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Forza Italia fuori a Foggia: centrodestra nel caos a un mese dal voto

La lista azzurra per le regionali pugliesi è stata dichiarata non valida per un vizio formale. Il candidato presidente Luigi Lobuono tenta di correre ai ripari, mentre il centrosinistra di Antonio Decaro parte compatto e già favorito

Forza Italia fuori a Foggia: centrodestra nel caos a un mese dal voto

Luigi Lobuono

Le elezioni regionali in Puglia, fissate per il 23 e 24 novembre 2025, si aprono con un colpo di scena che scuote la coalizione di centrodestra e rischia di pesare sull’intera campagna elettorale. La lista presentata nella circoscrizione di Foggia da Forza Italia è stata infatti dichiarata non valida dalla Commissione elettorale circoscrizionale per un vizio formale nell’autenticazione delle firme. A confermarlo è stato lo stesso comitato di Luigi Lobuono, candidato presidente del centrodestra, che ha parlato apertamente di “problemi burocratici” e ha già annunciato la presentazione delle controdeduzioni. “Lunedì mattina ci sarà un chiarimento con la Commissione elettorale circoscrizionale” hanno fatto sapere dal comitato, tentando di minimizzare l’effetto della notizia.

Luigi Lobuono

Decoro

Dearo

Donna

Ada Donno

asfa

Sabino Mangano

L’irregolarità riguarda la modalità con cui sono state autenticate le firme: in un passaggio cruciale della procedura, l’autenticazione sarebbe stata effettuata da un parlamentare e non da un notaio, come previsto dalla normativa. Un errore apparentemente banale, ma che può costare caro: in provincia di Foggia, roccaforte tradizionale del centrodestra, Forza Italia rischia di rimanere completamente esclusa dalla competizione. A complicare il quadro c’è anche la lista civica “La Puglia con noi”, anch’essa dichiarata inammissibile.

Nel comunicato ufficiale diffuso dal comitato Lobuono si specifica che, al momento, le liste che sostengono il candidato presidente del centrodestra sono quattro: Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega Puglia e Noi Moderati. Tuttavia, proprio Forza Italia resta sospesa in attesa della decisione definitiva della Commissione. Quanto alla lista Italia Liberale, si attendono aggiornamenti. Il risultato è che l’avvio della campagna elettorale del centrodestra si trasforma in un percorso a ostacoli, con una parte della coalizione costretta a giocare in difesa ancor prima di iniziare davvero la partita.

Sul fronte opposto, il centrosinistra si presenta invece con le idee chiare e un candidato forte: Antonio Decaro, europarlamentare ed ex sindaco di Bari, considerato il grande favorito di questa tornata elettorale. Attorno a lui si è costruita una coalizione ampia, composta da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra, Decaro Presidente, Per la Puglia, Avanti Popolari e diverse liste civiche locali. Decaro rappresenta l’eredità politica del presidente uscente Michele Emiliano, ma anche un tentativo di rinnovamento, con un approccio pragmatico e amministrativo che punta su temi come la sanità, la sostenibilità e la digitalizzazione dei servizi pubblici.

A completare il quadro dei candidati alla presidenza ci sono Sabino Mangano, con Alleanza Civica per la Puglia, e Ada Donno, candidata di Puglia Pacifista e Popolare, due figure provenienti dal mondo del civismo e dei movimenti sociali. Le loro candidature, sebbene difficilmente competitive in termini numerici, incarnano la spinta dal basso di un elettorato deluso dai grandi partiti e sensibile ai temi della pace, dell’ambiente e dei diritti sociali.

Nel complesso, in tutta la regione sono state presentate 12 liste, per un totale di oltre 650 candidati al Consiglio regionale. Nelle liste a sostegno di Decaro figurano molti amministratori locali, consiglieri uscenti e volti noti del mondo associativo. Nella provincia di Foggia, ad esempio, nella lista “Per la Puglia” compaiono nomi come Rosa Barone, Michele Longo, Angelo Pasquale Masucci e Giuseppa Albano. Il Movimento 5 Stelle ha invece rinnovato quasi completamente le proprie candidature, presentando un programma centrato su lavoro, salario minimo, tutela dell’ambiente e trasparenza amministrativa.

Il regolamento elettorale pugliese prevede l’elezione diretta del presidente e del Consiglio regionale, con equilibrio di genere e un numero minimo di sottoscrizioni stabilito dal decreto regionale del 24 settembre 2025. Un sistema che premia la coesione e la capacità organizzativa delle coalizioni: esattamente ciò che oggi manca al centrodestra pugliese, travolto dal caos di Foggia.

Il significato politico di questa esclusione va oltre il tecnicismo burocratico. È un segnale di disordine interno, di leggerezza nella gestione delle procedure e di scarsa attenzione alle regole. In una campagna elettorale dove la fiducia e la credibilità saranno decisive, una svista del genere può pesare più di cento comizi. Il centrodestra, e in particolare Forza Italia, si trova ora nella scomoda posizione di dover spiegare non solo i propri programmi, ma anche come sia possibile perdere una lista per un errore di forma.

Il caso Foggia, provincia simbolo del voto conservatore, rischia così di diventare una ferita politica e simbolica per l’intera coalizione. Se la decisione della Commissione dovesse essere confermata, Luigi Lobuono si ritroverebbe a correre con una coalizione dimezzata, proprio nella zona dove avrebbe dovuto consolidare il consenso. E mentre a Bari e Taranto il centrosinistra lavora già alla mobilitazione del territorio, nel nord della regione la destra si lecca le ferite, cercando di recuperare terreno in extremis.

