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24 Ottobre 2025 - 11:08
Il sindaco di Ivrea chiama a raccolta "i sognatori" (con i piedi per terra)
A Ivrea si torna a parlare di idee. Di quelle vere, non di slogan. Si chiama “Olivetti Lab. Innovating the Future of Ivrea” la nuova Call for Ideas lanciata dal Comune di Ivrea insieme alla Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura, con un obiettivo semplice ma ambizioso: far rinascere la città partendo proprio dal suo Dna, quello olivettiano, che mescolava industria, cultura e comunità come nessun altro.
L’iniziativa, finanziata dal Ministero della Cultura con i fondi della Legge 77/2006 dedicata ai siti UNESCO, vuole raccogliere idee fresche per valorizzare “Ivrea, città industriale del XX secolo”, quel laboratorio sociale e architettonico che nel 2018 è diventato Patrimonio Mondiale. In altre parole: chiunque abbia una buona idea su come ridare senso e vita a quel patrimonio – che oggi rischia di rimanere più citato che vissuto – è invitato a farsi avanti.
Non servono paroloni o progetti da fantascienza: servono idee concrete, capaci di unire memoria e innovazione, passato e futuro. L’amministrazione cerca proposte che possano davvero “funzionare”, che non restino solo su carta ma che abbiano la forza di trasformarsi in qualcosa di tangibile. Architetti, startupper, studenti, ricercatori, associazioni e imprese creative: il bando è aperto a tutti. “Vogliamo raccogliere idee solide, sostenibili e realizzabili”, spiega il sindaco Matteo Chiantore, che non nasconde la speranza di vedere giovani eporediesi (e non solo) riportare entusiasmo e creatività nel sito UNESCO.
Perché sì, Ivrea è un simbolo, ma un simbolo non vive di targa. Per farlo respirare servono persone che ci credano davvero, che si sporchino le mani, che sappiano guardare oltre le mura delle vecchie fabbriche. È da qui che nasce Olivetti Lab: una chiamata collettiva a immaginare una nuova stagione per la città che, più di ogni altra, ha incarnato un modo diverso di pensare al lavoro, alla comunità e al progresso.
Chi decide di partecipare potrà scegliere di misurarsi con tre parole chiave: Conoscenza, Comunità e Sviluppo. Tre concetti apparentemente teorici, ma che qui si trasformano in azioni molto pratiche. C’è chi potrà inventare nuovi modi per raccontare il patrimonio culturale di Ivrea, magari con progetti multimediali, app, percorsi interattivi o idee per avvicinare i giovani alla storia olivettiana. C’è chi potrà lavorare su progetti di cittadinanza attiva, costruendo ponti tra istituzioni, scuole e cittadini. E poi c’è chi potrà proporre idee per il turismo sostenibile, l’economia locale o la rigenerazione degli spazi dismessi.
La Call for Ideas resterà aperta fino al 24 novembre, e per partecipare basterà inviare la propria candidatura all’indirizzo protocollo-gen@comune.ivrea.to.it, allegando il modulo ufficiale, una presentazione in PDF e il curriculum dei partecipanti. Niente piattaforme complesse o burocrazie infinite: la semplicità, a volte, è già un buon punto di partenza per l’innovazione.
Dopo la scadenza, toccherà a una commissione di esperti – composta dall’Ufficio UNESCO del Comune di Ivrea, dalla Fondazione Santagata e da altri enti del territorio – scegliere le proposte più interessanti. I vincitori, che saranno annunciati il 19 dicembre, riceveranno un premio di 500 euro ciascuno, ma soprattutto avranno accesso a un percorso di mentoring personalizzato per trasformare la loro idea in un progetto concreto, grazie al supporto della Fondazione Santagata.


I tre progetti selezionati verranno poi presentati nella primavera del 2026, con un evento pubblico che, nelle intenzioni degli organizzatori, dovrà essere il punto di partenza di una nuova fase di rilancio per la città.
Secondo Filippo Ghisi, Site Manager di “Ivrea città industriale del XX secolo”, si tratta di un passaggio importante: “Il nostro Piano di Gestione punta sull’engagement delle comunità come elemento strategico per lo sviluppo locale. Ascoltare idee nuove può essere lo stimolo per future progettualità”.
Dello stesso parere Erica Meneghin, della Fondazione Santagata, che definisce la call “uno strumento strategico per attivare nuovi processi di innovazione e impresa. Coinvolgere giovani e creativi significa dare attuazione allo spirito della World Heritage Convention come motore di sviluppo contemporaneo”.
Dietro il linguaggio dei bandi, però, c’è qualcosa di più profondo: la voglia di rimettere in moto quello spirito olivettiano che ha reso Ivrea famosa nel mondo. Un modo di intendere il lavoro non come sfruttamento, ma come occasione di crescita collettiva; un’idea di città in cui l’impresa dialoga con la cultura, e la produttività va di pari passo con la dignità.
Perché Adriano Olivetti non costruiva solo macchine da scrivere, ma pensava comunità. Sognava una città dove le persone potessero vivere bene, lavorare meglio e sentirsi parte di qualcosa. E questa Call for Ideas sembra voler dire proprio questo: che non basta custodire le vecchie architetture industriali o celebrare anniversari, serve rimettere in circolo le idee, farle camminare, darle in mano a chi ha voglia di crederci ancora.
Insomma, a Ivrea si cercano nuovi sognatori con i piedi per terra. Non visionari da convegno, ma persone che sappiano guardare avanti restando ancorate alla realtà. Chi vuole provarci ha tempo fino al 24 novembre. Dopo, come ai tempi della fabbrica, chi resta fuori… dovrà aspettare la prossima rivoluzione.
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