AGGIORNAMENTI
Cerca
Il Canavesano imbruttito
05 Novembre 2025 - 14:46
Siamo un popolo di “sfigati” o di filosofi? L’Italia dei grandi pensatori al potere
Di come stiamo precipitando verso la guerra e verso il fallimento economico e politico dello Stato ne ho scritto più volte, sempre addebitando la cosa alla pochezza della nostra classe politica e in buona parte anche al menefreghismo del popolo elettore. Ragionandoci, però, il tutto potrebbe essere il frutto avvelenato che, ovviamente per “sfiga”, ci è toccato per altri motivi. Non avevo tenuto conto che alla base della devastazione italiana, che sta colpendo industria, commercio, sanità, scuola e immancabilmente lavoratori e famiglie, potesse esserci un surplus di cultura proprio dei nostri politici, tanto di “destra” quanto di “sinistra”, cosa certamente da apprezzare, se così fosse, ma cosa anche, se così si può dire, da smussare un po’ ad uso e consumo del popolo, che dal canto suo si è sempre sforzato di ponderare attentamente, sulla base di ciò che gli era dato di capire, le scelte elettorali, cercando di votare non chi prometteva di più, ma chi mostrava sincero attaccamento alla Nazione, quindi, cospargendomi la testa di sale, se l’apparente “sfiga”, venisse “scientificamente” accertato essere stata la principale causa della chiusura di aziende che hanno preferito delocalizzare all’estero; del lavoro precario e sottopagato; degli oltre 3.000 miliardi di debito pubblico che abbiamo sul groppone; del fallimento di migliaia di piccole e medie industrie; del disastro che stanno vivendo la sanità pubblica e la scuola; dell’ormai congenita mancanza di sicurezza sul lavoro, per strada, nei locali pubblici e addirittura tra le mura domestiche, sarei anche disposto a scusarmi, soprattutto con i lettori.
“Sfiga” che pare perseguitare il nostro Paese senza dargli tregua. E’ così dal dopo “tangentopoli”. Si pensava che tutto sarebbe stato rose e fiori una volta spazzata via un’intera classe politica accusata di ogni nefandezza, ma per “sfiga” così non è stato. L’Italia, anche allora tribolava, la tribolazione pare avere il marchio “made in Italy”, ma non andava male come oggi, fra i politici, forse, c’era qualche ladro, ma oggi..…
Si sa, “la fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo, così, cancellati i vecchi partiti pieni di “banditi”, cosa certificata dal pool di “Mani pulite”, ecco che sono comparsi, quasi per magia, un po’ alla volta, nuovi partiti dai nomi accattivanti, ridondanti, fantasiosi, strani e anche un po’ farneticanti, il tutto con nuovi politici, o alla bisogna con politici d’occasione.
Prima c’erano i democristiani, i socialisti, i repubblicani, i liberali, ei socialdemocratici, i comunisti, i missini, i radicali e sul finire della “Prima Repubblica” anche i verdi, i leghisti e quelli de “La Rete”, chiamarli “retini” credo sia sbagliato. Nel tempo abbiamo visto cancellata la Democrazia Cristiana, passando per l’Ulivo, attenti a non calpestare la Margherita, abbiamo assistito al tentativo, quasi messianico di Gerardo Bianco, che aveva tentato, se vogliamo anche con discreto successo, di resuscitare il Partito Popolare, quello fondato nel 1919, fra gli altri, da don Luigi Sturzo.
In questi ultimi trent’anni c’è stato proprio di tutto, il partito comunista nel cambiare pelle, evaporata nel nulla la “Rifondazione Comunista” di Bertinotti, è stato P.D.S. prima e P.D. poi; il Movimento Sociale di Giorgio Almirante dopo la mutazione in Alleanza Nazionale è addirittura arrivato a partorire i Fratelli d’Italia, la Lega Nord, quella della fantasecessione, del Parlamento di Mantova e della Padania libera è passata dal celodurismo bossiano e dal “prima il Nord” al “prima gli Italiani” e dal no al ponte sullo stretto al W il ponte sullo stretto.
E’ successo davvero l’incredibile, addirittura Berlusconi fondò un partito, Forza Italia, così da “sinistra” arrivò l’ordine di gridare “forza azzurri”durante le partite della nazionale di calcio. Non da meno l’inquisitore per antonomasia, non il Savonarola, quelli erano altri tempi, Di Pietro, il “super magistrato” di “Mani Pulite”, s’invento “Italia dei Valori” e anche Renzi, venuta meno la sua esperienza da Segretario del Partito democratico, fondò “Italia Viva”, così come il suo compare alle ultime elezioni politiche, Carlo Calenda, smessi i panni di “Ministro dello Sviluppo” nei governi Renzi e Gentiloni diede vita ad un partito che pare preveda “Azione”. In tutto questo fermento politico e sociale non è mancato nemmeno Giuseppe Grillo, quello di “Luna Park” con Baudo e la Heather Parisi, lo stesso di “Fantastico” con Loretta Goggi e sempre la Parisi, che ci ha donato la grande alternativa politica, guidata da Conte e Di Maio, meglio conosciuta come “Movimento 5 Stelle”. C’è stato tanto, tanto altro ancora, semplicemente ho voluto semplificare, perché quello che mi preme è arrivare a dare un’interpretazione diversa al “disastro Italia”, che sino ad oggi, forse per miei limiti culturali e d’osservazione, avevo imputato alla scarsità dei politici ed alla pochezza dell’elettorato.
