Cerca

L'avvocato risponde

Motorino sparito dall’androne: è furto aggravato dalla pubblica fede

La Cassazione ribadisce che anche un bene lasciato in un luogo privato ma accessibile — persino videosorvegliato — è considerato esposto alla pubblica fede. E per chi lo sottrae scatta l’aggravante

Motorino sparito dall’androne: è furto aggravato dalla pubblica fede

Motorino sparito dall’androne: è furto aggravato dalla pubblica fede

Buongiorno avvocato. Ho lasciato, momentaneamente, il mio motorino appoggiato al muro dell’androne del condominio dove abito poiché dovevo recuperare un documento in casa. Al mio ritorno non c’era più, motivo per il quale ho sporto denuncia. Quali sono le conseguenze giuridiche della condotta di colui che mi ha sottratto il bene?

Martino, Settimo Torinese

Egregio lettore, la contestazione cui va incontro il responsabile è quella di furto aggravato dalla circostanza di aver sottratto un bene che Lei, per sua temporanea necessità, ha lasciato esposto alla pubblica fede, ossia al senso del rispetto da parte della collettività.

Infatti, è ormai orientamento giurisprudenziale consolidato ritenere come il riconoscimento dell’aggravante in argomento possa avvenire, altresì, con riferimento alle ipotesi di furto perpetrato su di un bene esposto in un luogo all’apparenza protetto (come nel Suo caso) e non per forza sulla pubblica via.

dd

Del resto, anche all’interno di un luogo privato, quale è il condominio, possono accedere soggetti diversi dai proprietari laddove autorizzati, motivo per il quale colui che ivi lascia un bene incustodito si affida al senso civico altrui e, così, alla pubblica fede. Il principio è stato recentemente ribadito dalla Corte di Cassazione con un provvedimento dell’ottobre di quest’anno.

Inoltre, qualche mese prima la stessa Corte ha avuto l’occasione di precisare che, addirittura, anche un bene lasciato all’interno di un luogo che, oltre che “privato”, risulta, altresì, controllato dal sistema di videosorveglianza è, comunque, da ritenersi esposto alla pubblica fede in quanto le telecamere non garantiscono mai una sua custodia continuativa e diretta (Corte di Cassazione, sez. civile, n. 23193 del 29 aprile 2025).

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori