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Carnevale 2026: il Generale senza sciabola e la Mugnaia al braccio sbagliato. A Ivrea la prima battaglia è già cominciata

Il manifesto del Carnevale 2026 scatena polemiche a Ivrea: dalla fascia del generale alla posizione della mugnaia, arte e tradizione a confronto

Carnevale 2026: il Generale senza sciabola e la Mugnaia al braccio sbagliato. A Ivrea la prima battaglia è già cominciata

Vincenzo Ceratti

Non hanno fatto in tempo a srotolare il manifesto del Carnevale 2026 che – puntuale come il rullo dei tamburi al suono della “Generala” – è già esplosa la polemica.
D’altra parte, a Ivrea si sa: non serve aspettare febbraio per scatenare la battaglia.

Secondo la Fondazione dello Storico Carnevale, l’opera firmata da Niccolò Galeotti, eporediese doc e art director di Evergreen Design House, sarebbe “una scena che racchiude tutto: la forza del Corteo Storico, la passione degli aranceri, la magia di una piazza che diventa cuore pulsante di un popolo”.
Insomma, un manifesto talmente denso di significati che basterebbe appenderlo in salotto per sentir partire i tamburi.

“Si è ispirato ai manifesti storici – spiegano – in particolare a quello della Canzone del Carnevale, il canto che ogni eporediese conosce a memoria.”
Tradotto: voleva mettere su carta l’anima della città. Un intento nobile, certo. Peccato che a Ivrea, quando si parla di Carnevale, l’anima finisce sempre per litigare con la forma.

Perché, come sempre, c’è chi guarda oltre i colori e vede... la fascia sbagliata.
A farlo è l’ex Generale Vincenzo Ceratti. Non le manda a dire.

“A parte che il Generale ha la fascia messa in modo sbagliato – alla vita il bianco sopra e il rosso sotto, non il contrario – e che non porta la sciabola, poteva anche essere un bel manifesto. E poi si dice che nel Carnevale di Ivrea la forma è sostanza… Ah! E la Mugnaia è al braccio destro del Generale, non al sinistro. Ma magari la foto è solo da girare…”

Un commento che riassume in poche righe il vero spirito eporediese: nessuno guarda l’arte, tutti controllano la divisa.
E in fondo, non ha tutti i torti Ceratti.

A Ivrea, “la forma è sostanza” non è un modo di dire: è un dogma. È la ragione per cui ogni anno la città si divide su dettagli che altrove nessuno noterebbe.

Insomma, mentre la Fondazione dello storico carnevale presieduta da Alberto Alma invita a leggere nell’immagine “la sintesi visiva di una festa che unisce la storia alla sua gente”, c’è chi risponde: “Sì, ma la fascia?”

E forse è proprio questo, alla fine, il fascino irresistibile del Carnevale: quello di una città che, anche davanti a un manifesto, trova sempre un buon motivo per iniziare la battaglia prima ancora che si tiri la prima arancia.

E scommettiamo che presto arriverà anche chi farà notare che "un Generale altissimo e una Mugnaia minuta" e una roba che non sta né sopra né sotto le rosse torri...!

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