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20 Novembre 2025 - 22:28
Vanessa Vidano, Barbara Manucci e Andrea Gaudino
A Ivrea il tema del decoro urbano non è nuovo, ma questa volta la discussione arriva in Consiglio comunale con un approccio diverso dal solito: non la solita richiesta, non l’ennesima segnalazione di marciapiedi sporchi o cassonetti traboccanti, bensì un vero progetto politico di ampio respiro. Un’idea che, nelle intenzioni dei proponenti, mira a trasformare la cura della città da questione tecnica a patto collettivo, da problema ricorrente a responsabilità condivisa.
La mozione che dovrebbe essere discussa al primo consiglio comunale utile porta la firma della capogruppo del Partito Democratico Barbara Manucci, del capogruppo di Laboratorio Civico Ivrea Andrea Gaudino e della capogruppo di Viviamo Ivrea Vanessa Vidano. Sulla carta vogliono affrontare una delle questioni più sentite dai cittadini: la pulizia – spesso ritenuta insufficiente – delle strade, delle piazze e delle zone commerciali.

Il documento parte da un presupposto chiaro: la qualità urbana passa dal decoro, e il decoro non può essere garantito solo da un contratto di servizio o da qualche passaggio straordinario della spazzatrice. Il problema, scrivono i tre consiglieri, è infatti duplice. Da un lato “sempre più spesso sentiamo lamentele da parte dei cittadini, dei commercianti e delle persone che frequentano la nostra città”, che segnalano deiezioni canine sui marciapiedi e una gestione dei rifiuti percepita come discontinua. Dall’altro lato manca – ed è qui la proposta – una strategia coordinata che unisca Comune, SCS, scuole, commercianti e associazioni.
La mozione immagina così una vera e propria “Alleanza civica per il decoro urbano”, una rete stabile capace di mettere insieme interventi tecnici, comunicazione, progetti educativi e nuovi strumenti di controllo. L’obiettivo finale è costruire un modello integrato che non si limiti a pulire ciò che sporca qualcun altro, ma che provi a ridurre strutturalmente la produzione di rifiuti fuori posto, l’abbandono degli imballaggi, il problema delle deiezioni e l’incuria diffusa.
Tra gli obiettivi dichiarati c’è innanzitutto il miglioramento della pulizia delle vie e delle piazze, soprattutto in quelle aree – come il centro storico e le vie commerciali – dove la presenza quotidiana di cittadini e attività economiche rende più evidente ogni criticità. Ma non si parla soltanto di sporcizia visibile: il testo insiste anche sulla necessità di potenziare la raccolta differenziata, con sistemi più controllati porta a porta o punti di raccolta dedicati, capaci di ridurre il conferimento improprio e l’accumulo di micro-rifiuti.
Grande spazio viene dato anche alla dimensione pedagogica ed educativa, spesso dimenticata nel dibattito sul decoro urbano. I firmatari propongono che le scuole diventino protagoniste di giornate di pulizia, monitoraggi civici, laboratori e percorsi formativi. Un modo per responsabilizzare le nuove generazioni e, allo stesso tempo, rafforzare la consapevolezza di famiglie e quartieri. A questo si aggiunge l’idea di avviare campagne di sensibilizzazione, introducendo anche sistemi di premialità per cittadini e attività virtuose, con un possibile marchio “Negozi amici dell’ambiente”.
Sul piano operativo, la mozione chiede al sindaco e alla giunta cinque impegni precisi. Il primo è la creazione di un tavolo permanente per il decoro urbano, coordinato dal Comune e aperto alla Polizia locale, a SCS, alle associazioni di categoria e alle rappresentanze dei quartieri. Un organismo stabile che possa programmare, monitorare e correggere gli interventi nel tempo, superando la logica degli allarmi improvvisi.
Secondo punto: un protocollo operativo aggiuntivo rispetto al contratto con SCS, pensato per affrontare in modo più mirato le esigenze delle zone a maggior afflusso, con interventi più puntuali su strade, marciapiedi e imballaggi commerciali. Terzo: campagne di sensibilizzazione e incentivi per i comportamenti virtuosi. Quarto: coinvolgimento strutturale delle scuole. Quinto: maggior controllo e manutenzione, con l’uso di strumenti digitali che migliorino la segnalazione dei problemi e la tracciabilità degli interventi.
La mozione arriva in Consiglio in un momento in cui il tema del decoro urbano è tornato centrale anche nel dibattito pubblico, complici le numerose lamentele che circolano sui social, le richieste dei commercianti e le proteste di quartiere. Per molti cittadini l’incuria visibile – i sacchetti lasciati accanto ai cestini, le carte che rotolano lungo i marciapiedi, i bisognini non raccolti – è diventata la "cifra" di una città che rischia di perdere pezzi della sua immagine.
La proposta dei tre capigruppo prova a rovesciare la prospettiva, trasformando la pulizia urbana da problema episodico a progetto di comunità: non più soltanto un appalto da monitorare, ma una rete sociale da costruire. Per riuscirci serviranno tempo, partecipazione e una volontà politica condivisa. Il resto lo farà – se accadrà – quella parte di cittadinanza che ancora crede che una città pulita non sia solo un dovere dell’amministrazione, ma anche un gesto quotidiano di rispetto reciproco.
Ora la parola passa al Consiglio comunale. E, dopo si vedrà...
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