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Tutta colpa del Prae e di fronte al Prae il sindaco è un uomo morto

Seduta surreale del consiglio comunale di Ivrea: rimpalli sul PRAE, promesse smentite e la dura denuncia del Comitato No Cava

Tutta colpa del Prae e di fronte al Prae il sindaco è un uomo morto

Il sindaco Matteo Chiantore

Il comunicato che segue arriva all’indomani di una delle sedute più surreali del consiglio comunale di Ivrea degli ultimi mesi. Ieri sera il dibattito sulla cava di San Bernardo si è trasformato nell’ennesimo gioco di rimpalli, interpretazioni creative delle norme, ricostruzioni parziali e responsabilità che, come sempre, sembrano appartenere a tutti e a nessuno. Mentre la maggioranza cercava di difendere la propria linea politica brandendo il PRAE come scudo definitivo, i rappresentanti del Comitato No Cava hanno assistito in silenzio — e con crescente incredulità — all’ennesima giravolta amministrativa.

Quella che avrebbe dovuto essere una discussione trasparente sul futuro del territorio è presto scivolata in un clima da teatro dell’assurdo: mozioni lette e subito reinterpretate, posizioni politiche rimasticate, richiami tecnici tirati fuori come pezze di comodo, promesse ribadite con convinzione e poi smentite dagli atti ufficiali. Una serata che per molti cittadini presenti e collegati in streaming ha confermato una amara sensazione: quando si ha a che fare con le grandi imprese che operano in città (Flecchia e Cogeis, tanto per citarne due), più che una linea politica si preferisce una genuflessione.

È in questo contesto che il Comitato No Cava ha scelto di diffondere una nota dura, articolata e senza filtri, per ricostruire quanto accaduto e per denunciare ciò che ritiene essere un vero e proprio cortocircuito istituzionale. Qui di seguito la loro versione dei fatti, così come è stata consegnata al giornale.

Vanessa Vidano

Vanessa Vidano, consigliera comunale No Tav

Il canto del cigno della politica

La seduta del consiglio comunale del 28/11 spiega, meglio di qualsiasi trattato sociologico, del perché la gente non va più a votare. Riassunto per cinefili: “Quando un sindaco con una mozione unanime del consiglio incontra un tecnico comunale con il PRAE in mano, il Sindaco è un uomo morto”.

Sorge il legittimo dubbio del perché, anche in ambito locale dove i problemi sono tangibili ed in apparenza affrontabili e risolvibili dalla politica, ci venga chiesto di votare un sindaco per poi scoprire che tutto è già deciso e immodificabile a causa di norme sovraordinate, di piani approvati, di attribuzioni di competenze decise a livello nazionale, regionale, ecc.

Ma arriviamo al dunque. La mozione viene letta, il Sindaco prende la parola e il colpo di scena è presto servito. La colpa non è del Sindaco, della Città Metropolitana, di Cogeis ma bensì… del PRAE. Un Piano delle attività estrattive regionale che nessuno conosce veramente, un oggetto oscuro ai più, ma che per fortuna è stato approvato da un’amministrazione di centro destra.

La faccia è salva e le truppe cammellate della maggioranza non hanno nessun dubbio a riguardo. Come può permettersi un consigliere di minoranza di mettere in discussione l’operato del Sindaco dopo che il suo partito ha approvato un documento programmatico sulle attività estrattive citato nella determina di rinnovo e che forse ha agevolato o addirittura consentito l’approvazione della cava?

Nessuno dei consiglieri conosce veramente il PRAE ed il giochetto è presto fatto.
Il PRAE diventa lo specchio per le allodole ed il fumo negli occhi cala sul consiglio e sugli ignari spettatori.
Il PRAE diventa presto lo strumento che ha reso possibile approvare la cava, non quello che ne ha recepito l’approvazione.

Tutto quello successo prima dell’approvazione del PRAE, avvenuta il 30/09/2025, viene azzerato con un colpo di spugna. Una sanatoria, anzi un vero e proprio delitto perfetto.

