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05 Novembre 2025 - 19:04
Elena Piastra
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Una filastrocca? No. Semplicemente l’elenco dei quaranta parchi pubblici di Settimo Torinese. Una città che, a sentirla così, parrebbe un modello europeo di vivibilità. Peccato che tutto questo verde urbano nessuno lo veda, e quel poco che c’è è tutta erba alta o tagliata male, che supera le panchine e inghiotte pure i cestini.
Talmente alta che un paio d’anni fa, per l’incuria generale, la sindaca Elena Piastra è finita in TV e s’è giocata la reputazione verde. Peggio ancora quando ha spiegato, con disarmante sincerità, che “spende 800 mila euro all’anno per tagliarla”. Tant’è!
E quando uno pensa che l’amministrazione abbia imparato la lezione, che si sia fatta un esame di coscienza, ecco la notizia: un nuovo parco.
Sì, proprio così. Nel bel mezzo di una città dove l’erbaccia domina incontrastata, la sindaca annuncia con entusiasmo: “Un nuovo parco nascerà al posto della scuola di via Fiume.”
Lo fa in un reel sui social, sorridente e con quella solita leggerezza da influencer ambientale. Spiega che il parco sarà “co-progettato con i cittadini” (una frase che ormai apre ogni comunicato del Comune, anche quelli sui bidoni della differenziata). Poi elenca i benefici: contro le bombe d’acqua, contro il riscaldamento climatico, per la permeabilità del suolo. Tutte parole bellissime. Tutte, rigorosamente, aria fritta.
Il nuovo Parco Martiri della Libertà sarà finanziato grazie a un bando regionale da 2,5 milioni di euro. E per chi ha buona memoria, il déjà-vu è inevitabile: già successo con l’ampliamento del Parco Berlinguer, costato la bellezza di 1,5 milioni, poi rinominato “area verde naturale” — un modo elegante per dire che si sono spesi soldi pubblici per ottenere ciò che la natura avrebbe garantito da sola, e pure gratis, con le gaggie.
Perché a Settimo la comunicazione corre, ma i tosaerba no. C’è sempre un bando vinto, un progetto “innovativo”, una promessa di rigenerazione urbana. C’è sempre una foto o un video in cui la sindaca sorride davanti al telefonino per raccontare “la più bella città del mondo”, mentre il cittadino — quello vero, quello “anziano” — cerca solo di non finire in ospedale inciampando tra una buca e l’altra.
La sindaca elenca con precisione svizzera tutte le grandi opere che stanno “trasformando Borgo Nuovo”: il Comando della Polizia Locale, dedicato all’agente Giorgio Valenti, quasi terminato; la Casa delle Associazioni; il nuovo Centro Aglietta in via Schiapparelli; la scuola d’infanzia Rita Levi Montalcini; la primaria Margherita Hack; e il futuro centro per le non autosufficienze che prenderà il posto dell’asilo Pezzani.
Una sfilata di nomi illustri — da Montalcini a Hack — per progetti che, a giudicare da tempi e costi, sembrano più beatificazioni che cantieri.
E nel frattempo? I marciapiedi si sbriciolano, i tombini si intasano, i giochi per bambini cedono, l'erba cresce e i cittadini aspettano.
Alla fine, resta la solita impressione di un’amministrazione comunale che coltiva tutto, tranne il buon senso.
Un parco in più, due milioni in meno. Ma tranquilli, dicono dal Comune: è tutto “sostenibile”.
Insomma, Settimo cresce. Cresce in verde, cresce in spese, cresce in retorica.
E mentre la sindaca Elena Piastra parla di “resilienza ambientale”, i cittadini si chiedono solo una cosa, semplice e umana: chi la taglierà, tutta quest’erba?
A Settimo Torinese nascerà un nuovo parco. Lo ha annunciato Elena Piastra, la sindaca, con la solennità di chi presenta un piano Marshall.
Dice che servirà contro le bombe d’acqua, contro il riscaldamento globale, contro tutto, tranne che contro l’erba alta.
Che di quella, a Settimo, ce n’è già abbastanza da farci la transumanza.
Ma la Piastra ci crede: parla di “co-progettazione con i cittadini”, che è come dire che si costruisce un ponte insieme alle trote.
Intanto i vecchi parchi marciscono tra i rovi, ma poco importa: lei inaugura il quarantunesimo.
E se continua così, quando finirà il mandato, Settimo sarà la città più verde d’Italia.
Non per vocazione ecologista, ma perché non si vedrà più niente.
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