Mancano meno di trenta giorni al voto e il clima è già incandescente. Le prossime ore saranno decisive per capire se il centrodestra riuscirà a ottenere la riammissione della lista di Forza Italia e se l’incidente si risolverà come una semplice parentesi o come un disastro politico. Per ora, il vantaggio è tutto di Antonio Decaro, che osserva da lontano il caos degli avversari e si prepara a una campagna elettorale in cui il tema dell’affidabilità, più che mai, rischia di pesare come un macigno.

Insomma, in Puglia la sfida non è ancora cominciata davvero, ma già qualcuno è finito fuori gioco.

I candidati

Antonio Decaro
Nato a Bari nel 1970, ingegnere, è uno dei politici pugliesi più conosciuti e radicati sul territorio. È stato sindaco del capoluogo dal 2014 al 2024 e presidente dell’ANCI, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, dal 2016 al 2025, diventando uno dei volti più rappresentativi dell’amministrazione locale in Italia. Nel 2024 è stato eletto europarlamentare, ma ha scelto di tornare in campo per la sua regione accettando la candidatura alla presidenza della Puglia per il centrosinistra. Attorno a lui si è stretta una coalizione larga e compatta: Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra, Decaro Presidente, Per la Puglia e Avanti Popolari. Decaro si presenta come l’erede naturale di Michele Emiliano, ma con uno stile più pragmatico, meno teatrale e più amministrativo. Il suo messaggio punta sulla continuità dei risultati ottenuti negli ultimi dieci anni – in particolare su sanità, trasporti e fondi europei – ma con una promessa di rinnovamento generazionale e apertura al civismo. Uomo concreto e comunicatore empatico, ha costruito nel tempo un profilo istituzionale forte. Tuttavia, la sfida per lui sarà quella di convincere anche le province più lontane da Bari, dove la sua influenza politica è meno radicata.


Luigi Lobuono
Imprenditore barese, classe 1958, è il candidato presidente del centrodestra. Figura conosciuta nel mondo economico, è stato a lungo attivo nel settore della distribuzione editoriale e della comunicazione, e dal 2001 al 2006 ha ricoperto l’incarico di presidente della Fiera del Levante, contribuendo al rilancio dell’ente in anni difficili. Già candidato sindaco di Bari nel 2004 – quando ottenne un buon risultato, ma fu sconfitto da Michele Emiliano – Lobuono torna ora sulla scena con una candidatura “civica” sostenuta da Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega Puglia e Noi Moderati. Il suo profilo è quello di un outsider del mondo politico, che punta sull’esperienza imprenditoriale e sulla capacità di “fare” piuttosto che di “parlare”. Tuttavia, la sua corsa è cominciata in salita: la lista di Forza Italia nella circoscrizione di Foggia è stata dichiarata non valida per un vizio formale, e anche la lista “La Puglia con noi” è stata esclusa. Lobuono ha garantito che la coalizione presenterà controdeduzioni, ma l’episodio ha già creato tensioni interne. Il suo punto di forza resta la freschezza del profilo, ma la mancanza di una lunga esperienza politica potrebbe rappresentare anche il suo limite. La sfida per lui sarà trasformare il “nuovo” in credibilità.


Sabino Mangano
Ex esponente del Movimento 5 Stelle, oggi leader della lista Alleanza Civica per la Puglia, è il candidato che cerca di rappresentare la terza via tra i due grandi blocchi tradizionali. Cinquantenne, pugliese, proviene dal mondo dell’attivismo politico e sociale e si è sempre distinto per l’attenzione ai temi della trasparenza, dell’ambiente e della sanità pubblica. Con la sua candidatura vuole dare voce a chi non si riconosce né nel centrosinistra di Decaro né nel centrodestra di Lobuono, promuovendo una visione di politica partecipata e basata sul coinvolgimento dei cittadini. Il suo programma si concentra sulla riforma del sistema sanitario regionale, sulla lotta alla precarietà lavorativa e sul potenziamento dei trasporti locali, con un’attenzione particolare alle aree interne. È un candidato che punta sull’autenticità, lontano dai palazzi del potere, ma con una struttura organizzativa limitata e risorse inferiori rispetto ai grandi partiti. Dovrà riuscire a trasformare la sua immagine di “outsider” in un vantaggio competitivo, intercettando la crescente disaffezione verso la politica tradizionale.


Ada Donno
Docente, giornalista pubblicista e storica attivista per i diritti delle donne, Ada Donno è la candidata presidente della lista Puglia Pacifista e Popolare. È iscritta all’Albo dei giornalisti dal 1986 e ha dedicato gran parte della sua vita al volontariato, all’impegno civile e alla promozione della cultura della pace. È una figura di riferimento della sinistra radicale pugliese e, con la sua candidatura, punta a rappresentare un elettorato alternativo ai poli tradizionali, raccogliendo sigle come il Partito Comunista Italiano, Potere al Popolo e Risorgimento Socialista. Il suo programma ruota attorno a quattro pilastri: pace, lavoro, ambiente e giustizia sociale. Difende una visione di Puglia fondata sulla solidarietà, sulla transizione ecologica e su un modello di sviluppo che metta al centro i diritti umani e la dignità delle persone. Pur consapevole dei limiti elettorali del suo schieramento, Donno si propone come voce di coerenza e militanza ideale, in un panorama politico che spesso sacrifica i valori alla convenienza. Il suo obiettivo non è solo competere, ma riportare nell’arena pubblica parole dimenticate come “uguaglianza” e “partecipazione”.

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