E così viene archiviata ai posteri un’istruttoria scandalosa durata 6 anni dal 2008 al 2014, culminata nell’approvazione della cava da parte del SUAP di Ivrea e sancita dal parere favorevole della giunta Della Pepa, una variante urbanistica approvata nel 2013 e mai recepita sulle tavole del PRGC, una procedura di rinnovo opaca ed all’insegna dell’incompetenza, una posizione del Sindaco forte a parole e debole negli atti con valenza amministrativa.

La ricostruzione dell’operato del Sindaco è degna di un’equilibrista del Cirque du Soleil.

Riassumendo:

Avevo scritto a Città metropolitana di Torino fin dal giorno 02/05/25 (dopo l’incontro avvenuto a San Bernardo con la popolazione). Peccato che venga omesso di fornire ragguagli sulla risposta della Città metropolita richiamata nella determina (nota 84033 del 20/05/25).

La mozione unanime di contrarietà del C.C. del 26/05/25 era nota alla CmTo. Non perché l’avessi trasmessa ma perché… era richiamata nella lettera di osservazioni del Comitato (?).

In conferenza dei servizi li ho fatti neri e ne ho dette di tutti i colori contro la cava. È scritto chiaramente nel verbale di conferenza (di cui è in possesso solo il Comune…). Peccato che poi nella determina, di quanto detto a verbale dal Sindaco non ci sia traccia e resti solo il parere favorevole del dirigente. Ma è del mestiere? Lezione n. 1: “verba volant, scripta manent”.

Il comitato ha scritto 30 pagine di osservazioni sugli impatti della cava e non era il caso che il Comune le facesse proprie. Peccato che il peso del comitato nell’istruttoria sia decisamente diverso da quello di un’amministrazione comunale e neanche una riga sia mai stata scritta dal Comune negli atti ufficiali riguardo all’impatto della cava sull’ambiente. Non una.

Sul mandato ricevuto dal Sindaco e palesemente disatteso di informare il comitato su tutti gli atti successivi alla mozione del consiglio comunale del 26/05/25 non viene fatto accenno. Forse è colpa del PRAE…

i cittadini

Ma dopo tutte queste ricostruzioni di comodo, finalmente una buona notizia.
Il Comune ha preso carta e penna ed ha scritto a Cogeis, CmTo e Regione che non concederà mai la variante per ampliare la viabilità di accesso alla cava trasformando aree agricole in strada.

Ma come, poco prima ci hanno spiegato che il potere politico non può frapporsi alla mera applicazione delle norme da parte dei tecnici ed adesso ci prospettano un veto del consiglio comunale ad una variante che riguarda 50 metri quadridi terreni agricoli? Ma è del mestiere?

In un paradosso normativo senza precedenti il Comune prima detta le condizioni per realizzare la strada di accesso alla cava, ne impone caratteristiche geometriche e costruttive, le fa parte integrante di una delibera di rinnovo e poi dichiara pubblicamente che non concederà mai i permessi per realizzarla. Chapeau!

Qualsiasi buon avvocato, anzi anche uno pessimo, sa che un atto del genere contiene un vizio di forma che lo rende facilmente impugnabile, ma al comitato si può raccontare qualsiasi cosa, tanta è la scarsa considerazione riposta verso i suoi componenti…

Il presidente del Consiglio comunale si sente addirittura in dovere di chiedere a Cantoni di precisare pubblicamente che l’istituto della mozione non avrà effetti diretti sul provvedimento di autorizzazione al rinnovo rilasciato da CmTo, come se qualcuno potesse essersi mai illuso del contrario.

Forse è il caso di andare.
Seguono sproloqui dei consiglieri di maggioranza dove si paragona il comitato NO CAVA ai NO TAV, se ne lodano gli intenti e la perseveranza, la purezza d’animo, ma purtroppo di fronte al PRAE tutto rientra inevitabilmente nelle più sterili logiche di contrapposizione politica.

Il teatrino può continuare senza i rappresentanti del Comitato, in modalità streaming e – come dice il presidente del Consiglio comunale – “gli applausi non sono ammessi

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