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San Grato e Bellavista abbandonati: degrado ovunque, cittadini esasperati

Andrea Cantoni e Andrea Breccolotti denunciano sporcizia, insicurezza e aree ecologiche trasformate in discariche: “Quartieri trattati come periferie di serie B. Una tendenza da invertire subito”

San Grato e Bellavista abbandonati: degrado ovunque, cittadini esasperati

Andrea Cantoni e Andrea Breccolotti

Dilaga il degrado nei quartieri periferici di Ivrea. Non è uno slogan, non è l’ennesimo sfogo da social, ma il risultato di un sopralluogo minuzioso che mette nero su bianco ciò che i residenti ripetono da mesi, con crescente frustrazione: intere zone della città vivono in uno stato di abbandono strutturale, come se fossero diventate invisibili.

A compiere la ricognizione, lunga e dettagliata, sono stati il capogruppo di Fratelli d’Italia Andrea Cantoni e Andrea Breccolotti. Hanno attraversato San Grato e Bellavista fermandosi a parlare con chi lì ci vive e ci lavora ogni giorno. Ne è uscita una mappa del disagio amara, precisa, difficile da smentire. Perché le testimonianze, quando sono tante, convergenti e fotografiche, diventano un atto d’accusa più potente di qualsiasi documento tecnico.

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Il paesaggio urbano che hanno trovato parla da sé. Alberi potati in fretta, tagliati quasi a casaccio, cumuli di rami abbandonati per giorni, per settimane, come se il lavoro dovesse essere completato da qualcuno che però non arriva mai. Aree ecologiche ridotte a discariche improvvisate, dove si ammassano mobili, sacchi di immondizia, materiali edili e rifiuti di ogni genere. E poi la sporcizia che sembra sedimentare: marciapiedi malmessi, cestini pieni, porzioni di strada che danno la sensazione inequivocabile di un luogo lasciato andare.

Fin qui, il degrado materiale. “Ma c’è anche quello, forse più grave, che entra sotto pelle: il senso di insicurezza”commentano i due. “I residenti raccontano episodi, percezioni, timori. I pochi commercianti segnalano che i clienti arrivano meno volentieri, che per molti uscire di casa è un gesto non così scontato…”.

Insomma, un quartiere di serie B.

Di fronte a tutto questo, Andrea Cantoni usa parole nette, senza filtri. “Tutto questo è inaccettabile”, afferma, sottolineando che il gruppo consiliare ha già presentato una mozione contro l’abbandono dei rifiuti e che un’altra, mirata alla sicurezza, è pronta ad arrivare sui banchi del Consiglio. È un’accusa diretta all’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Matteo Chiantore, alla sua capacità di presidiare il territorio, di ascoltare, di intervenire con continuità e non solo a seguito di emergenze.

E poi c’è un punto che Cantoni definisce simbolico ma non per questo meno importante: il nome della delega. “Periferie”. Una parola che pesa, perché delimita, categorizza, separa. Una scelta che per il capogruppo di FdI è già di per sé un errore di approccio. “Per noi non si tratta di periferie ma di quartieri, che meritano tutta l’attenzione e l’impegno da parte del Comune. Una tendenza che deve assolutamente essere invertita…”. Non è solo semantica: è politica urbana, è visione di città. Chiamare qualcosa “periferia” significa collocarlo mentalmente ai margini. E un margine, se non lo si cura, tende sempre ad allargarsi.

Il sopralluogo, se non altro, ha avuto il merito di trasformare in osservazioni concrete quello che tanti cittadini vivono ogni giorno. E il messaggio che arriva è inequivocabile: questi quartieri non chiedono miracoli, chiedono normalità. Chiedono manutenzione ordinaria fatta bene, servizi puntuali, attenzione costante. Chiedono di non sentirsi esclusi dal racconto ufficiale di una città sempre più turistica.

La verità è che quando un quartiere si sente distante dal centro, quando si percepisce dimenticato, quando il degrado fisico si somma al degrado percepito, allora il problema non è più solo estetico: diventa sociale, culturale, politico.

Insomma: il sopralluogo non è stato una passeggiata, ma una fotografia cruda di quello che molti vedono e pochi vogliono vedere. Ora resta da capire se, dentro al Palazzo civico, qualcuno avrà il coraggio – e la volontà – di guardarla davvero.

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