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Gattuso contro i tifosi italiani: “È una vergogna, non accetto quei cori”

Tra rabbia, difesa del gruppo e stoccate alla formula del Mondiale, il ct accende la notte azzurra

Gattuso contro i tifosi

Gattuso contro i tifosi italiani: “È una vergogna, non accetto quei cori”

La vittoria sofferta contro la Moldavia, arrivata solo nel finale, non basta a calmare Gennaro Gattuso. Anzi, lo accende. Il ct si presenta davanti alle telecamere con il tono di chi ha trattenuto per tutta la partita una rabbia crescente. Non ce l’ha con la squadra, non ce l’ha con il risultato: ce l’ha con i tifosi e con una formula di qualificazione mondiale che non digerisce.

Quando la sua Italia faticava a trovare spazi e il pubblico mormorava, è lì che qualcosa si è spezzato. E Gattuso lo dice senza filtri: «Ho sentito quello che hanno detto i tifosi, è una vergogna che ci dicano andate a lavorare. Una vergogna: non lo accetto ma noi andiamo avanti». La frase rimbalza, pesa, dà il tono della serata.

Gattuso difende il suo gruppo con una convinzione feroce. Per lui, la prestazione dell’Italia è stata solida: «Io ho visto un’Italia che ha giocato, loro non hanno mai tirato in porta. Io sono molto soddisfatto, se siete rimasti all’11-1 della Norvegia è un problema vostro». La Moldavia si è chiusa, ha resistito, ma per il ct l’analisi è semplice: partita controllata, zero rischi, obiettivo raggiunto.

Poi c’è il capitolo qualificazioni Mondiali, quello che fa infuriare il ct quanto i cori. «Nel ’94 c’erano due africane, ora otto. Ai miei tempi le migliori seconde europee andavano direttamente al Mondiale...». Un giudizio diretto, che non si nasconde: secondo Gattuso questa formula penalizza troppo il calcio europeo e tiene in vita rappresentative “senza tradizione”, come le definisce in privato chi la pensa come lui.

Sul campo, però, la storia è più lineare. L’Italia si sblocca grazie a Gianluca Mancini, serata da protagonista per il difensore romanista: «Ci eravamo preparati per affrontare una squadra chiusa... più passa il tempo e più diventa difficile. Alla fine l’abbiamo sbloccata, poi abbiamo segnato anche il secondo gol». Una lettura lucidissima: partita scomoda, decisa solo quando il muro moldavo ha ceduto.

Tra gli uomini chiave, Pio Esposito, che non nasconde l’emozione: «È sempre una grandissima emozione giocare con questa maglia, segnare lo è ancora di più... Segnare anche a San Siro con la Norvegia sarebbe bellissimo».

E poi Sandro Tonali, che guarda avanti con realismo: «Nel primo tempo non siamo stati puliti... Aver vinto nel finale ci dà tanto in vista del nostro percorso futuro».

Il punto è uno: l’Italia ha faticato, ha sofferto le sue stesse imprecisioni, ma alla fine è uscita con tre punti pesanti. Gattuso lo sa e lo difende. Perché questa partita, per lui, non è stata un passo falso: è stata una battaglia vinta dentro un clima che considera ostile.

E il messaggio finale del ct è chiaro, quasi urlato: si va avanti da soli se serve, contro tutto e contro tutti. Incluso il suo stesso pubblico.

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