che continua a generare attriti politici e tensioni con le forze dell’ordine.
Il culmine sarà l’ormai tradizionale marcia dell’8 dicembre, data storica per il movimento No Tav. Il corteo partirà alle 13 dall’odierno presidio di Venaus e si concluderà proprio a San Giuliano, davanti alla casa occupata, ora diventata il nuovo epicentro simbolico della protesta. L’affluenza è prevista alta, complice la rinnovata spinta emotiva legata alla vicenda dell’anziana e la volontà dei militanti di riportare al centro il tema degli espropri e del rapporto tra territorio e grandi opere.
Le forze dell’ordine stanno monitorando la situazione, mentre la politica regionale guarda con preoccupazione a una settimana che si annuncia tesa. Il fronte No Tav, invece, parla di una battaglia che “non conosce resa” e che, con l’occupazione della casa, aggiunge un nuovo capitolo alla storia ormai decennale del movimento.

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