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Asta del Tartufo Bianco d’Alba: Hong Kong alza la mano e detta il ritmo globale

Hong Kong vince con 110mila euro; lotti di tartufo, grandi formati di Barolo e panettoni giganti

Asta del Tartufo Bianco d’Alba: Hong Kong alza la mano e detta il ritmo globale

Asta del Tartufo Bianco d’Alba: Hong Kong alza la mano e detta il ritmo globale

Hong Kong fa ancora centro. Anche quest’anno il Tartufo Bianco d’Alba prende la via d’Oriente, aggiudicato per 110 mila euro durante l’asta mondiale che ha messo in competizione sei capitali del gusto: da Singapore a Vienna, da Bangkok a Francoforte, fino a Rio de Janeiro, new entry del circuito. Il colpo di scena è arrivato dal ristorante “Otto e mezzo Bombana”, tempio tristellato di Umberto Bombana, dove si sono ritrovati Mariano Rabino, presidente dell’Ente Turismo, e Sergio Germano, guida del Consorzio Barolo Barbaresco. A dare il via alle danze, il lotto d’esordio: 249 grammi di tartufo, un magnum di Barolo Cavallotto, uno di Barbaresco Martinenga e un panettone da dieci chili firmato Albertengo.

A condurre la serata, Daniel McVicar, l’attore di Beautiful ormai adottato dalle Langhe, insieme al mugnaio televisivo Fulvio Marino, che ha trasformato la gara in uno spettacolo di cucina e mondanità. Il secondo lotto – 331 grammi di trifola, un magnum di Alta Langa Ettore Germano, uno di Barolo dei Poderi Einaudi e il solito panettone gigante – è andato all’imprenditore Mariano Costamagna di Cherasco per 7.300 euro. L’attrice Stefania Rocca ha gestito il ritmo dell’asta, tra applausi e rilanci.

Poi, la salita: 402 grammi di tartufo, due magnum firmate Ada Nada e Chiarlo, più l’immancabile panettone da dieci chili. Due acquirenti cinesi si sono contesi il bottino fino a 16 mila euro, spronati da Anna Foglietta, Vittoria Puccini e Andrea Bosca dell’associazione Every Child is my Child.

Il gran finale ha superato ogni attesa. Un chilo e nove grammi di tartufo bianco, tre gemelli trovati dalla cagnetta Lady, anonima eroina di un cercatore langarolo. In abbinamento, 5 litri di Barbaresco Paitin, 12 di Barolo Damilano e un panettone Albertengo da venti chili. Sul palco, Caterina Balivo, con Paolo Vizzari ed Enzo Iacchetti, ha tenuto alto il ritmo fino all’ultimo rilancio. E ancora una volta, il profumo delle Langhe è volato lontano, verso Hong Kong, dove il tartufo vale oro.

Il tartufo Bianco d'Alba

Ogni anno è la stessa storia, eppure non smette mai di stupire: il Tartufo Bianco d’Alba non è solo un fungo ipogeo, è un mito gastronomico, una calamita per collezionisti del gusto pronti a tutto pur di portarselo a casa. Anche quest’anno la trifola d’Alba ha fatto il giro del mondo senza muoversi dalle Langhe, battendo ogni record con l’asta che ha incoronato Hong Kong e la sua offerta da 110 mila euro. Non un capriccio, ma l’ennesima dimostrazione che il profumo del Piemonte è diventato linguaggio universale del lusso.

Dietro il tartufo bianco c’è una ritualità che confina con la devozione. Si scava di notte, in silenzio, seguendo il fiuto delle cagne addestrate come Lady, l’eroina anonima che quest’anno ha scovato tre esemplari “fratelli” per oltre un chilo complessivo. Poi c’è il rito dell’asta, metà spettacolo e metà liturgia, dove si mescolano vino, panettoni giganti, personaggi televisivi e colpi di teatro. Ma al centro resta lui, il tartufo, capriccioso, irregolare, inimitabile, che cresce solo se il bosco lo vuole.

A Grinzane Cavour, tra le colline già spoglie d’autunno, ogni novembre si ripete la magia: il bosco incontra la nobiltà della tavola e la tradizione piemontese si trasforma in evento globale. C’è chi lo compra per passione e chi per immagine, ma tutti inseguono la stessa emozione — quel profumo terroso e nobile che racchiude secoli di pazienza contadina e orgoglio langarolo.

Così, anche stavolta, il tartufo d’Alba vola lontano. Ma resta qui, tra i filari e i boschi, come promessa di un territorio che non ha bisogno di slogan per essere eterno.

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