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Il centrodestra tratta sul “neoporcellum”: verso un proporzionale con premio di maggioranza e addio ai collegi uninominali

Tra soglie, sbarramenti e preferenze si apre il cantiere della nuova legge elettorale, ricalcata sul Porcellum corretto dalla Consulta

GIORGIA MELONI

GIORGIA MELONI

Il centrodestra lavora a una riforma elettorale che, tra ipotesi, soglie e modelli da ricalibrare, rievoca da vicino il vecchio Porcellum. Una proposta che gli sherpa definiscono già un “Porcellum costituzionalizzato”, un sistema che eliminerebbe i collegi uninominali e introdurrebbe un proporzionale con premio di maggioranza destinato alla coalizione vincente, a patto che superi una soglia prestabilita. Su questo schema si concentra il confronto interno, ancora aperto su nodi decisivi come lo sbarramento, la soglia per ottenere il premio e il metodo per eleggere deputati e senatori.

Il punto di partenza, spiegato da Giovanni Donzelli, è chiaro: eliminare i collegi uninominali introdotti dal Rosatellum, che oggi elegge un terzo dei parlamentari in collegi uninominali e i restanti in piccoli collegi proporzionali con listini bloccati. Nel 2022, la vittoria larga del centrodestra nei collegi uninominali era arrivata grazie alla frammentazione del centrosinistra, garantendo una solida maggioranza parlamentare. Ora la maggioranza vuole superare quel sistema per riaprire il cantiere della rappresentanza.

GIOVANNI DONZELLI

Lo schema al vaglio è un ritorno al modello del Porcellum, corretto però con le indicazioni della sentenza della Corte costituzionale del 2014. La formula prevede un proporzionale con premio di maggioranza alla coalizione vincente che superi una soglia compresa tra il 40% e il 42%. Altra opzione è quella di un premio “crescente” – 12%, 13%, 15% – legato a soglie progressivamente più alte, come il 42%, 43% o 45%.

Il tema dello sbarramento divide i tavoli tecnici. Oggi la soglia per i partiti che corrono da soli è fissata all’8%. Se venisse parificata al 3% dei partiti in coalizione, si aprirebbe la strada a una corsa autonoma di forze come Azione di Carlo Calenda, un’ipotesi che alcuni nel centrodestra considerano plausibile e perfino utile nell’attuale schema politico.

Carlo Calenda

Resta poi il nodo dell’elezione dei singoli parlamentari, che incrocia due visioni opposte. L’opzione più semplice è mantenere i listini bloccati nei collegi proporzionali, dai quali attingere gli eletti. La linea alternativa, sostenuta da Forza Italia, punta invece sul ritorno alle preferenze, meccanismo che permetterebbe agli elettori di scegliere direttamente i propri rappresentanti. Una soluzione intermedia è quella avanzata dal presidente del Senato Ignazio La Russa, che propone un capolista bloccato e preferenze per gli altri candidati.

IGNAZIO LA RUSSA, PRESIDENTE DEL SENATO

Il confronto è ancora aperto e i prossimi incontri serviranno a definire numeri, soglie e meccanismi. Ma lo scheletro della riforma è già in vista: una legge proporzionale con premio, costruita per garantire governabilità alla coalizione vincente e, allo stesso tempo, blindata nei parametri richiesti dalla Corte costituzionale. Un ritorno al passato, rivisto per un sistema politico che ha cambiato equilibri, protagonisti e necessità.

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