AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
21 Novembre 2025 - 18:33
Vincenzo Maiolino, Francesco D’Ambrosio e Giorgio Carlo Zigiotto
A Settimo Torinese c’è una strada che i residenti conoscono bene. Troppo bene. Via Monviso, nel tratto tra Corso Piemonte e i giardini di Via Monterosa, è diventata negli anni una piccola zona franca del traffico veloce, dove auto e moto passano come se il limite fosse un optional e il semaforo un consiglio.
Lo scrivono, nero su bianco, i consiglieri di Fratelli d’Italia Vincenzo Maiolino, Francesco D’Ambrosio e Giorgio Carlo Zigiotto in un’interpellanza depositata il 17 novembre 2025, documento che riporta con chiarezza quello che molti cittadini ripetono da tempo: lì qualcosa non va
Non si tratta infatti della solita segnalazione di malcontento, ma di un elenco preciso di criticità.
La zona, spiegano i consiglieri, è frequentata da anziani e bambini che raggiungono i giardini pubblici e l’area della tensostruttura installata al posto del Centro Polifunzionale Adelaide Aglietta. Una strada di quartiere, insomma, che però negli ultimi anni è diventata scenario di numerosi sinistri automobilistici all’incrocio con Corso Piemonte. Sinistri che non di rado hanno richiesto l’intervento di Vigili del Fuoco, ambulanze e Polizia Municipale.
Le cause? L’interpellanza non lascia spazio a interpretazioni: velocità troppo elevata, mancato rispetto del semaforo per chi arriva da Via Leinì, e una segnaletica orizzontale definita senza mezzi termini “in pessimo stato”, rovinata da lavori stratificati e rattoppi consecutivi.
Di giorno la situazione non è rosea, ma la notte — denunciano i residenti — diventa un vero problema. Auto che sfrecciano oltre il limite, frenate improvvise, attraversamenti rischiosi: un quadro che stride con l’immagine di città “a misura di famiglia” che l’amministrazione propone da anni.
C’è poi un altro punto che i consiglieri mettono con forza sul tavolo: in Via Monviso non esiste un solo dissuasore della velocità. Nessun dosso, nessun restringimento, nessun accorgimento come quelli che invece sono stati installati — e più volte rivendicati dal Comune — in altre vie del territorio, tra cui Via Provana e il tratto di Corso Piemonte vicino al cavalcavia.
Perché lì sì e qui no? È una delle domande implicite che emerge dal testo.
Da qui, le richieste ufficiali rivolte al sindaco Elena Piastra e all’assessore competente: "Quanti incidenti, negli ultimi tre anni, si sono verificati all’incrocio tra Via Monviso e Corso Piemonte? Quanti di questi hanno richiesto l’intervento dei mezzi di soccorso? Quali interventi concreti intende adottare l’amministrazione per limitare la velocità e aumentare la sicurezza dei pedoni?". E soprattutto: "Si può valutare un semaforo dotato di countdown, strumento già adottato in molte città per ridurre l’incertezza e l’“effetto sprint” al giallo?".
Domande semplici, dirette, circostanziate. Domande che fotografano un problema reale, quotidiano, vissuto dai cittadini molto più spesso di quanto non emerga negli annunci istituzionali.
Perché — ed è qui che arriva la nota stonata — Via Monviso non compare quasi mai nella narrazione della Settimo “che funziona”, quella dei progetti europei, dei rendering immersivi, delle inaugurazioni e dei Pnrr. Eppure è lì, tra la pista ciclabile immaginata e il marciapiede scolorito, che la vita quotidiana chiede risposte concrete.
L’interpellanza di Maiolino e dei colleghi non porta attacchi personali né slogan: porta numeri, fatti e una richiesta di responsabilità politica.
Sarà interessante capire come risponderà l'assessore Alessandro Raso, e se in Via Monviso arriveranno finalmente interventi strutturali o se tutto sarà rimandato all’ennesima commissione, all’ennesimo tavolo tecnico, all’ennesimo “ci stiamo lavorando”.
Per ora resta la fotografia di una strada dove incrociare le dita non dovrebbe essere parte dell’attraversamento pedonale.
E dove i cittadini chiedono — con pazienza quasi imbarazzante — solo di poter passare senza rischiare troppo.
Edicola digitale
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.