Detto che la “sfiga”, probabilmente, nell’ultimo trentennio si è abbattuta sull’Italia come un uragano, è anche possibile che sia stata addirittura amplificata dalla grande, addirittura esagerata, cultura della nostra classe politica.
Forse non è vero che i nostri politici, un po’ tutti, hanno sin qui brillato per dire una cosa per poi farne un’altra. Forse non è vero che Salvini nel 2016 non voleva il Ponte sullo Stretto di Messina ed oggi, invece, lo vuole più di chiunque altro. Forse non è vero che la Meloni aveva promesso di cancellare le accise sulla benzina e poi non l’ha fatto. Forse non è neanche vero che si spende di più, moltissimo di più, in armi che non per la sanità pubblica. Forse non abbiamo capito, quando ci veniva detto che avrebbero posto fine agli sbarchi dei clandestini, che avrebbero introdotto gli asili nido gratuiti, che avrebbero tagliato l’I.V.A. sui prodotti per l’infanzia, che avrebbero migliorato la “legge Fornero”, che avrebbero aumentato le pensioni minime e che avrebbero ridotto la pressione fiscale. Forse non è neppure vero che siamo contro la Russia e amici di Israele, insomma c’è una grande confusione, ma non per colpa dei politici, no, loro non hanno colpe, semmai, fanno fatica a comprendere, bisogna cercare di capirli, la pochezza culturale di chi li osserva e li giudica. Loro hanno una laurea per tutto e spesso ne hanno più di una e in aggiunta possono vantare master in ogni dove in giro per il mondo, insomma siamo in presenza di gente che non sbaglia un congiuntivo ed è campione nella coniugazione dei verbi. Non solo, anche grandi esperti in economia come Prodi, Draghi e Monti, sarebbe ora di smetterla di criticarli per i risultati ottenuti, loro sono prima di tutto dei professori e si sa, da sempre sono i professori che giudicano, quindi, alla base del fatto che le loro scelte in campo economico e politico non abbiano portato agli italiani nulla di buono, c’è senz’altro il disturbo della comprensione o una distorsione cognitiva da parte del popolino.
Pensate, i nostri grandi politici, anche nei difficili anni della pericolosissima e mortale pandemia da “covid19”, ci hanno regalato grandi esperti che tutto il mondo ci ha invidiato, lo hanno fatto per noi, per salvare le nostre vite, nessuno ha potuto sfoggiare professoroni come Pregliasco, Bassetti, Burioni o Crisanti, l’Italia si! Anche loro spesso non capiti, ma si sa, poveri tapini, non siamo mica tutti dottori, né tantomeno virologi o immunologi. Ve lo ricordate Bassetti, quando ad un qualsiasi interlocutore, prima di dare qualsiasi spiegazione, chiedeva se fosse laureato in medicina? Aveva ragione, basta polemiche, basta domande, bisogna rendersi conto che siamo fortunati, c’è chi pensa, chi organizza e chi decide per noi, tutta gente super preparata, tanto preparata che, a farci ben caso, a mettere la massima attenzione in ciò che dicono, parlando di politica, di economia, di relazioni estere o di salute, ormai tutti, quelli che hanno marciato sulle ceneri della “Prima Repubblica”, sono un qualcosa di più, ognuno nel proprio campo d’azione, di semplici esperti, questi conoscono talmente bene la materia che rappresentano, che a ragione possono essere definiti dei veri e propri filosofi e come tali non vanno presi alla lettera, pena tirarsi addosso la “sfiga” più tremenda, vanno semplicemente ascoltati, assecondati, studiati, omaggiati, ringraziati e letti perché tutti hanno scritto e scrivono libri, vere e proprie opere letterarie, scientifiche o trattati di economia, da Luigi Di Maio a Carlo Calenda, da Matteo Renzi a Matteo Bassetti, da Roberto Burioni a Lucia Anzolina, da Giorgia Meloni a Matteo Salvini, da Guido Crosetto a Maurizio Toninelli, da Maurizio Landini a Mario Monti, da Daniela Santanchè a Maria Stella Gelmini, da Laura Boldrini a Gennaro Sangiuliano, da Roberto Speranza a Carlo Nordio e chi più ne ha più ne metta, anzi, più ne scriva.
