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26 Ottobre 2025 - 19:37
La marcia di oggi a Chivasso
Tre chilometri e mezzo. È la distanza che separa il centro di Chivasso dalla sua frazione Betlemme, ma oggi quel tragitto è diventato un cammino simbolico. Un centinaio di cittadini ha partecipato alla marcia “In cammino per la pace”, promossa dal circolo di Sinistra Italiana, lungo il percorso che da piazza del Duomo conduce fino alla piazza di Betlemme, simbolo del gemellaggio con la Betlemme di Palestina. Un gesto semplice ma dal forte valore civile, in un momento in cui il silenzio rischia di diventare complicità.
Alla camminata hanno preso parte il sindaco Claudio Castello, i sindaci di Cavagnolo, Andrea Gavazza, e di Monteu da Po, Elisa Ghion, oltre ai consiglieri comunali di Brusasco e Crescentino.
Il corteo, aperto da striscioni color arcobaleno, ha voluto ricordare il legame che unisce la città piemontese alla Betlemme palestinese dal 2016, un gemellaggio che oggi assume il peso della solidarietà verso una popolazione stremata da guerra, povertà e isolamento.
Lo ha raccontato il sindaco Castello, rievocando il recente incontro con il primo cittadino di Betlemme: “È una città alla fine delle forze: l’acqua copre appena un quarto del fabbisogno, il turismo – che era l’80% dell’economia – è crollato, e il 65% della popolazione è disoccupato. Vivono un disagio estremo e chiedono solo aiuto, anche sanitario. Non possiamo dimenticare i nostri fratelli di Betlemme”.
Dalle parole di Castello, il microfono è passato ad Andrea Gavazza, che ha ricordato come “non saranno i nostri passi o le nostre bandiere a risolvere il problema della Palestina, ma servono per ricordare che nessun uomo è un’isola e che la politica deve ritrovare il coraggio di cercare soluzioni”.
Infine Frediano Dutto ha invitato a non abbassare la guardia: “L’Italia è il terzo paese al mondo per forniture di armi a Israele. Eppure in Palestina, dopo il cessate il fuoco, continuano a morire civili e bambini. Forse potevamo essere di più, ma chi ci ha visti passare ha capito che la pace si costruisce camminando”.
Una marcia arrivata “tardiva”, come hanno ammesso gli stessi organizzatori, ma necessaria per ricordare che non è mai troppo tardi per chiedere il riconoscimento dello Stato di Palestina e una vera pace a Gaza.





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