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Svetlana Voutilainen, una finlandese che sogna di realizzare una gigantesca macchina per scrivere a Ivrea

Tra Helsinki e Castellamonte, passando per Ivrea: la storia di un’artista che parla la lingua del bronzo e della ceramica, ma ha nel cuore Firenze e Roma

Svetlana Voutilainen, la professoressa finlandese che sogna l’Italia e le macchine da scrivere Olivetti

Svetlana Voutilainen presso Gatto Gioielli in via Palestro a Ivrea

Ha 56 anni, viene dalla Finlandia, ma quando parla d’Italia gli occhi le si illuminano come quelli di chi ha trovato, molto tempo fa, la sua seconda casa. Si chiama Svetlana Voutilainen ed è una docente universitaria e artista visiva che da oltre quarant’anni coltiva un amore profondo per il nostro Paese.

«In casa avevo libri su libri di Firenze, Roma, i Romani, la loro storia, la letteratura…» racconta con un sorriso che ha dentro ancora la meraviglia di una ragazza di sedici anni, l’età in cui mise piede per la prima volta in Italia.

Fu “l’anno storico”, come lo definisce lei, quello in cui tutto cominciò: «Era il mio primo viaggio e da allora non ho più smesso di tornare. Prima per le vacanze, poi per lavoro. L’Italia è come un richiamo.»

A cAstellamonte

A Castellamonte con il sindaco Pasquale Mazza

Laureata in arte e docente universitaria in Finlandia, Svetlana ha tenuto corsi d’arte in Finlandia, Germania, Italia e Stati Uniti. Ha studiato anche a New York e a Berlino, esperienze che hanno affinato la sua visione estetica, sospesa tra la classicità e la modernità più sperimentale. È membro della Finnish Partner’s Union e della South Karelia Artist Society, collabora con la LAB University of Applied Sciences e con l’Accademia di Belle Arti di Macerata.

Le sue opere — che spaziano dalla scultura in ceramica e bronzo alla pittura a olio e acrilico, fino alle tecniche miste — sono state esposte in mostre personali e collettive a Helsinki, Zurigo, New York, San Pietroburgo, Tallinn, Berlino e Amburgo.

In questi mesi è di nuovo in Italia, ad Ivrea, dove espone alcune sue opere presso l'oreficeria Gatto di via Palestro. Ma il suo legame più forte, oggi, è con Castellamonte, la città della ceramica per eccellenza. È qui che l’ha voluta il sindaco Pasquale Mazza, invitandola a partecipare al progetto internazionale «Attraversamento Meridiano», nato da un’idea di Damiana Spoto, Raffaele Pentasuglia e del curatore Beppe Bertero, con il sostegno del conduttore di Linea Verde, Giuseppe Calabrese. Un’iniziativa che ha coinvolto decine di artisti italiani e stranieri per creare un simbolico legame tra tutte le città aderenti all’AiCC – Associazione Italiana Città della Ceramica.

Il risultato? Una “mandria” di oltre quaranta mucche in ceramica, ognuna diversa, ognuna con una storia. E tra queste, ora, anche una mucca venuta dal Nord Europa: quella di Svetlana, che la sta realizzando negli spazi della storica azienda “La Castellamonte Stufe”.

«Il sindaco mi ha invitata a produrre una mucca internazionale di ceramica. È un progetto bellissimo, un ponte tra culture e tecniche diverse. Mi sento parte di questa comunità artistica.»

Una delle sua opera, intitolata «Ali crescenti», è stata protagonista anche del concorso Ceramics in Love legato alla Mostra della Ceramica 2025. Un titolo che sembra raccontare bene la sua vita: una donna che ha imparato a volare con l’arte, portando nel mondo un messaggio di bellezza e dialogo.

Il suo sogno? Oggi? Oltre alla Mucca? Ivrea....

 «Ho visitato l’Archivio Olivetti e ho conosciuto il direttore. Mi piacerebbe realizzare un’opera in bronzo dedicata alle macchine per scrivere Olivetti. Una grande, enorme macchina per scrivere in bronzo, che possa raccontare il genio industriale e umano di questo territorio.» Nella sua mente, Svetlana immagina l’opera collocata «magari in una rotonda stradale, un simbolo di Ivrea che guarda al passato ma con la testa nel futuro».

L’idea non è casuale: la passione per la storia e per Roma le scorre nel sangue. «Mia nonna era una storica dell’antica Roma», racconta orgogliosa, «e credo che da lei mi venga questo amore per la cultura italiana, per l’arte classica, per le forme eterne che resistono al tempo.»

Così, tra un tramonto nordico sul lago Saimaa e la luce calda del Canavese, Svetlana Voutilainen continua a muoversi come un’artista senza confini. Lì, dove la ceramica incontra il bronzo, dove l’arte diventa un linguaggio universale.

«Io sono membro della società dei pittori finlandesi, ma l’Italia è sempre stata la mia seconda patria. Qui ho amici, qui ho ricordi, qui sento che l’arte parla la mia lingua.»

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