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Torino e il caso d’Orsi: la conferenza “Russofilia, russofobia, verità” approda in Consiglio comunale. I Radicali chiedono chiarimenti sul Polo del ’900

La città si spacca tra accuse di censura, difesa della libertà d’espressione e ruolo delle istituzioni, mentre in piazza Carignano va in scena “Torino non russa”

Torino

Lo storico Angelo d’Orsi nel mirino delle polemiche torinesi

Il caso della conferenza di Angelo d’Orsi continua a far discutere e approda ora in Consiglio comunale. Dopo le polemiche e la decisione del Polo del ’900 di annullare l’incontro “Russofilia, russofobia, verità”, il gruppo Lo Russo Sindaco – +Europa – Radicali Italiani ha presentato una richiesta formale di comunicazioni alla Giunta per chiarire il ruolo delle istituzioni cittadine e le modalità di concessione degli spazi del Polo.

Nel documento, firmato dal capogruppo Silvio Viale e indirizzato alla presidente del Consiglio comunale Maria Grazia Grippo, si sottolinea la necessità di comprendere come vengano approvate le iniziative pubbliche ospitate dal Polo del ’900. La lettera cita “le virulente dichiarazioni di Angelo d’Orsi sull’annullamento della manifestazione filo-putiniana al Polo del ’900 con Viviana Lanza di Russia Today” e ricorda che il Comune di Torino, attraverso la Città Metropolitana, nomina un proprio rappresentante nel Consiglio di amministrazione dell’ente, attualmente coordinato dall’assessore Andrea Montalbano.

Pur prendendo le distanze dalle posizioni politiche di d’Orsi, Viale chiede alla Giunta un chiarimento pubblico su quanto accaduto, richiamando anche le dichiarazioni del professore e del sodalizio Russofilia Italia, secondo cui la cancellazione sarebbe dipesa da pressioni politiche esercitate da esponenti del Comune e dallo stesso Arci Torino, realtà che coordina i circoli cittadini, tra cui La Poderosa, oggi sede dell’incontro.

Nella missiva, il gruppo consiliare richiama inoltre la prossima apertura della mostra “Russofilia. L’Italia e il mito di Mosca”, in programma al Polo del ’900 con il patrocinio della Giunta comunale. Un’esposizione che, come si legge nella nota, attribuisce all’intera vicenda “un profondo significato politico”, poiché affronta proprio il tema del rapporto storico e culturale tra Italia e Russia.

Il convegno, promosso dall’Anppia (Associazione nazionale perseguitati politici italiani antifascisti), avrebbe dovuto svolgersi al Polo con Angelo d’Orsi e Vincenzo Lorusso, ma dopo le critiche della vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno, del leader di Azione Carlo Calenda e di esponenti di +Europa come Igor Boni e Samuele Moccia, è stato annullato.

D’Orsi ha parlato di “censura preventiva”, annunciando che la conferenza si terrà comunque il 12 novembre alle 21 al Circolo Arci La Poderosa via Salerno 15, che gode comunque di autonomia organizzativa e decisionale.

In un post pubblicato su Facebook, d’Orsi ha inoltre scritto: “Costui è stato forse il primo a lanciare la fatwa nei miei confronti, il dr. Silvio Viale, rappresentante dei radicali +europeisti, consigliere comunale”.

Lo storico è poi tornato sul tema del Polo del ’900, scrivendo: “Ieri sono stato a una iniziativa al Polo del 900 (organizzata dalla Fondazione Gramsci), la presentazione di un libro. L’ho fatto solo come omaggio all’autrice (Daniela Cremona) prematuramente scomparsa. Ho esordito dichiarando che non avrei più messo piede nei locali di quella istituzione. E qui lo ribadisco. Ettore Boffano, giornalista, presente, lo ha correttamente riportato su Il Fatto Quotidiano di oggi. Aggiungo che questa istituzione pubblica che ha cancellato la mia conferenza ‘Russofobia russofilia verità’, si prepara ad accogliere un incredibile evento di apologia dell’Ucraina e di demonizzazione della Russia, un perfetto esempio, fin dal titolo (grottesco) di ciò che io chiamo ‘rovescismo’ storico”.

A Torino, sempre nella giornata odierna, alle ore 18 in Piazza Carignano, avrò luogo la manifestazione “Torino non russa”, un presidio pubblico contro la propaganda del Cremlino e la disinformazione filo-russa. L’iniziativa, promossa da esponenti di +Europa, Radicali Italiani e da associazioni ucraine, bielorusse e russe libere, nasce in risposta alle recenti polemiche sull’annullamento della conferenza di Angelo d’Orsi. Nel manifesto ufficiale campeggia l’immagine stilizzata di Vladimir Putin con la bocca sbarrata da una striscia rossa, accompagnata dal motto “Contro la propaganda del Cremlino per la democrazia e la libertà”.

Tra i primi a rilanciare l’iniziativa anche Carlo Calenda, che su X ha scritto: “@Azione_it si mobiliterà contro l’evento di propaganda russa che avrà luogo a Torino. Facciamo circolare”.

Secondo gli organizzatori, il presidio punta a riaffermare i valori europei e democratici, contrastando ogni forma di rovescismo storico o di giustificazione dell’aggressione russa.

Il caso ha aperto un acceso dibattito sul confine tra libertà di espressione e propaganda, tra il diritto di discutere temi controversi e la responsabilità delle istituzioni nel concedere spazi pubblici. Una vicenda che, al di là delle contrapposizioni politiche, mette in luce la sottile linea di confine tra cultura e potere, e il rischio che la prima finisca, ancora una volta, ostaggio della seconda.

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