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Punto Rosso

Guardare le pensiline e non la parete

A Ivrea si discute di locandine alle pensiline mentre la “Parete Quinta” dei Giardini Giusiana si sfoglia al sole. Le vere urgenze della città restano sullo sfondo, ma l’importante è guardare le pensiline

Guardare le pensiline e non la parete

Guardare le pensiline e non la parete

L’ultimo consiglio comunale ci ha regalato almeno una perla. Parlo dell’interpellanza che porta la firma della consigliera Elisabetta Piccoli, Capogruppo “Progetto Ivrea” (una delle liste che ha sostenuto il rinnovo del mandato al sindaco Stefano Sertoli) contro l’affissione di locandine alle pensiline degli autobus. O meglio, contro una locandina del Comitato Ivrea per la Palestina.

Premesso che – ci informa infatti la consigliera – “in data 5/10/2025, sono state affisse in prossimità delle fermate dell’autobus della città, delle locandine in formato A4 relative ad un’iniziativa promossa dal Comitato Ivrea per la Palestina …” anche se più avanti scrive “Non è il primo caso in cui vengono utilizzate le pensiline dell’autobus da parte di associazioni cittadine che intendono promuovere le loro iniziative in forma bizzarra.”

Quella che la consigliera definisce “forma bizzarra”, in realtà da che mondo e mondo, da che pensilina è pensilina, queste vengono usate per promuovere concerti, assemblee, spettacoli… specialmente dai giovani che tipicamente hanno pochi mezzi economici. In particolare, attorno alle università diventano vere e proprie bacheche urbane. Tutto questo in mancanza di vere e proprie bacheche comunali libere a disposizione dei comitati e delle associazioni per promuovere le proprie iniziative.

Bisogna dire che alla consigliera finora queste “bizzarre” affissioni non han mai dato fastidio. Pur essendo dal 2018 nel palazzo comunale, assessora prima e consigliera oggi, non aveva intrapreso prima d’ora azioni contro la violazione del regolamento delle affissioni nelle pensiline, né altrove.

Ma a Ivrea esistono le ossessioni. Una di queste è per lo ZAC! Vi sono consiglieri, di oggi e di ieri, che a sentir ZAC! è come se cadessero in trance e partissero per una crociata di liberazione del Movicentro eporediese da quel coacervo di sciagurati attivisti socio-ambientalisti. A questa ossessione si è aggiunta di recente quella per gli attivisti per la Palestina. Unisci le due cose, ZAC! e Palestina, e suona il tilt.

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È un fatto surreale, infatti, presentare un’interpellanza consiliare per un tema di tale (piccola) portata, di fronte alle urgenze della città e dei suoi abitanti. Tutto è degno, per carità, detesto il “benaltrismo”, ma vanno date delle priorità. Il Consiglio comunale eporediese viene convocato una volta al mese: i cittadini e le cittadine si aspettano che ogni consigliere e consigliera faccia con il suo gruppo il punto sulle criticità in città e porti in consiglio i temi più pressanti. Questo vale per tutti i consiglieri e le consigliere naturalmente, di minoranza e di maggioranza, e non sempre è così. Anzi.

Senza fare grandi indagini, basta passeggiare in città, e guardare (non è sufficiente vedere) con occhio attento anche luoghi che ci sono più noti, quelli che quasi non vediamo più, quelli che ci siamo abituati a veder malandati, ma guardiamo e passiamo. Basta soffermarsi, ascoltare le persone. Ce ne sono di interpellanze da fare! Penso in particolare a quei siti che dovrebbero essere orgoglio della città, dedicati ai turisti, alle scolaresche, ma anche a chi vive a Ivrea e in questa parte di Canavese.

Ad esempio, se si voleva proprio fare un’interpellanza sulle “pareti”, anziché guardare il dito-pensilina si poteva guardare la luna-parete ai Giardini Giusiana, parlo della cosiddetta “Parete Quinta delle Ricchezze Archeologiche dell'Anfiteatro Morenico di Ivrea.”

“Situata presso i giardini pubblici di Corso Botta, la PARETE QUINTA, è un modo diverso per far conoscere ai cittadini e ai turisti le ricchezze archeologiche dell’Anfiteatro Morenico di Ivrea e soprattutto della ricca collezione del museo Garda. La tecnica utilizzata è quella del tattoo wall che permette il trasferimento diretto dell'immagine su idonea superficie con l'effetto affresco, di alta qualità e senza limiti di dimensione garantendo una durata molto lunga nel tempo.” Recita il sito Turismo Torino.

Occorreva definire “durata molto lunga nel tempo.” Installata nel 2016, la sua parte più esposta al sole da anni subisce una esfoliazione progressiva che ne deturpa l’aspetto e ne rende impossibile la lettura. A questo scempio, si aggiunge l’inquinamento dato dai pezzi del rivestimento sbriciolati ai piedi e sull’erba circostante. Uno spettacolo veramente triste, degradante, un brutto biglietto da visita per Ivrea che fa il paio con l’incuria del Visitor Centre Unesco e suoi dintorni, della quale ho già scritto e spero di non scrivere più.

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