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25 Novembre 2025 - 15:04
Monopattini in sharing: l’ennesima cagata targata Comune di Settimo
È bastato un comunicato stampa fresco di giornata per riaccendere la solita miccia: l’Amministrazione comunale di Settimo, guidata da Elena Piastra, annuncia con entusiasmo il nuovo servizio di monopattini e bici elettriche in sharing… e la città insorge. Ancora. Di nuovo. Come sempre. È diventata quasi matematica applicata: annuncio della sindaca = rivolta su Facebook. Una formula più precisa delle previsioni meteo e più stabile delle buche sulle strade o dell’erba alta nei parchi.
Insomma, dal 3 dicembre arriveranno 200 monopattini e 100 biciclette targati Dott, “leader europeo della micromobilità”. Parola del Comune. Tutto bello, tutto smart, tutto modernissimo: app, stalli, GPS, tariffe agevolate. Con un pizzico di fantasia si potrebbe pure credere di vivere in una città del 2050. Peccato che una semplice passeggiata per Settimo riporti subito ad oggi, capitolo “manutenzione dimenticata”.
La sindaca Elena Piastra e l’assessore Armando Cirillo parlano di mobilità sostenibile, intermodalità, collegamenti metropolitani, biciplan, 40 chilometri di piste ciclabili – un fiume di parole che scorre a velocità doppia. Ma sotto al post del Comune scorre un fiume ancora più rumoroso: quello dei commenti dei cittadini, che dicono tutt’altro. Molto altro.
Perché quando la Sindaca sogna città in sharing e spostamenti futuristici (una delle sue tante visioni), la gente — quella vera, quella che ogni mattina perde l’equilibrio sui marciapiedi spaccati e schiva voragini in mezzo alla carreggiata — chiede solo tre cose: riparare le strade, tagliare l’erba, pulire le isole ecologiche piene di topi. Tre. Roba basica. Roba di una normalità disarmante, non un capitolo del Premio Pulitzer per l’Innovazione Urbana.
E invece no: arrivano i monopattini.
E Facebook esplode come sempre, con la precisione di un timer.
C’è chi ricorda che tutte le grandi città li stanno togliendo, mentre Settimo li introduce con orgoglio. Chi prevede incidenti a catena. Chi cita Firenze, che li ha aboliti, e si chiede se Settimo viva in un universo parallelo dove le notizie arrivano con il piccione viaggiatore. C’è chi apre la parentesi sicurezza: casco obbligatorio? Giubbino? E soprattutto chi li fornisce? E poi il grande incubo collettivo: chi li rimette in riga quando verranno abbandonati ovunque? Perché tutti, proprio tutti, ricordano ancora la fine tragicomica delle biciclette di qualche anno fa.
La frase più ricorrente nei commenti è un mantra amaro: “Mentre le altre città li aboliscono, a Settimo li mettono.”
E subito dietro arriva il sotto-testo ormai automatico che accompagna ogni mossa della giunta: “Non c’era proprio altro da fare?”
Tipo aggiustare i marciapiedi? Tipo rifare la segnaletica orfana da mesi? Tipo tagliare quel prato che ormai raggiunge l’altezza media di un bambino delle elementari? Tipo bonificare le isole ecologiche diventate resort per famiglie di topi sempre più intraprendenti?
Ma niente: a Settimo si vola sul monopattino. O almeno ci si prova.
I cittadini prevedono caos, intralci, mezzi buttati nei fossi, marciapiedi trasformati in piste da slalom, automobilisti disperati, carrozzieri al settimo cielo. Qualcuno ironizza sull’amministrazione “sempre al passo coi tempi”, ma invertito rispetto al resto del mondo. Altri dicono chiaramente che l’iniziativa “non era necessaria”. Altri ancora usano definizioni più colorite e dirette. Della serie: "E' una cagata pazzesca!"
Nel frattempo il Comune continua a rilanciare, parlando con entusiasmo dei collegamenti metropolitani, di un futuro radioso in cui si pedala felici tra Settimo, Torino, Rivoli e Moncalieri. Un quadro quasi poetico, se non fosse che a Settimo, nel frattempo, si continua a inciampare nei marciapiedi rotti.
Insomma, nella città che un tempo si vantava di essere “bella da vivere”, oggi l’impressione è che qualunque cosa annunci l’Amministrazione non venga più accolta con ottimismo, ma con quella rassegnazione stanca di chi osserva l’ennesima trovata pensando: “E anche stavolta, niente: si è scelto tutto, tranne quello che serviva davvero.”
E domenica, quando i monopattini faranno la loro comparsa negli stalli fiammanti appena verniciati, c’è già chi scommette sull’epilogo: un’idea nata bene, finita male.
Come molte cose a Settimo. Con la differenza che, purtroppo, le strade non sono “in sharing”. E non spariscono con un click.
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