Noi non abbiamo solo politici, economisti e scienziati, noi abbiamo persone di primissimo ordine, ce le invidia il mondo, meno male che non ci sono più personaggi come Andreotti, La Malfa, Moro, Spadolini o Craxi, ora abbiamo gente che quando apre bocca mostra amore per il sapere, che studia, ricerca e analizza i temi fondamentali dell’esistenza umana, fior fiore di accademici, capaci di porre ai cittadini le domande giuste per poi usare la ragione e la logica al fine di argomentare tesi inconfutabili, così da proporre alla Nazione grandi progetti e programmi. Siamo noi a non capirli, fra quei “noi” mi ci metto anche io e certamente ci si metteranno, più o meno consapevolmente, anche loro perché, è evidente, non trattandosi d’incapacità, non trattandosi di stupidità, né tantomeno di viltà o di propensione alla corruzione, può solo trattarsi di “amore per la sapienza”, infatti, analizzando gli eventi, le circostanze, le vicende e le azioni della nostra classe dirigente, senza pregiudizi, si può dire che nei posti di comando e molto spesso, anche nei posti di sottogoverno, così come fra i tanti burocrati che rappresentano il nostro grande Stato, ci siano grandissimi filosofi.

E’ risaputo, la filosofia può apparire oscura o astratta, sia a chi la espone, sia a chi l’ascolta, se presa alla lettera può generare confusione, se applicata al mondo reale, cosa che, cancellata la “Prima Repubblica”, pare essere divenuta la prassi del nuovo che l’ha sostituita, può far sembrare degli incapaci, dei mentitori seriali o dei corrotti tutti coloro che vi ricorrono per spiegare al popolo scelte importanti in campo politico ed economico. Può far gridare alla “sfiga” perché nulla va come promesso o come auspicato, ma non è così, è filosofia. A tal proposito voglio ricordare le parole di Francois Marie Arouet, meglio noto come Voltaire, storico, scrittore, poeta e romanziere parigino, faro di tolleranza e ragione nel tumultuoso 18° secolo, uomo dalla grande apertura mentale e ampiezza di vedute, bandiera di generosità, altruismo e della ragione contro tutti i fanatismi e l’intolleranza religiosa, ebbene egli disse: “Quando colui che ascolta non capisce colui che parla e colui che parla non sa cosa sta dicendo: questa è filosofia”.
Che dire, parole divenute profetiche, parole che sembrano scritte, seppur molto datate, per descrivere politici, economisti e scienziati italiani del XXI° secolo, ma ad essere sinceri e onesti, la classe dirigente dell’intero Occidente, ovviamente della sua Francia e dell’Unione Europea.
Ecco, non siamo in presenza di smemorati cronici, nemmeno di pazzi e ancor meno di corrotti, semplicemente siamo guidati da grandi filosofi, li troviamo alla guida dei Comuni, delle Regioni, delle Aziende Ospedaliere Locali, dei Ministeri, delle partecipate statali, dei consorzi pubblici, del Governo e dello Stato, li troviamo ovunque siano richieste capacità non comuni, questo dovremmo sforzarci di comprendere. Questo dovrebbero comprendere anche importanti giornalisti, come il nostro Direttore, Liborio La Mattina o Marco Travaglio, Direttore de “Il Fatto Quotidiano”, due persone, nel minato campo dell'informazione non ce ne sono molte, che si dedicano alla loro grande passione prima ancora che al loro mestiere, il giornalismo, ma lo fanno cercando di scoprire cosa c’è dietro a scelte politiche, organizzative o amministrative che sembrano sbagliate o assurde; lo fanno attraverso l’inchiesta, cercando di analizzare, descrivere e scegliere le notizie, non tenendo conto che dall’altra parte, quella che sembra essere occupata da cattivi, incapaci, corrotti, inetti e ignoranti, ci sono, invece, grandi filosofi. Persone dal grande sapere, che non possono essere giudicate per ciò che dicono, per ciò che fanno o che non fanno, per ciò scrivono o per ciò che promettono, loro sono filosofi e come tali, prendendo per buone le parole di Voltaire, non sanno cosa stanno dicendo, quindi, ci sta che noi, poveretti, appartenenti al mondo, ormai in dissoluzione, dove si gridava al bugiardo quando uno mentiva; al corrotto quando uno intascava una bustarella o all’incapace quando uno non ne azzeccava mezza, ci troviamo spiazzati a commentare l’azione dell’esercito di filosofi che ha colonizzato politica, amministrazione, economia, finanza e scienza in questa prima parte di XXI° secolo.
“Ora bisogna semplicemente scegliere cosa pensare: siamo “sfigati” perché la filosofia è difficilmente applicabile alle faccende della vita reale; siamo “sfigati” ad avere una classe dirigente composta da filosofi, anzi, da grandi filosofi; siamo “sfigati”, anzi, ci riteniamo “sfigati” ma in verità siamo molto “fortunati” o in ultimo, volendo tener conto dell’inclinazione di Voltaire verso l’umorismo, il sarcasmo, l’ironia e la satira; verso l'irrisione più o meno velata, di volta in volta, nei confronti della metafisica, della scolastica, delle credenze di ogni tipo o contro personaggi influenti, che già all’epoca se la tiravano da “grandi politici”, non è che la sfiga ce la stiamo tirando addosso lasciando che siano dei pazzi incompetenti e talvolta corrotti a dettar legge?!”
La scelta è libera, d’altronde Voltaire è ancora considerato uno dei principali ispiratori del pensiero razionalista, nonché acceso sostenitore delle libertà civili.
TUTTI GLI ARTICOLI DI PAOLO BINI: CLICCA QUI
Edicola digitale
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.