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Costume e Società

Luciana Littizzetto premiata a Treiso: la risata che profuma di Langhe

L’attrice, comica e scrittrice torinese riceverà l’11 novembre 2025 il Premio “Publio Elvio Pertinace”. Un riconoscimento ai valori piemontesi più autentici: ironia, impegno civile, cultura e quella verità detta sempre col sorriso

Luciana Littizzetto premiata a Treiso: la risata che profuma di Langhe

Luciana Littizzetto premiata a Treiso: la risata che profuma di Langhe

Sarà Luciana Littizzetto, attrice, comica e scrittrice, a ricevere la XXXIII edizione del Premio “Publio Elvio Pertinace”, martedì 11 novembre 2025 alle 16:30, presso il Centro Culturale Don Giuseppe Flori di Treiso (Cuneo).

E non poteva esserci scelta più azzeccata. In un Piemonte che spesso si prende troppo sul serio, premiando burocrati e professori in giacca e cravatta, questa volta il riconoscimento va a una donna che ha fatto dell’ironia una forma d’impegno civile, della risata un gesto politico, della leggerezza un atto di coraggio.

Il Premio Pertinace, istituito dal Comune di Treiso e dalla Cantina Pertinace, non è un trofeo qualsiasi. È un riconoscimento ai valori piemontesi più autentici: la serietà che non ha bisogno di ostentazione, la cultura come strumento di crescita collettiva, il senso di comunità, la responsabilità sociale. È un premio che unisce memoria e futuro, radici e talento, e che ogni anno cerca personalità capaci di rappresentare la sostanza e non l’apparenza. E chi meglio di Lucianina, come la chiamano tutti con affetto, poteva incarnare tutto questo?

littizzetto

Da trent’anni, Luciana Littizzetto è la voce più irriverente e sincera del Piemonte, quella che ha trasformato l’accento torinese in linguaggio nazionale, i tic quotidiani in filosofia, e il sarcasmo in una lente d’ingrandimento capace di smascherare ipocrisie e luoghi comuni.

Con la sua parlata veloce e tagliente, il suo umorismo senza rete e la capacità di alternare la risata alla riflessione, è riuscita in un’impresa che pochi in Italia possono vantare: far ridere pensando e far pensare ridendo. Dai palcoscenici dei cabaret torinesi al successo televisivo con Serena Dandini in “Avanzi”, fino all’approdo nel salotto di Fabio Fazio a “Che tempo che fa”, Luciana ha attraversato trent’anni di spettacolo e di costume restando sempre se stessa. Una donna che non ha mai ceduto alla tentazione del politically correct, che ha sempre difeso il diritto di dire le cose come stanno, anche quando il pubblico non era pronto a sentirle.

Dietro quella comicità pungente, però, c’è un mondo fatto di cultura e disciplina. Diplomata in pianoforte al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino, laureata in materie letterarie, ex insegnante di scuola media, Littizzetto ha sempre portato nella sua comicità il rigore di chi ha studiato e la sensibilità di chi ha ascoltato.

Perché la risata, per lei, è una cosa seria: un modo per entrare nelle pieghe dell’animo umano, per raccontare le contraddizioni del Paese, per fare satira sociale con la grazia di chi sa di toccare nervi scoperti. Non c’è tema che non abbia attraversato con la sua penna o con la sua voce: la politica, la scuola, le donne, la maternità, la disabilità, la giustizia, la religione. Tutto filtrato da uno sguardo che non perdona ma che non giudica, che provoca ma non umilia, che ride del potere senza mai ridere dei deboli.

Luciana Littizzetto è piemontese fino al midollo. Nata a Torino nel 1964, figlia di Pietro Littizzetto e Antonietta Dezzutto, originari di Bosconero, ha sempre rivendicato con orgoglio le sue radici popolari, la concretezza e il pudore di una terra che preferisce i fatti alle parole. È quella piemontesità fatta di misura e malinconia, di ostinazione e ironia, che la lega perfettamente al nome di Publio Elvio Pertinace, l’imperatore delle Langhe che rappresentava la rettitudine e il senso del dovere. Non è un caso che gli organizzatori del premio abbiano parlato di un “autentico patto di comunità”, di un riconoscimento che vuole unire “memoria e futuro, radici e talento, nel segno della nostra terra”. Luciana, con la sua voce roca e le sue battute taglienti, incarna proprio questo: la capacità di appartenere a un luogo senza esserne prigioniera, di restare fedele alle origini anche quando il successo ti porta lontano.

Negli anni, ha dimostrato che la comicità può essere una forma di responsabilità civile. Ha usato la televisione non come vetrina, ma come piazza pubblica, affrontando temi scomodi con il linguaggio semplice e diretto di chi non vuole fare la morale ma solo ricordare che la morale esiste. È stata tra le prime a ironizzare sui pregiudizi di genere, sulle discriminazioni, sulla violenza domestica, sulla politica fatta di slogan. Lo ha fatto con il coraggio delle parole, ma anche con la delicatezza di chi sa che la risata è una carezza più che un pugno. E in un tempo in cui la volgarità è diventata una moneta corrente, Luciana Littizzetto ha saputo restare graffiante senza mai cadere nel triviale, popolare senza mai diventare populista.

Premiarla a Treiso significa riconoscere che il Piemonte non è solo una regione di vini e colline, ma anche di pensieri liberi e voci fuori dal coro. Significa dire che la cultura non ha bisogno di palchi solenni per esistere: basta una donna con un microfono, un cervello acceso e la voglia di dire la verità. E lei, che della verità ha fatto un mestiere, lo sa bene: “La risata è una medicina, ma solo se è amara abbastanza da farti passare la febbre”.

Insomma, nel piccolo borgo delle Langhe che porta il nome di Publio Elvio Pertinace, il prossimo novembre si celebrerà un rito laico e profondamente piemontese: quello di una comunità che riconosce in una donna minuta ma gigantesca l’eredità morale di una terra che ha sempre preferito il contenuto alla forma. E mentre lei salirà sul palco, probabilmente con una battuta pronta per sdrammatizzare tutto, resterà l’immagine più vera di ciò che questo premio vuole essere: un omaggio a chi sa ridere del mondo senza smettere di amarlo.

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