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Il Canavesano imbruttito
25 Novembre 2025 - 15:18
Italia alla deriva tra guerra, menzogne e politica da discount
Dai che ce la facciamo, se non è oggi sarà domani, un domani che pare essere sempre più vicino e poi, anche i più inguaribili menefreghisti, saranno costretti a fare i conti con la realtà, che già non ha più nulla di roseo, ma che si prepara ad essere più cupa e devastante del peggior uragano. Intanto, forse a qualcuno è sfuggito, lo scorso 17 settembre la signora Roberta Tedesco Triccas coniugata Metsola, politica maltese, Presidente del Parlamento Europeo, ha inaugurato a Kiev una sede permanente di rappresentanza dell’Europarlamento, simbolo, a suo dire, “dell’impegno e del sostegno dell’Unione Europea all’Ucraina”. Insomma, credo che ormai alla follia non ci sia più limite, l’Ucraina non è un Paese membro dell’Unione Europea, non è un Paese membro della N.A.T.O. eppure, mentre i buontemponi statunitensi bombardano il Venezuela, mentre i "perseguitati" ebrei mettono a ferro e fuoco la Cisgiordania, il Libano e continuano, in violazione del cessate il fuoco sottoscritto a Sharm El Sheikh lo scorso 10 ottobre, a far strage di palestinesi nella Striscia di Gaza, l’unico imperativo del nostro Governo pare essere quello di finanziare il regime di Zelensky con armi e soldoni. Questo mentre lo sport preferito dei cacciatori israeliani è ormai assodato essere, anche in tempi di “pace virtuale”, l’abbattimento di bambini palestinesi. Questo mentre a nessuno dei nostri baldi politici è venuto in mente di compiere gesti simbolici a sostegno della Palestina e questo mentre sempre più italiani cominciano a mostrare insofferenza e paura per essere stati schierati in “prima linea”, anima, corpo e portafoglio, a sostegno di un Paese che fino a “ieri”, nel Donbass, prima dell’intervento militare russo, faceva da anni, quello che gli israeliani, indisturbati, addirittura incitati, fanno in Terra di Palestina.
Da noi si vive una realtà strana, condita di menzogne spacciate per verità; una realtà tanto assurda, infarcita di paradossi e contraddizioni, capace di sfidare ogni logica, di travisare i fatti e di piegare la storia ad uso e consumo del momento e dei rampanti guerrafondai che vorrebbero Russia e Cina ridotte come l’Occidente filoamericano. Da noi si aggirano individui “strani”, stranamente eletti, probabilmente da gente ancor più strana, a rappresentare l’Italia nelle istituzioni, individui che sono riusciti nell’arduo compito di cancellare qualità e motivazioni dalla politica.
Ormai è tutto un reality di dubbio gusto, il famoso “teatrino”, che ha replicato per lunghi anni nei palazzi del potere romanocentrico, palco dal quale si sono esibiti “grandi” politici nell’arte della recitazione, gente capace di portare alle urne anche più del 90% degli italiani aventi diritto di voto, non c’è più, la “produzione” l’ha chiuso definitivamente. Il politico vero pare costasse troppo e non fosse disposto ad adattarsi a qualsiasi copione. Si è scelto di mandare in scena gente senza arte ne parte, sicuramente inadatta alla recitazione, ma più a buon mercato e, soprattutto, capace di rinnegare addirittura sé stessa. Si è scelto così, non per insuccesso di pubblico, anzi, negli anni il “teatrino” è riuscito riempire le piazze, a creare code lunghissime ai seggi elettorali, a offrire recite memorabili ed anche, cosa non da poco, a nascondere gli intrallazzi politici sotto i polverosi tappeti del “palcoscenico”, gli scandali dietro le “quinte” e gli scheletri negli “armadi” dei camerini. Ora, non è che se ne senta la mancanza, ma ciò che l’ha sostituito va oltre l’indecenza, è un qualcosa di osceno, immorale e sconcio.

Meloni in Albania
Intanto, mentre la democrazia si ritira, ormai svuotata del consenso popolare, si apprende che i “Centri per immigrati” voluti dal Governo Meloni in Albania ci sono costati, prendendo dai denari destinati a scuola e sanità, solo per il 2024, 169,6 milioni di euro di cui 73,5 per la costruzione e 96,1 per le spese operative. Secondo uno studio di “Action Aid” e dell’Università di Bari i costi per l’operatività dei “Centri di accoglienza” in Albania sono stati di 114.000 euro al giorno per i cinque giorni in cui sono stati operativi nel 2024 e di 153.000 euro per la costruzione di ogni singolo posto per un totale di 570.000 euro ai quali va aggiunta la spesa di 528.000 euro dedicata all’ospitalità del personale di polizia.
