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07 Novembre 2025 - 20:21
Da Meloni a Schlein e Conte, i big si mobilitano sui territori
Le elezioni regionali in Veneto, Campania e Puglia non sono solo un test locale: sono una prova di tenuta per le coalizioni nazionali e per i rapporti di forza che, inevitabilmente, guardano già alle politiche del 2027. Un risultato diverso dalle aspettative potrebbe avere ripercussioni pesanti su maggioranza e opposizione. Per questo, nelle ultime settimane, i big dei partiti si sono messi in movimento, trasformando il voto in un laboratorio politico.
Il presidente del M5s Giuseppe Conte è in Campania, dove si gioca la sfida simbolica del campo largo, mentre la segretaria del Pd Elly Schlein sarà a breve in Puglia, dopo la visita dei leader di Alleanza Verdi e Sinistra, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. Sul fronte opposto, lunedì arriveranno a Bari i vertici del centrodestra: la premier Giorgia Meloni, i vicepresidenti Antonio Tajani e Matteo Salvini, e il presidente di Noi Moderati Maurizio Lupi.
Le attenzioni si concentrano su Campania e Veneto, due regioni chiave per capire la salute dei blocchi politici. In Campania, il banco di prova riguarda la solidità del campo largo tra Pd, M5s e Avs. «Oggi la costruzione del Campo largo è chiusa» ha dichiarato l’ex ministro Andrea Orlando (Pd). «Ma l’alleanza non deve essere più uno stato di necessità, bensì un soggetto politico stabile». È l’obiettivo che, nel post-regionali, si porranno Schlein, Conte, Bonelli e Fratoianni, intenzionati a scrivere insieme un programma di governo.
Tra i nodi ancora da sciogliere c’è quello della patrimoniale, che divide le anime della coalizione. Sinistra Italiana ne è da sempre sostenitrice. Schlein si è detta favorevole, ma «a livello europeo». Conte, invece, resta più prudente: «Questi patrimoni super tassati non daranno grandi risorse per risolvere le emergenze».
Il primo vero test sarà però la Campania. Secondo un sondaggio Ipsos Doxa per il Corriere della Sera, il candidato del centrosinistra Roberto Fico (M5s) è avanti con il 53%, contro il 42,5% del rivale di centrodestra Edmondo Cirielli (FdI). Ma tra gli addetti ai lavori non manca la cautela: esponenti del centrodestra parlano di un divario in calo e di rilevazioni interne più equilibrate. La candidatura di Fico ha anche suscitato qualche malumore nel Pd, dove l’alternanza con il governatore uscente Vincenzo De Luca – da un presidente dem a un candidato grillino – non è stata accolta da tutti con entusiasmo.

Roberto Fico
Nel Veneto, invece, le tensioni si concentrano dentro la maggioranza di governo. Tutti i sondaggi danno in netto vantaggio il leghista Alberto Stefani, stimato al 62,8%, con Giovanni Manildo (Pd) fermo al 26,9%. Ma il vero punto d’interesse è la sfida interna tra Lega e Fratelli d’Italia per il primato del partito più votato. Le rilevazioni Ipsos Doxa indicano la Lega al 23,6% e FdI al 23,2%. Un eventuale sorpasso di Giorgia Meloni su Matteo Salvini avrebbe conseguenze dirette sugli equilibri dell’esecutivo nazionale.

Alberto Stefani
Più tranquilla appare la situazione in Puglia, dove il candidato del centrosinistra Antonio Decaro (Pd) gode di un vantaggio ampio sull’avversario del centrodestra Luigi Lobuono. Secondo la media YouTrend tra i sondaggi Ipsos e Noto pubblicata da Repubblica, Decaro è al 64,4%, contro il 33,1% dello sfidante.

Antonio Decaro
Tre regioni, tre battaglie diverse, ma un’unica posta in gioco: il peso politico delle coalizioni. Le regionali di novembre potrebbero non solo ridisegnare la mappa del consenso, ma anche aprire la corsa, già iniziata, verso il nuovo equilibrio del 2027.
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