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21 Ottobre 2025 - 13:17
La sindaca di Cuorgné Giovanna Cresto
Mercoledì 15 ottobre, per l’ennesima volta, in Consiglio comunale a Cuorgnè si è affrontato il tema del fallimento ASA. Lo hanno fatto del resto, in quegli stessi giorni, anche gli altri comuni coinvolti direttamente nella spinosa e pluriennale vicenda: si trattava di votare l’autorizzazione alla Giunta e quindi al Sindaco per sottoscrivere l’accordo di transazione. Ci si avvia così – se tutto andrà come previsto – a chiudere il contenzioso. Alcuni Comuni dovranno versare centinaia di migliaia di euro (nel caso di Cuorgnè 826.000 euro) eppure tireranno un sospiro di sollievo, perché il rischio, non ancora scongiurato, era di sborsarne ben di più.
Nel descrivere il lavoro di questi mesi, il sindaco Giovanna Cresto ne ha indicato i principali artefici: “Molto è stato fatto dal Comune di Rivarolo ovvero dal sindaco Martino Zucco Chinà e dalla sua consigliera Alessia Cuffia. I dialoghi con il ministero ed Ambrosini li ha condotti l’eurodeputato Giovanni Crosetto: si è dato veramente da fare, senza tener conto dei colori politici, e se concluderemo l’accordo sarà giusto ringraziarlo. Un altro è il sindaco di Pertusio, l’avvocato Giuseppe Damini: le mille tabelle Excel che sono girate in questi mesi con tutti i possibili conteggi le dobbiamo a lui. Tutti insieme comunque abbiamo cercato di lavorare raggruppando anche i sindaci un po’ meno propensi a dire di sì.”
La delibera approvata dal Consiglio di Cuorgnè è analoga a quella portata all’approvazione entro il 15, massimo 20 ottobre, negli altri Comuni diretti detentori di quote, che sono 14 su un totale di 54. Poi toccherà alle Unioni Montane. “Bisogna procedere con urgenza – ha spiegato il sindaco – perché, se firmeremo l’accordo transattivo, dovremo farlo entro il 30 novembre. I versamenti saranno così suddivisi: il 25% entro metà dicembre 2025; il 50% entro la fine di giugno 2026; il restante 25% entro il 30 settembre 2026. Il mandato di pagamento per la rata di dicembre va predisposto entro l’8-10 del mese perché oltre quella data la Tesoreria non riesce più ad operare. Lo abbiamo spiegato in tutti i modi al ministero e ai creditori ma a loro interessa relativamente. Al ministero non funziona così e sembra non capiscano che una cinquantina di Comuni stanno correndo per fare in tempo!”
La delibera è passata con i voti della maggioranza e quattro astensioni da parte delle opposizioni (mancava Trettene). L’astensione di Armanni e Pianasso è stata determinata da motivi professionali (difendono alcuni dei creditori), altrimenti si sarebbero espressi a favore.
Pieruccini è invece più critico nei confronti dell’amministrazione cuorgnatese, tanto che, in un successivo commento, ha dichiarato: “Nel corso del dibattito sono stati espressi pubblicamente ringraziamenti a coloro che il Sindaco stesso ha indicato come i principali promotori della trattativa, ringraziamenti a cui ci associamo come gruppo ‘Cuorgnè C’è’. Alla luce di quanto emerso, appare evidente come alcuni amministratori stiano dimostrando un ruolo attivo e concreto nella ricerca di soluzioni condivise, mentre altri — pur ricoprendo incarichi di rappresentanza, come quello di Portavoce dell’Area Omogenea 8 Canavese Occidentale — non sembrano esercitare la necessaria autorevolezza politica. Per questo motivo, riteniamo opportuno che la Città Metropolitana di Torino valuti il ripristino dell’incarico di Portavoce in capo al Sindaco di Rivarolo Canavese, per garantire una rappresentanza più efficace e coerente con gli interessi del territorio canavesano.”
Il sindaco Giovanna Cresto ha fatto un breve ma esauriente riassunto di una storia emblematica. “L’A.S.A. – ha ricordato – nasce nel 2002 come Consorzio Area Servizi Ambiente per occuparsi di raccolta e smaltimento rifiuti, acquedotto e depurazione acque, e di un’altra serie di servizi. Tutto bene per un paio d’anni, poi i bilanci cominciano a registrare perdite significative e nel 2008 i problemi emergono con tutta evidenza. Ad ottobre 2009 si apre la procedura di Amministrazione Straordinaria. All’inizio il Tribunale nega che vi si possa far ricorso ritenendo che la legge non sia applicabile ai consorzi, ma la Corte d’Appello è di diverso avviso e nell’aprile 2010 il Tribunale di Ivrea dichiara aperta tale procedura. Qui cominciano le dolenti note. Il commissario straordinario Stefano Ambrosini promuove un giudizio arbitrale (noto a tutti come Lodo ASA) nei confronti dei Comuni, accusandoli di essere inadempienti e chiamandoli a ripartirsi gli oneri. Inizia tutta una serie di vicende, come le impugnazioni del bilancio da parte di Unicredit, che era il maggior creditore.”
La storia giudiziaria è a fasi alterne. Nel 2016 le richieste dell’ASA vengono accolte e sulla testa dei Comuni pende la spada di Damocle di 72 milioni di euro complessivi: roba da mandarli in default. L’Appello dà ragione ai Comuni ed alla fine del 2019 annulla il Lodo. Generale sospiro di sollievo, ma Ambrosini ricorre in Cassazione. Questa, nel 2024, cassa la sentenza e reinvia tutto alla Corte d’Appello di Torino.
“A questo punto – ha continuato il sindaco – i Comuni cominciano a muoversi perché è chiaro che dovremo pagare, anche se tutti lo riteniamo ingiusto. L’udienza è fissata per il 13 ottobre 2026 e non dobbiamo arrivarci! Prima di quella data conviene trovare un accordo.”
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