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21 Novembre 2025 - 18:04
Topi a spasso per Settimo: l’interpellanza che chiede al Comune ciò che il Comune dovrebbe già sapere
A Settimo Torinese, dove ormai ci si abitua a tutto – dai marciapiedi e dalle strade scassate ai comunicati stampa sulle inaugurazioni e sugli insetti impollinatori riciclati di anno in anno – mancava giusto un’altra perla per completare il quadro della vita cittadina: i topi. Non nei tombini, non nelle fogne, non in qualche racconto folcloristico. No! In superficie, proprio accanto ai pedoni, ai cortili, alle case.
A ricordare che Settimo non è esattamente un modello di igiene urbana ci hanno pensato i consiglieri di Fratelli d’Italia Vincenzo Maiolino, Francesco D’Ambrosio e Giorgio Carlo Zigiotto. Hanno presentato un’interpellanza destinata al prossimo consiglio comunale. Un testo che, anche solo leggendolo di sfuggita, sembra sussurrare: “Scusate, ma vi siete accorti che qualcosa non torna?”
Nella loro interpellanza si spiega che da anni arrivano segnalazioni di roditori che passeggiano indisturbati nelle abitazioni, nelle aree pubbliche, nel centro e nelle periferie. Un fenomeno inclusivo, trasversale e molto poco timido. E le cause? Le solite, quelle che chi vive la città conosce fin troppo bene: scarsa manutenzione della rete fognaria, derattizzazione fatta quando capita, aree private, magazzini e cantine lasciati a marcire.
Tra le righe spunta un ammonimento: senza interventi coordinati di pulizia, derattizzazione e manutenzione il fenomeno non può che crescere.
I tre dei Fratelli d’Italia elencano anche i rischi per la salute: salmonellosi, toxoplasmosi e altre malattie poco rassicuranti. Ma, si sa, finché una di queste non diventa trending topic su Facebook nel profilo della sindaca Elena Piastra, il problema può tranquillamente aspettare.
Il fulcro dell’interpellanza è quasi poetico nella sua semplicità. I consiglieri chiedono alla sindaca e all’assessore se il Comune abbia almeno idea di quante siano le aree private abbandonate in cui i topi prosperano indisturbati. Una domanda che suona un po’ come: “Ne avete contezza o dobbiamo portarvi noi in giro a fare un tour guidato?”
Chiedono anche quali azioni concrete vengano effettuate per limitare il fenomeno nelle fognature, nelle aree ecologiche, nei parchi, negli spazi verdi, e quali nuove iniziative l’Amministrazione intenda attivare adesso che il problema, evidentemente, cresce più veloce delle promesse elettorali.
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I consiglieri ricordano che, per risolvere davvero il problema, serve coordinarsi con altri enti. Una specie di notizia bomba: i topi non rispettano i confini amministrativi, non chiedono il permesso al Comune per attraversare una strada, non si preoccupano se un tombino è comunale o gestito da un’altra società. Una mancanza di rispetto istituzionale che probabilmente farà perdere il sonno a qualcuno.
Insomma, mentre Settimo continua a celebrare festival, nuove costruzioni grazie al Pnrr e a pubblicare comunicati che sembrano scritti più per autocompiacimento che per informare i cittadini, qualcuno ha avuto l’ardire di riportare l’attenzione sull’ABC dell’igiene urbana. E lo fa chiedendo all’Amministrazione ciò che, in un mondo normale, l’Amministrazione dovrebbe conoscere senza bisogno di interpellanze.
Al prossimo consiglio comunale, tra una dichiarazione d’intenti e l’ennesima rassicurazione di rito, ci sarà almeno una certezza: si parlerà finalmente dei veri abitanti instancabili di strade e cortili. Non gli insetti utili, non i progetti visionari, non le strategie futuristiche.
I topi.
E, considerato l’andazzo, non stupirebbe affatto se a breve fossero loro i primi a chiedere la parola.
A Settimo Torinese i topi hanno smesso di appartenere alla clandestinità. Escono, camminano, si guardano intorno, forse cercano un alloggio popolare o uno spazio al DADO che a loro non tocca neppure dopo quindici anni di graduatoria.
E uno potrebbe pure dire: va beh, sono topi. Ma infatti: appunto.
C'è chi si scandalizza: “Oddio, un topo!”. Ma dove vivi, scusa? A Versailles? In fondo sono gli unici a cui la città offre un servizio costante: si intrattengono con i sacchi dell’immondizia nelle isole ecologiche che nessuno pulisce, conoscono ogni intercapedine, mappano i tombini intasati meglio del catasto. Diciamolo: sono l’unica categoria ad aver capito davvero come funziona la città...
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Gli umani, invece, pretendono marciapiedi, decoro, pulizia. I topi si accontentano: una buca, una crepa, un cassonetto. Quell’economia del necessario che noi abbiamo smarrito a forza di bandi europei, pnrr, festival dell'innovazione, progetti sull'inclusione e parchi, giardinetti, aiuole da inaugurare.
La politica discute. Fa studi, controstudi, tavoli, ritavoli, linee guida. I topi, per parte loro, no. Loro vanno. E mica a caso: dove vedono un vuoto, si infilano. È la loro natura. E, tutto sommato, anche la nostra.
Il punto è sempre lo stesso: i topi non sono un problema, sono un indicatore. La città non è malata perché ci sono i topi; i topi ci sono perché la città è amministrata così male che peggio non si potrebbe. Dire questo è difficile considerando che certa politica preferisce pensare che i topi siano un complotto. Magari della minoranza. Magari de La Voce. O della rete fognaria, che notoriamente è sovversiva.
E poi c’è la cosa più italiana del mondo: la percezione. Che è quella meravigliosa invenzione con cui puoi dire che ciò che vedi non è ciò che vedi, ma ciò che credi di vedere, e dunque non vale.
Hai visto un topo?
Sì.
Allora non l’hai visto.
Magia della comunicazione.
I topi, però, non percepiscono. I topi ci sono. Senza conferenze stampa, senza hashtag, senza il bisogno di spiegare la complessità. Si muovono, esplorano, s’insediano. In questo, sono gli unici cittadini realmente operosi. Nessuna perdita di tempo in polemiche, nessuna rissa sui social. E neppure un post indignato dal balcone. Irreplicabile compostezza.
E qui viene la parte divertente: mentre gli uomini si affannano a dichiarare che il problema non è grave, oppure è gravissimo, oppure non è proprio un problema, i topi passano. Indisturbati. E a forza di passarci, ci giudicano. Silenziosi. Senza clamore. Come fosse un esame.
Loro rosicchiano, noi procrastiniamo.
Loro si adattano. Noi aspettiamo il prossimo post di Elena Piastra sul "nulla".
Dicono che per capire una città basta guardare chi ci abita. È vero.
Settimo ha i topi.
E allora?
Ci è andata di lusso. Scriviamolo subito su Facebook... "Brava Elena. Bene. Bis. Siamo fortunati ad avere una sindaca come te...".
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