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Via Aldisio "affonda" nel degrado. I residenti si sentono abbandonati. Noascone mette l’amministrazione davanti alle proprie responsabilità

Sottopasso usato come latrina, zero segnaletica, percorsi pedonali inesistenti e totale incuria: l’interpellanza firmata da Noascone, Cuomo, Piccoli e Cantoni smonta pezzo per pezzo la narrazione di una città “curata”

Via Aldisio affonda nel degrado. I residenti si sentono abbandonati. Noascone mette l’amministrazione davanti alle proprie responsabilità

Via Aldisio affonda nel degrado. I residenti si sentono abbandonati. Noascone mette l’amministrazione davanti alle proprie responsabilità

A Ivrea c’è un angolo di città che sembra uscito da un romanzo distopico, ma purtroppo è tutto reale. Via Aldisio, per chi non la frequenta, è diventata un perfetto promemoria di ciò che succede quando un’Amministrazione si “dimentica” un quartiere per strada. Non servono reportage, droni o analisi tecniche: bastano due occhi e una passeggiata. Ed è proprio questo che hanno fatto i consiglieri firmatari dell’interpellanza, che dopo aver raccolto le segnalazioni dei cittadini si sono trovati davanti una scena che definire desolante è un atto di gentilezza.

L'interpellanza che verrà discussa in consiglio comunale quanto prima, porta la firma di Paolo Noascone, insieme a Cuomo Antonio per la lista civica “Sertoli Sindaco”, Elisabetta Piccoli di “Progetto Ivrea” e Andrea Cantoni per “Fratelli d’Italia”. 

“La situazione è di totale mancanza di cura” dicono. Traduzione: via Aldisio è un quartiere lasciato andare, e la gente è stanca di vivere nell’incuria.

via alisi

via aldisio

via aldisio

via aldisio

La segnaletica? Assente. Non “rovinata”, non “scolorita”. Assente proprio. Per trovare gli indicatori stradali si potrebbe organizzare una caccia al tesoro, con premi finali e merenda. Nemmeno il nome della via, cosa basilare, compare da qualche parte. Il percorso pedonale? Una leggenda metropolitana. Chi vive nella zona lo racconta come si raccontano le apparizioni mariane: “Sì, una volta c'era un’indicazione… credo… vicino al parcheggio del Ghiaro… poi è sparito”. E infatti scompare davvero, dopo pochi metri, lasciando residenti e visitatori a zigzagare tra le auto nei parcheggi pubblici per raggiungere le proprie abitazioni.

Poi c’è il sottopasso. Il biglietto da visita del quartiere. L’unico accesso pedonale tra via Aldisio e via Chiaves, un posto che dovrebbe garantire sicurezza e invece garantisce solo brividi. Non è illuminato neanche di giorno — un’impresa tecnica difficile da spiegare — ed è sporco perché usato come gabinetto. Letteralmente. In un Paese in cui ci si straccia le vesti per l’emergenza sicurezza, qui si tollera un luogo che dopo il tramonto assomiglia più all’ingresso di una catacomba.

E come se non bastasse, ecco la vegetazione. Ai bordi dei piazzali cresce liberamente, in altri punti viene tagliata e lasciata a terra a marcire. Un’immagine perfetta, quasi simbolica, di un’amministrazione che passa, taglia un po’, lascia lì tutto e se ne va. Una mano di vernice? Un decespugliatore? Fantascienza.

E i cittadini? Si sentono abbandonati. Non metaforicamente: davvero abbandonati. “Non abitiamo più in un posto sicuro, pulito e curato”, scrivono i consiglieri riportando la voce dei residenti.

L’interpellanza chiede all’amministrazione se ci siano intenzioni concrete — non promesse, non studi “in valutazione”, non tavoli di lavoro interminabili — per migliorare la sicurezza, segnalare un percorso pedonale degno di questo nome e inserire la zona nei progetti di revisione della viabilità cittadina. In altre parole: vi siete accorti che via Aldisio esiste o dobbiamo mandarvi una cartolina?

Insomma: via Aldisio non chiede miracoli. Chiede solo di essere trattata come un pezzo di città e non come un magazzino dismesso in attesa di tempi migliori. Ora tocca al Sindaco Matteo Chiantore e agli assessori Massimo Fresc e Francesco Comotto dire che cosa hanno in mente, sempre se ce l'hanno..

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