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21 Ottobre 2025 - 15:56
Valentino Fresia
Dal 25 dicembre 2025 entrerà in vigore il nuovo Conto Termico 3.0, uno strumento che cambia il modo di intendere gli incentivi per l’efficienza energetica. Non più detrazioni fiscali da recuperare in dieci anni o corse contro il tempo per ristrutturazioni last minute, ma un contributo diretto a fondo perduto che premia chi migliora davvero la qualità energetica degli edifici. Il decreto, firmato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica il 4 agosto e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 26 settembre, mette sul piatto 900 milioni di euro all’anno, gestiti dal GSE, per sostenere famiglie, imprese, enti pubblici e associazioni che scelgono di investire in risparmio energetico e fonti rinnovabili.
E proprio per la sua natura di contributo diretto e non di detrazione fiscale, il Conto Termico rappresenta uno strumento particolarmente vantaggioso per gli incapienti, cioè per quei cittadini che non pagano IRPEF o la pagano in misura minima e che, di conseguenza, restano esclusi dai bonus tradizionali come Ecobonus o Superbonus. In questo caso, invece, anche chi ha redditi bassi può ricevere un rimborso concreto e immediato, accreditato sul conto corrente senza dover “scaricare” nulla dalle tasse.
La grande novità è l’ampliamento dei soggetti beneficiari: oltre alle pubbliche amministrazioni e ai privati, potranno accedere ai contributi anche gli enti del Terzo Settore, le cooperative sociali e le Comunità Energetiche Rinnovabili. In particolare, le amministrazioni pubbliche potranno ricevere fino al 65% della spesa, con un rimborso che potrà arrivare al 100% per scuole, ospedali e per gli edifici pubblici situati in piccoli comuni con meno di 15.000 abitanti. Gli enti no profit e le associazioni, equiparati alle PA, avranno diritto alla stessa copertura integrale delle spese quando l’intervento riguarda immobili destinati ad attività sociali o di interesse collettivo. Le Comunità Energetiche Rinnovabili potranno contare su incentivi fino al 65%, che potranno salire al 70% nel caso in cui l’intervento preveda un sistema integrato, ad esempio l’installazione di pompe di calore abbinate a fotovoltaico e accumulo.
Per privati cittadini e condomìni la percentuale resta fissata fino a un massimo del 65%, ma con differenze sostanziali tra le tipologie di intervento. La sostituzione dei serramenti, per esempio, sarà incentivata in misura compresa tra il 40% e il 50% della spesa, in base alla zona climatica e ai valori di trasmittanza termica raggiunti dai nuovi infissi. Interventi più strutturali, come l’installazione di pompe di calore o impianti solari termici, potranno beneficiare del contributo pieno del 65%, mentre la coibentazione delle pareti o delle coperture si fermerà attorno al 55%. Anche le imprese del settore terziario potranno accedere all’incentivo, fino al 50% per la riqualificazione degli edifici di proprietà e fino al 65% qualora gli interventi siano combinati — ad esempio sostituzione dell’impianto termico e rifacimento dei serramenti in un unico progetto di efficientamento.
Il decreto 2025 inserisce finalmente in modo esplicito i serramenti tra gli interventi chiave per il miglioramento energetico degli edifici. Non si tratta solo di una questione estetica: le finestre e le porte-finestre sono responsabili fino al 30% delle dispersioni termiche, e la loro sostituzione con modelli più performanti può ridurre drasticamente i consumi di gas ed elettricità. Per ottenere l’incentivo, l’intervento deve riguardare la sostituzione di infissi esistenti e non nuove aperture, e i prodotti installati devono rispettare i limiti di trasmittanza previsti per la zona climatica, essere certificati CE e corredati da scheda tecnica. I lavori devono essere realizzati da imprese o professionisti qualificati e la richiesta va presentata al GSE entro sessanta giorni dalla conclusione.
Il contributo viene erogato in un’unica soluzione se l’importo è inferiore a 5.000 euro, oppure in più rate annuali fino a cinque anni per i lavori di maggiore entità. Per le pubbliche amministrazioni e gli enti del Terzo Settore è prevista anche la possibilità della prenotazione del contributo prima dell’inizio dei lavori, una garanzia che consente di programmare con certezza la spesa e di evitare sorprese a lavori avviati. Le prime domande potranno essere inviate a partire dai primi mesi del 2026, quando il GSE avrà aggiornato la modulistica e il portale.
Il nuovo Conto Termico, in sostanza, è un ritorno alla concretezza. Niente bonus straordinari da rincorrere, ma un meccanismo permanente che premia l’efficienza e la qualità.
Lo sa bene Valentino Fresia, amministratore di Fresia Alluminio, azienda di Volpiano (To) da anni impegnata nella progettazione di infissi in alluminio a taglio termico ad alte prestazioni.
«Finalmente si torna a parlare di incentivi stabili, che non cambiano ogni sei mesi e che danno alle famiglie e alle imprese la possibilità di pianificare investimenti reali. Il Conto Termico è una misura intelligente, perché non regala soldi, ma premia chi riduce i consumi. Una finestra performante non è solo un dettaglio architettonico, è una tecnologia che fa risparmiare energia e protegge l’ambiente. Con prodotti certificati e installati bene, si può ridurre fino al 30% il fabbisogno energetico di un’abitazione», spiega Fresia.
E aggiunge: «Noi crediamo che il futuro dell’edilizia sostenibile passi proprio da qui: non da grandi slogan o superbonus momentanei, ma da strumenti concreti e da una cultura della qualità. Una finestra efficiente è un piccolo impianto di risparmio energetico, invisibile ma potentissimo. Il vero risparmio, oggi, è non sprecare».
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