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19 Novembre 2025 - 22:41
Da video Youtube: ALTRI MODI DI VIVERE - Michael
La borgata cuneese di Pratogaudino, nel comune di Cervasca, torna a far parlare di sé: il suo unico abitante, Michael Willemsen, ha deciso di mettere in vendita quello che lui stesso ha ribattezzato l’“eremo di Pragudin”. Una scelta sofferta, comunicata pubblicamente tramite la pagina Instagram Storie da Pragudin, seguita oggi da oltre diecimila persone. È lì che l’ex archeologo belga, arrivato otto anni fa, ha spiegato perché sta lasciando l’unico luogo che ha abitato e custodito completamente da solo dal 2017.
Willemsen ha scritto: «È la scelta più difficile che abbia affrontato da quando vivo qui, in questa borgata dimenticata dove sono l’unico abitante. Non vendo per capriccio, né per cambiare vita: vendo perché non riesco più a sostenere tutto questo da solo». Un messaggio che racconta senza filtri la fatica di vivere in alta quota senza alcun supporto concreto, nonostante i tanti discorsi sulla valorizzazione delle terre alte.
L’“eremita”, come lui stesso si definisce spesso con ironia, non nasconde la delusione verso le istituzioni. «Le istituzioni parlano di “valorizzazione” delle terre alte, ma chi abita davvero qui non riceve alcun sostegno. Anzi: chi resta viene ignorato, o peggio ancora, ostacolato» afferma nel suo annuncio, spiegando come la gestione quotidiana della borgata — tra manutenzioni, intemperie e totale isolamento — sia ormai diventata insostenibile.
La casa messa in vendita è un’abitazione indipendente di 65 metri quadrati, già ammobiliata, proposta a 150 mila euro trattabili. L’annuncio è completo di fotografie e dettagli, ma contiene anche una condizione molto precisa: non è aperto a chi cerca una seconda casa da frequentare solo nei weekend. Willemsen lo dice chiaramente: «Ma non venderò a chiunque». Nell’atto notarile sarà inserita una clausola obbligatoria: il nuovo proprietario dovrà trasferire la residenza nella borgata e viverci stabilmente. In caso contrario, scatterà una penale.
Una scelta che nasce dal desiderio di preservare ciò che ha costruito in questi anni: «È il mio modo – forse ingenuo – di evitare che l’eremo che ho creato diventi l’ennesima seconda casa chiusa nove mesi l’anno. È il mio tentativo di lasciare almeno una scintilla di continuità dopo la mia partenza» conclude.
Willemsen lascia Pratogaudino con l’amarezza di chi sente di aver combattuto troppo a lungo da solo, ma anche con la speranza che qualcuno possa raccogliere il suo testimone e mantenere vivo un luogo che rischia, ancora una volta, di tornare ad essere un paese fantasma.

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