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Dalla criminalità alla solidarietà: nasce la Casa della Libertà

L’edificio confiscato in via Ceresole diventa la nuova sede di Avis, Aido, Admo e Avulss. All’inaugurazione presente anche il consigliere metropolitano Davide D’Agostino

Dalla criminalità alla solidarietà: nasce la Casa della Libertà

Dalla criminalità alla solidarietà: nasce la Casa della Libertà

È una storia di restituzione, di quelle che ricordano ai cittadini che la legalità non è solo una parola da pronunciare in occasione delle commemorazioni, ma un fatto concreto che può prendere forma dentro un edificio, dietro una porta, in un luogo che cambia pelle e destino.

A San Maurizio Canavese, in via Ceresole 17, il Comune ha inaugurato la Casa della Libertà, l’immobile acquisito negli anni scorsi in seguito a una confisca prevista dal Codice delle leggi antimafia. Un tempo proprietà da cui lo Stato aveva dovuto sottrarre ombre, oggi simbolo di una comunità che sceglie la strada opposta: quella della trasparenza, della socialità, del servizio.

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L’edificio è stato completamente ristrutturato e restituito ai cittadini con una nuova vocazione, tutt’altro che simbolica: qui troveranno sede Avis, Aido e Admo, tre realtà del volontariato che da sempre rappresentano la parte più generosa del territorio.

Un luogo nato dalla sottrazione all’illegalità diventa così un presidio della solidarietà, dove ogni giorno si parlerà di donazioni di sangue, organi, midollo, prevenzione, cultura civica. A completare il quadro, anche gli automezzi dell’Avulss, associazione impegnata nel sostegno alle fragilità, avranno finalmente uno spazio adeguato. Un modo per rendere ancora più efficiente la loro presenza sul territorio e il servizio alle persone più vulnerabili.

All’inaugurazione ha partecipato anche la Città metropolitana di Torino, rappresentata dal consigliere Davide D’Agostino, che ha sottolineato il valore dell’iniziativa e la scelta del Comune di trasformare un bene confiscato in un punto di riferimento per il volontariato. Una scelta politica e sociale di forte impatto, che inserisce San Maurizio dentro quel filone di amministrazioni locali capaci di rigenerare spazi e significati, trasformando luoghi sottratti all’illegalità in infrastrutture civiche.

Nel corso della cerimonia, tra volontari, amministratori e cittadini, si è respirato un sentimento diffuso di orgoglio: non una semplice inaugurazione, ma la prova che la legalità può produrre frutti tangibili, visibili, quotidiani. La Casa della Libertà diventa così un nuovo capitolo per il paese: un luogo di servizi, ma anche un presidio culturale, una dichiarazione inequivocabile su quale direzione voglia prendere la comunità sanmauriziese.

Insomma, dove c’era un bene confiscato oggi c’è un centro di altruismo. Dove una volta si concentravano zone d’ombra, ora entrano volontari con giubbotti rossi, sacche di sangue, moduli di adesione, progetti per aiutare gli altri. È una trasformazione fisica e simbolica che racconta molto più di un taglio del nastro: racconta il futuro che una comunità sceglie per sé.

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