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23 Ottobre 2025 - 23:40
Scuola e solidarietà: Chivasso premia le studentesse nel nome di Pinuccia
Mattinata speciale, per l’associazione Nemo-In.Forma.Citt@, quella di sabato 18 ottobre: di fronte alla propria “vetrina” di via del Collegio ha consegnato le borse di studio intitolate alla memoria di Pinuccia Bagnaschi, ex insegnante e tra le fondatrici del sodalizio, per conto del quale ha curato, in modo particolare, le attività didattiche ed educative per i giovanissimi.
Cinque le borse (da 500 euro ciascuna) consegnate ad altrettante studentesse delle scuole secondarie di secondo grado e universitarie — Mam Diara Wade, Dina Hribi, Ngom Gore, Marta Aruga e Sokhnamaye Nguer —, che le potranno utilizzare per l’acquisto di libri e materiale didattico, trasporti, ripetizioni, viaggi di istruzione… Grazie alla generosità dei donatori, si è potuta istituire una borsa in più rispetto alle quattro originariamente ipotizzate.
Promotrice dell’iniziativa, subito abbracciata da Nemo, è stata la figlia di Pinuccia, Paola Rivetti, insieme alla sorella Marta. Paola ha fatto parte della commissione che ha valutato le domande pervenute e si occuperà di seguire le studentesse durante l’anno con un percorso di mentoring.
Nel corso della mattinata, Pinuccia è stata brevemente ricordata dal presidente dell’associazione, Luciano Cannone, che ha sottolineato come lei abbia “sempre testimoniato con il suo impegno e la sua passione quanto lo studio sia uno strumento importantissimo per emanciparsi a livello socio-economico, per avere uno sguardo consapevole su ciò che ci circonda e per migliorarci come esseri umani”, e dalla vicepresidente, Daniela Mussano, che ha coordinato il progetto “Help scuola” lavorando quotidianamente al fianco di Pinuccia: progetto che ha consentito di offrire, gratuitamente, un supporto continuativo nello svolgimento dei compiti e nello studio a un nutrito gruppo di ragazze e ragazzi stranieri.
Non amava le prime file. Eppure, dove c’era da fare, da ascoltare, da sostenere, lei c’era sempre. Pinuccia Bagnaschi — maestra, volontaria, attivista — è stata una di quelle persone che hanno dato senso alla parola comunità molto prima che diventasse uno slogan da social o un tema da convegno.
A Chivasso la conoscevano tutti. Non perché alzasse la voce, ma perché sapeva usarla per gli altri. Ha insegnato per decenni nelle scuole elementari del territorio, accompagnando centinaia di bambini e bambine nel loro primo incontro con la conoscenza. Credeva che educare non fosse “riempire teste”, ma accendere possibilità, soprattutto per chi partiva svantaggiato.
Nel pomeriggio, dopo la scuola, la si trovava altrove: nelle associazioni di volontariato, nei gruppi che aiutavano famiglie in difficoltà, nei centri dove l’accoglienza non era parola astratta. Chi la ricorda dice che “non si tirava mai indietro, neppure quando il lavoro era invisibile”.
La sua militanza, sempre sobria, trovò casa nella Sinistra Ecologista, poi in Sinistra Italiana. Non cercava ruoli, cercava coerenza. E la sua coerenza era questa: credere che la politica, se non serve a migliorare la vita concreta delle persone, è solo teatro.
Pinuccia se n’è andata nel giugno del 2025, a 74 anni. Ma non davvero. Perché oggi il circolo della sinistra chivassese porta il suo nome, e una borsa di studio “Pinuccia Bagnaschi” sostiene studenti e studentesse che hanno bisogno di una spinta per continuare a credere nella scuola, proprio come faceva lei.
“Una vita per gli altri” non è un modo di dire, nel suo caso. È il bilancio di un’esistenza vissuta con la schiena dritta, senza clamore, con una dolce ostinazione. La sua voce non è più in aula, ma risuona in chi ha imparato da lei che l’impegno non si insegna: si pratica.


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