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Cronaca
07 Novembre 2025 - 16:41
Capelli lunghi, occhi di ghiaccio e un cuore grande. Quel cuore granata, lo stesso che per anni ha battuto al ritmo delle celebrazioni e delle partite del Toro, oggi lotta per rimanere aggrappato alla vita.
Don Riccardo Robella, 52 anni, parroco di Leini e Mappano, è ricoverato in condizioni gravissime al Cto di Torino dopo un terribile incidente stradale avvenuto nella notte tra giovedì e venerdì, lungo l’autostrada Torino-Savona, all’altezza del casello di Carmagnola. Era di ritorno da Mondovì, dove aveva partecipato a una serata con i club granata della Granda. Un momento di condivisione e passione, come ne aveva vissuti tanti da quando – nel 2016 – era diventato cappellano ufficiale del Torino, raccogliendo l’eredità spirituale di Don Aldo Rabino. Poi, il buio.
Secondo le prime ricostruzioni, una Audi A8 lanciata ad altissima velocità avrebbe centrato in pieno la Dacia Duster su cui viaggiava Don Riccardo. L’impatto è stato devastante: l’auto si è ribaltata più volte, terminando la corsa contro il guardrail. Lui è rimasto intrappolato tra le lamiere, privo di conoscenza.
Sul posto sono arrivati i vigili del fuoco, i soccorritori del 118 e l’elisoccorso, che ha trasportato il sacerdote al Cto con gravi traumi cranici, toracici e vertebrali. L’altro passeggero, fortunatamente, è uscito illeso. Ma le immagini dell’auto accartocciata, diffuse in rete nelle ore successive, hanno gelato il sangue a chiunque le abbia viste.

La scena dell'incidente
Da quel momento, un’ondata di angoscia e solidarietà ha attraversato le due comunità che Don Riccardo guida da due anni. A Leini e Mappano si respira un clima sospeso, fatto di messaggi, preghiere, lacrime e speranza. In ogni casa, in ogni parrocchia, il suo nome è diventato una litania: “Forza Don, tieni duro”.
Sui social, in pochi minuti, i post si sono moltiplicati. Il Comune di Leini ha diffuso un messaggio carico d’emozione: «L’Amministrazione comunale nelle figure del sindaco, della presidente del Consiglio, degli assessori e di tutti i consiglieri, esprime la propria vicinanza e il proprio affetto al parroco, Don Riccardo Robella, in questo momento così difficile e doloroso. La vita a volte ci sottopone a prove difficili, dolorose, incomprensibili. Ma sappiamo che Don Riccardo ha tutte le carte in regola per superare questo momento. E, per usare una metafora che gli è cara, questa volta ci saremo noi, sugli spalti, a fare il tifo per lui».
Parole che sintetizzano perfettamente lo spirito che in queste ore tiene uniti i leinicesi.
Frasi semplici, vere, che raccontano il rapporto umano e profondo che il sacerdote ha saputo costruire in poco tempo. Con la sua energia contagiosa, la sua ironia sottile e quel modo diretto di affrontare la vita e la fede. Un prete fuori dagli schemi, che non ha mai temuto la modernità: anzi, l’ha accolta, portandola dentro la Chiesa.
Lo dimostra l’applicazione per smartphone lanciata di recente per rendere le celebrazioni più accessibili, o la fermezza con cui, pochi mesi fa, aveva sventato una truffa ai danni della sua parrocchia.
Ma Don Robella è anche, e forse soprattutto, un simbolo per il popolo granata. Da quando ha raccolto il testimone di Don Rabino, ha portato il suo stile e la sua voce nelle cerimonie del Toro, a partire da quelle di Superga, dove ogni anno ricordava il Grande Torino con parole che sapevano di vita, più che di commemorazione. Indimenticabile l’omelia del 2019, quando – impossibilitato a celebrare nella Basilica – salì sul pulpito del Duomo e, davanti a Urbano Cairo e ai giocatori, ruppe un vaso, distribuendone i cocci ai presenti: «Il vaso non potrà più tornare intero, ma i cocci in mano a ciascuno di voi possono ancora avere un senso».
Ora quel gesto assume un valore diverso, quasi profetico. I cocci sono i frammenti di speranza che Leini, Mappano e tutto il mondo granata cercano di ricomporre, con la forza della preghiera e la paura di una notizia che nessuno vorrebbe ricevere.
La Caritas parrocchiale di Leini ha diffuso un messaggio commovente: «Caro Don Riccardo, in questo momento difficile, ci rivolgiamo direttamente a te, affinché ti arrivino con forza tutte le nostre preghiere. Ci giungono notizie preoccupanti, ma siamo sicuri che la tua tempra ti aiuterà a superare questa prova dolorosa. Ti abbracciamo con immenso affetto, certi di vederti presto nella tua parrocchia».
Domani sera, alle 21 nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Leini, si terrà una veglia di preghiera per lui. Un appuntamento che si preannuncia partecipatissimo: non solo i parrocchiani, ma anche i tifosi del Toro, i colleghi sacerdoti, i cittadini dei comuni vicini. Tutti accomunati dallo stesso sentimento: l’apprensione per un uomo che ha dato tanto e che oggi ha bisogno di ricevere.

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