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Torino sommersa dai rifiuti: telecamere inutili e marciapiedi impraticabili

Nel quartiere torinese di Barriera di Milano, nonostante la videosorveglianza installata a pochi centimetri dalle ecoisole, via Fossata continua a essere invasa da abbandoni di rifiuti. La denuncia della consigliera Verangela Vera Marino: “Impianti inutili se nessuno li controlla”.

Torino sommersa dai rifiuti: telecamere inutili e marciapiedi impraticabili

Torino sommersa dai rifiuti: telecamere inutili e marciapiedi impraticabili

A Torino, nel quartiere Barriera di Milano, c’è un punto che ogni giorno ricorda ai residenti quanto siano lontane le rassicurazioni del sindaco Stefano Lo Russo sulla cura dei quartieri: via Fossata. Qui, tra ecoisole, palazzi popolari e una delle strade più trafficate della zona, il marciapiede è diventato l’ennesima discarica non autorizzata, sotto gli occhi — o meglio, le lenti — delle telecamere comunali.

Sì, perché proprio a pochi centimetri dai cassonetti spuntano le telecamere installate dal Comune e da Amiat, annunciate mesi fa come la soluzione definitiva contro gli abbandoni dei rifiuti. L’idea era semplice: più videosorveglianza, meno inciviltà. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: gli ingombranti continuano a moltiplicarsi, mentre i pedoni sono costretti a fare lo slalom tra sacchi, mobili rotti e ogni genere di rifiuto.

A denunciare il fallimento di questa strategia è Verangela Vera Marino, capogruppo di Fratelli d’Italia in Circoscrizione, che da settimane insiste su un punto essenziale: le telecamere ci sono, ma sembra non le guardi nessuno.
“Nonostante l’impianto di videosorveglianza, la situazione continua a rimanere critica”, afferma Marino. “E noi continuiamo a chiedere spiegazioni alla Città di Torino e ad Amiat: perché con tutte queste telecamere nessuno interviene?”

Domanda legittima, soprattutto in una zona che vive già problemi strutturali, sociali e di sicurezza. Ma da Palazzo Civico, per ora, solo silenzi o risposte di circostanza. L’amministrazione Lo Russo, che in campagna elettorale aveva promesso attenzione ai quartieri e tolleranza zero verso il degrado, qui sembra essersi rassegnata. Come se via Fossata fosse un dettaglio, un piccolo sacrificio accettabile nella grande narrazione di una città “che migliora”.

Il concetto di “miglioramento”, però, per chi vive il quartiere ogni giorno, è difficile da accettare. Le immagini parlano da sole: un marciapiede totalmente impraticabile, cumuli di rifiuti che si rigenerano a ogni notte, e la solita, immancabile promessa che “si farà di più”. Emblematica la constatazione della consigliera Marino:
“Installare impianti di videosorveglianza nei punti critici non serve a nulla se poi nessuno li controlla”.
Una frase semplice, che fotografa perfettamente la distanza tra le intenzioni del Comune e la realtà.

E mentre via Fossata continua a trasformarsi in una discarica a cielo aperto, i residenti si domandano quale sia la reale utilità di telecamere che non portano a sanzioni, interventi o cambiamenti. È un interrogativo che riguarda non solo la Barriera, ma tutte quelle zone dove l’amministrazione aveva promesso rigore e invece si ritrova spesso a rincorrere i problemi, senza mai anticiparli.

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La sensazione diffusa è che in questa parte di città ci si accontenti di palliativi: una telecamera qui, un annuncio là, un sopralluogo ogni tanto. Ma senza controlli, senza multe, senza presenza, tutto resta com’è. E a pagare, come sempre, sono i residenti.

Insomma: via Fossata continua a smentire quotidianamente la narrazione rassicurante del sindaco Stefano Lo Russo. Le telecamere sono accese, forse. Ma la città, su questo tratto di marciapiede, sembra spenta.

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