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Ivrea in Azione

Da città hippy a Gotham City: la metamorfosi di Chiantore e la sicurezza “da copertina” di Ivrea

Dalle mozioni bocciate ai cani poliziotto, il sindaco di Ivrea riscrive la narrazione politica puntando sulla sicurezza. Ma è vera svolta o solo un’operazione d’immagine per strappare all’opposizione il suo cavallo di battaglia?

Da città hippy a Gotham City: la metamorfosi di Chiantore e la sicurezza “da copertina” di Ivrea

Gotham city

Le liti in Consiglio comunale e le polemiche all’esterno sono ormai un marchio di fabbrica di Ivrea. Una città dove la politica sembra più preoccupata della propria immagine che dei risultati, e dove ogni decisione diventa materia di scontro. La bocciatura delle mozioni sulla sicurezza e la proposta di riservare uno spazio alle forze dell’ordine ancora rimbombano nell'aria...

Da un sindaco che liquidava ogni richiesta di maggiore sicurezza come un problema di “percezione”, impegnato piuttosto a compiacere la sinistra radical chic, a un nuovo primo cittadino che ha improvvisamente cambiato registro: ecco la metamorfosi eporediese. Oggi assistiamo a una vera rivoluzione narrativa: la comunicazione politica si è fatta più aggressiva, i toni più ruvidi, e le pagine dei giornali locali si riempiono di pattuglie, telecamere e perfino cani poliziotto – come il celebre Rex, arrivato grazie alla collaborazione con il Comune di Strambino.

Ivrea, che fino a poco tempo fa sembrava un rifugio per anime hippy, oggi si racconta come una piccola Gotham City. Ma qual è la vera faccia di Matteo Chiantore? È evidente la sua abilità nel cambiare tono e postura, nel riscrivere la sceneggiatura della città a seconda dell’occasione. Non è una critica, ma una domanda legittima: ha davvero compreso che la sicurezza è un diritto sacrosanto, o teme solo di perdere consenso?

New York

Forse, un passo indietro accompagnato da un’onesta ammissione di sottovalutazione del problema sarebbe un buon inizio. “Azione Italia Viva aveva ragione” – ecco una frase che difficilmente sentiremo pronunciare, perché in politica l’onestà intellettuale resta merce rara, anche se tutti la decantano.

Arriviamo dunque al punto: Chiantore vuole davvero rendere Ivrea più sicura, combattere microcriminalità e vandalismo, e affrontare l’abusivismo che ha fatto notizia perfino a livello nazionale? O è solo teatro politico, una manovra per strappare all’opposizione un tema che non riesce più a controllare?

Mentre alcuni amministratori pensano di risolvere i problemi locali viaggiando fino a Roma, altri – spesso semplici consiglieri – si espongono quotidianamente tra la gente, anche a rischio personale. Nel frattempo, le opposizioni vanno in ordine sparso, impegnate a contendersi la bandierina del “primo che l’ha detto”. La maggioranza, invece, tace e prova a mettere in campo gli educatori di strada, senza avere ancora chiaro chi dovrebbero educare.

E i problemi? Restano tutti lì. L’illuminazione pubblica è un disastro, ma nessuno ne parla, come se fosse normale camminare al buio. La polizia locale di prossimità è solo un ricordo, e il sistema di videosorveglianza non copre neppure le aree più sensibili. Sembra quasi che si voglia farci abituare a un’anormalità quotidiana, mentre la comunicazione costruisce un racconto più rassicurante – e molto meno autentico.

Il paragone con Silvio Berlusconi viene spontaneo: quando diceva che “i ristoranti sono sempre pieni” per calmare i mercati, stava semplicemente scegliendo la narrazione più comoda. Chiantore fa lo stesso. Cambia tono, promette fermezza, ma la sostanza?

In fondo, il messaggio è chiaro: “Da qui in avanti non si scherza più”. La priorità saranno i cittadini e i commercianti, ci viene detto. Ma sarà davvero una svolta o solo un’illusione ben orchestrata? Il tempo, come sempre, farà giustizia. Intanto, almeno una piccola conquista l’abbiamo vista: qualche telecamera in più. Ciao!!

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