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18 Novembre 2025 - 22:29
A Settimo Torinese non ci si annoia mai. Ogni settimana spunta qualcosa di nuovo, e questa volta il colpo di scena arriva dal settore “Sicurezza del Territorio”, quello che evidentemente non si accontenta più di telecamere, varchi elettronici, sensori, occhi digitali e retine laser. No, troppo poco. La città della sindaca Elena Piastra, sempre attentissima alla modernità purché brilli quel tanto che basta da far dimenticare il resto, ha deciso che per controllare il territorio servono i droni. E mica uno: due, perché ormai l’innovazione deve essere almeno in stereo.
All'albo pretorio un provvedimento lo annuncia con aria solenne: due DJI Mini 5 Pro, non proprio giocattolini, con tanto di kit “Fly More Combo”, memoria potenziata e tutto il necessario per trasformare la Polizia Locale in una piccola base aeronautica. L’obiettivo dichiarato è di migliorare la capacità di controllo, sostenere le indagini, sorvegliare le aree critiche e — come dice la determina — “ridurre i tempi d’intervento”. Un linguaggio così altisonante che manca solo la colonna sonora di Top Gun in sottofondo.

Ma la vera domanda che i cittadini si fanno è un’altra, molto più semplice e terrena: chissà se i droni saranno anche utili a segnalare alla Sindaca Elena Piastra i topi, le buche, le rotture, i marciapiedi scassati e tutte le altre opere d’arte urbana ormai sparse per Settimo. Perché sì, dall’alto si vede tutto. E forse, con un po’ di fortuna, si noteranno anche quei dettagli minuscoli che da terra sembrano sfuggire misteriosamente all’amministrazione: il topo che si fa un giretto in Via Cuneo come se fosse proprietario del quartiere; la buca monumentale che ormai potrebbe essere candidata a patrimonio Unesco; il marciapiede che offre esperienze di trekking urbano non richieste; le rotture idriche che zampillano come geyser fuori stagione. Magari un giorno il drone invierà anche una notifica direttamente alla sindaca: “Elena, guarda che qui c’è l’ennesima voragine. Intervenire? (Sì/No/Forse domani)”.
E allora ecco che i due nuovi robottini volanti potrebbero diventare non soltanto strumenti di sicurezza, ma preziosi alleati per ricordare che il mondo reale, quello sotto i 10 metri d’altitudine, è fatto di problemi quotidiani che i cittadini vivono tutti i giorni. Magari basterebbe davvero salire un po’ più in alto per accorgersi che là sotto c’è una città che chiede manutenzione, attenzione e, diciamolo, anche un pizzico di buon senso amministrativo.
La determina, però, non si pone queste domande. È impegnata a certificare che il prezzo è congruo, che l’affidamento diretto è perfettamente legittimo e che la ditta scelta — guarda che fortuna — ha la sede “nelle immediate vicinanze dell’amministrazione scrivente”. Una coincidenza celestiale: un operatore valido e a portata di mano. In caso di guasto, basterà suonare il campanello.
Un giorno, chissà, magari vedremo i droni sfrecciare tra i palazzi di via Italia, sorvolare le aiuole lasciate a loro stesse o inseguire il cittadino che abbandona i rifiuti fuori orario. Sarebbe certamente uno spettacolo. Resta da capire se serviranno anche a migliorare la qualità della vita dei residenti o se si limiteranno a offrire una visione panoramica dei problemi, lasciandoli lì, immobili, splendenti come sempre.
Per ora sappiamo che voleranno. Se poi vedranno — davvero vedranno — quello che da anni i cittadini segnalano invano, è tutta un’altra storia. Ma a Settimo basta un drone per sentirsi città del futuro. Moderna, certo. A patto, però, di non guardarla da terra.
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