In tutto questo bailamme, in attesa di essere completamente sommersi dai debiti, quindi, in attesa dell’inevitabile patrimoniale, che ci sarà indipendentemente dal fatto che al governo ci sia “centro-destra” o “centro sinistra”, noi riusciamo, chissà con quale gioco di prestigio, a trovare miliardi per l’Ucraina come se crescessero sugli alberi. Questo mentre, passando per il Servizio Sanitario Nazionale, ci vuole anche più di un anno di attesa per poter usufruire di esami strumentali e di visite specialistiche salvavita. Questo mentre il prezzo di gasolio e benzina, unicamente per motivazioni politiche, alla pompa risulta essere completamente fuori controllo. Questo mentre in molte zone d’Italia il trasporto pubblico è paragonabile ad una barzelletta di cattivo gusto. Questo mentre, ormai è evidente, si sputtanano milioni unicamente per non fare chiarezza sui danni causati dalla campagna vaccinale “anti covid”. Questo mentre le nostre maggiori città, quando cala il buio, sono ormai off limits per i cittadini che vorrebbero viverle e che, invece, sono costretti in casa a causa di una delinquenza dilagante e sempre più incontrollata. Questo mentre fra i “politici”, disperatamente in cerca di facili consensi, si distingue ancora una volta l’ucrainomane Calenda, che mostra sui social il suo nuovo tatuaggio, il tridente simbolo dell’Ucraina, come se a qualcuno potesse interessare qualcosa più di niente. Questo mentre Pina Picierno, Vicepresidente del Parlamento Europeo eletta tra le fila del Partito Democratico, dopo averci fatto sapere, già un anno fa, di aver votato “la mozione per l’Ucraina nella sua integralità compreso il sostegno all’utilizzo delle armi a lungo raggio sul territorio russo”, ha recentemente precisato, forse perché completamente scollegata dalla realtà o forse perché ambisce a soppiantare Salvini nel ruolo di “grande amico di Israele”, che “difendere Israele significa difendere le nostre libertà”. Questo mentre il 12 novembre scorso, a Torino, la grande manifestazione voluta da Calenda, occasionalmente latitante, contro la propaganda del Cremlino ed i propagandisti russi, si è risolta in un misero flop con una partecipazione di non più 30 persone, sebbene “il Fatto Quotidiano” abbia narrato, riportando due diverse dichiarazioni fornite dai presenti, di una partecipazione di 60 e 82 manifestanti. Che dire, un “fiume umano”, come quello che Calenda avrebbe voluto far scorrere a Roma l’11 settembre 2021 a sostegno della campagna vaccinale contro il covid, ma che poi annullò pochi giorni dopo averlo annunciato, alla fine del mese di agosto, quando, probabilmente in assenza di manifestanti “pro-vax”, si sarà reso conto del niente che avrebbe portato a sfilare per le vie della Capitale.
E’ così! L’Italia ha mille problemi: classe dirigente incapace e spesso, come informano le cronache, corrotta; tasse altissime, le più alte al mondo; stipendi dei lavoratori bassissimi, addirittura inferiori dell’8,8% rispetto a quelli del 2021; produttività costantemente in calo; disoccupazione reale in continuo aumento; giustizia solo più per chi se la può permettere; scuola ridotta a parcheggio per figli; sanità pubblica al collasso; spese per il riarmo e per gli aiuti all’Ucraina completamente fuori controllo; sicurezza inesistente e, invece di pianificare il risanamento del Paese, abbattendo la burocrazia, diminuendo le tasse sul lavoro, incentivando chi, nonostante tutto, ha ancora voglia di imprendere, da noi si blatera di “mobilitazione contro i collaborazionisti russi”; di aiuti a Israele; di patriarcato; di identità di genere; di vaccini e vaccinazioni contro tutto, ma non contro il virus della malapolitica. Insomma, ci sarebbero tante cose da fare, anche troppe, ma pare che la classe politica italiana, tutta, manchi di due indispensabili accessori per fare qualcosa di buono per il Paese: la volontà e gli strumenti, questi ultimi svenduti e in parte regalati da Draghi, Prodi & Co. ai tempi delle privatizzazioni selvagge.
Nel frattempo a noi è chiesto semplicemente di mettere, senza fare troppe domande, “liquido” e lacrime in un colabrodo da cui scappano incessantemente fiumi di sperperi, assistenzialismi e ruberie di ogni genere, decisamente non poco e non a caso nelle urne, ormai,si raccolgono i voti in suffragio di una democrazia deceduta ed i resti della politica partitocratica.
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