AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
11 Novembre 2025 - 15:48
Accordo tra Comune di Torino e Alleanza per la Casa per fronteggiare la crisi abitativa (immagine di repertorio)
Il Comune di Torino e l’Alleanza per la Casa uniscono le forze per affrontare una delle emergenze più gravi e strutturali della città: la crisi abitativa. L’intesa, firmata con Cgil, Cisl e Uil Torino, insieme ai sindacati degli inquilini Sunia, Sicet, Uniat, e alle realtà del Cicsene e della Pastorale Sociale e del Lavoro, mira a costruire un nuovo modello di collaborazione tra pubblico e privato per rendere più accessibile l’abitare a chi oggi rischia di restare escluso.
L’accordo, formalizzato in questi giorni, nasce in risposta a un contesto in cui l’offerta di case in affitto è sempre più scarsa e i canoni sempre più alti, con una domanda che cresce soprattutto da parte di lavoratori precari, famiglie monoreddito e giovani con salari instabili. Torino, come molte grandi città italiane, vive un progressivo squilibrio tra redditi e costi della vita: il mercato immobiliare si restringe e la casa torna a essere un problema sociale.
Due le direttrici principali del protocollo. La prima è il rafforzamento dell’Agenzia “Locare”, gestita dal Comune, che sarà potenziata grazie alla collaborazione con sindacati, associazioni di inquilini e rappresentanti della proprietà immobiliare. L’obiettivo è raddoppiare i contratti di locazione a canone concordato, calmierando i prezzi e offrendo maggiori tutele ai proprietari che scelgono di aderire. Una misura che vuole rilanciare un segmento di mercato oggi marginale ma cruciale per rispondere all’emergenza abitativa.

Immagine di repertorio
La seconda linea di intervento riguarda la partecipazione stabile dell’Alleanza per la Casa al Comitato del Piano dell’Abitare – Prima fase attuativa, un organismo permanente di confronto che riunisce enti pubblici, sindacati, associazioni, cooperative e piccola proprietà. Il tavolo servirà a elaborare proposte di regolazione del mercato immobiliare, monitorando l’andamento degli affitti e le esigenze delle fasce più fragili.
Il piano rientra nella strategia comunale per favorire l’accesso a un alloggio dignitoso anche a chi, pur lavorando, non riesce a sostenere i costi del mercato libero. Un’alleanza che riconosce nella casa non solo un bene economico, ma un diritto fondamentale legato alla stabilità sociale e alla dignità delle persone.
Sul tavolo resta però una questione più ampia: quella del rilancio dell’edilizia pubblica. Gli stessi sindacati ricordano che il protocollo rappresenta un passo importante, ma non sufficiente. Serve un piano strutturale per riqualificare e ampliare il patrimonio di edilizia residenziale pubblica, fermo da decenni, e recuperare una visione strategica capace di rendere realmente esigibile il diritto all’abitare.
L’accordo torinese, definito “un elemento di innovazione nelle politiche abitative locali”, segna l’inizio di un percorso che dovrà ora tradursi in scelte operative: più contratti calmierati, più dialogo tra istituzioni e realtà sociali, più strumenti di protezione per chi non riesce a sostenere l’affitto. Un primo passo concreto in una città dove la casa è tornata a essere, per molti, il primo pensiero e la principale preoccupazione.
Edicola digitale
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.