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Confcommercio Piemonte festeggia 80 anni, tra bilanci e richieste di riforme

A Torino l’evento “Ricordare il futuro” con istituzioni e imprese. Viglione: “Servono nuove regole e risorse per un commercio moderno”

Confcommercio Piemonte festeggia 80 anni, tra bilanci e richieste di riforme

Confcommercio Piemonte festeggia 80 anni, tra bilanci e richieste di riforme

Ottant’anni di storia per raccontare l’anima economica e sociale del Piemonte. Al Teatro Vittoria di Torino, Confcommercio Piemonte ha celebrato questa mattina il suo anniversario con l’evento “Ricordare il futuro”, una giornata dedicata al ruolo del terziario nella trasformazione del territorio e alle prospettive per le imprese di domani.

Un’occasione solenne, ma anche concreta, dove accanto ai saluti istituzionali sono emerse richieste precise e riflessioni sullo stato di salute del settore. Accolti dal presidente Giuliano Viglione, hanno partecipato il ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, la vicepresidente del Senato Anna Rossomando, il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, l’assessore regionale al Commercio Paolo Bongioanni, l’assessore comunale Paolo Chiavarino e il presidente nazionale Carlo Sangalli.

Le tre parole guida della giornata — storia, fiducia e visione — hanno sintetizzato l’eredità e le sfide di un comparto che in Piemonte conta oltre 200mila imprese attive nel terziario di mercato, pari al 53% del totale regionale, con 771mila addetti e un valore aggiunto di 80 miliardi di euro, cioè il 61% dell’economia piemontese.

Nel suo intervento, Viglione ha richiamato la necessità di una nuova legge regionale sul commercio, capace di rispondere ai cambiamenti di un mercato rivoluzionato in venticinque anni da liberalizzazioni, e-commerce e mutamento dei consumi. «Serve una normativa al passo coi tempi — ha detto — che aiuti il commercio tradizionale a trovare nuovi equilibri e che dia voce ai Comuni nella pianificazione delle attività, per contrastare la desertificazione commerciale».

Il presidente ha anche invocato risorse più adeguate per il comparto, in particolare dai fondi strutturali europei, e ha citato come esempio virtuoso i Distretti del Commercio, che oggi coinvolgono 625 amministrazioni comunali. L’idea, ribadita anche dagli interventi successivi, è che il negozio sotto casa non sia solo un presidio economico, ma un punto di coesione sociale e sicurezza per i quartieri e le aree interne.

Paolo Zangrillo 

A sostegno del comparto sono intervenuti anche il presidente Cirio e l’assessore Bongioanni, che hanno ricordato gli strumenti attivati dalla Regione: il Tavolo del Commercio istituito nel 2024, la riapertura del Fondo unico del commercio da 12 milioni di euro, i finanziamenti ai Distretti, saliti a 94 su tutto il territorio, e i ristori economici destinati alle attività penalizzate dai cantieri e dalle chiusure del traforo del Tenda.

Per Anna Rossomando, la forza di Confcommercio sta nell’aver accompagnato per otto decenni la trasformazione economica e sociale del territorio, difendendo “un patrimonio diffuso fatto di piccole imprese e servizi”. Il ministro Zangrillo, invece, ha posto l’accento sulla necessità di una Pubblica amministrazione alleata delle imprese, ricordando le 400 semplificazioni introdotte dal governo e l’impegno per una PA “più rapida, digitale e trasparente”, capace di dialogare con chi produce ricchezza e lavoro.

«Un apparato pubblico efficiente è un volano per lo sviluppo del Paese — ha detto Zangrillo —. Semplificare le procedure e garantire servizi più rapidi è la condizione per sostenere il tessuto produttivo». Il ministro ha poi richiamato il portale “Italia Semplice” e la piattaforma inPA, che conta 2,6 milioni di utenti, come strumenti concreti di digitalizzazione e reclutamento nella PA.

Sul palco anche il presidente nazionale di Confcommercio Carlo Sangalli, che ha ricordato come “ottant’anni di Confcommercio Piemonte sono ottant’anni di storia italiana”, un percorso costruito da migliaia di piccole e medie imprese che “ogni giorno garantiscono occupazione e benessere diffuso”.

Per Maria Luisa Coppa, presidente di Ascom Torino e provincia, è stata l’occasione per ribadire il ruolo di Torino come capitale del commercio piemontese: «La nostra rete, con 14 sedi provinciali e la gestione di 30 Distretti Urbani, rappresenta un modello di presenza e progettualità. Oggi più che mai servono comunità imprenditoriali unite e capaci di innovare restando radicate al territorio».

Durante la cerimonia sono stati ripercorsi i momenti chiave della storia associativa, dai primi dopoguerra alle sfide della globalizzazione, fino alle trasformazioni recenti del mercato e alle nuove esigenze di sostenibilità e innovazione. Ma il messaggio più forte emerso dal Teatro Vittoria è che il commercio — il bar, la bottega, il ristorante, il servizio locale — resta il cuore pulsante delle città e dei paesi piemontesi, un patrimonio economico e umano da difendere.

Alberto Cirio

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